Materiali di riporto: leggi il commento alla circolare del MinAmb

Materiali di riporto
La circolare 10 novembre 2017, n. 15786 analizza sia alcune novità introdotte dal recente decreto sulle terre e rocce da scavo sia il quadro normativo di riferimento. Non tutti i chiarimenti risultano, però, soddisfacenti

Da diversi anni, nel settore delle costruzioni e delle bonifiche è ben nota la situazione critica che si determina in casi di rinvenimento, nel corso dei lavori, di materiali di riporto vale a dire di materiali antropici frammisti al terreno la cui presenza, in quel punto preciso, va ricondotta a chi, anni prima, aveva così disposto di quei materiali. In alcuni casi i materiali di riporto hanno carattere storico, in altri recente; possono essere inquinanti o inerti, consistere in residui di produzione da lavorazioni industriali, così come da demolizione, possedere, a monte, una regolare autorizzazione o risultare, viceversa, del tutto abusivi. Una varietà di situazioni, insomma, nella quale il legislatore cerca, da tempo, di mettere ordine. Partendo dal D.M. n. 471/1999 (la prima disciplina in materia di bonifica) che, semplicemente, considerava i materiali di riporto alla stessa stregua delle altre matrici, il primo intervento normativo specifico risale al D.L. n. 2/2012 contenente l’interpretazione autentica del termine «suolo» di cui all’art. 185, D.Lgs. n. 152/2006. Pochi mesi dopo (ottobre 2012) il D.M. n. 161/2012 (terre e rocce da scavo) propose un’ulteriore definizione molto articolata. Nel giugno 2013, con il decreto legge n. 69, la definizione fu ancora modificata e, nel maggio 2014, intervenne il primo chiarimento ministeriale. L’ultima modifica è stata inserita nel D.P.R. n. 120/2017 (sempre in materia di terre e rocce da scavo) dove i materiali di riporto sono affrontati con riferimento sia alle terre/sottoprodotti (art. 4 comma 3), sia alle terre escluse dalla normativa rifiuti (art. 24 comma 1). A distanza di pochi mesi da quest’ultimo decreto, il ministero dell'Ambiente è intervenuto con la nota di chiarimenti 10 novembre 2017, n. 15786, con l’obiettivo di uniformare l’azione amministrativa e risolvere alcuni aspetti di dubbia interpretazione. La nota si articola in tre paragrafi:

  • definizione e qualificazione giuridica delle matrici materiali di riporto. Le novità introdotte dal D.P.R. n. 120/2017;
  • quadro normativo di riferimento in materia di gestione;
  • gestione delle terre e rocce da scavo contenenti matrici materiali di riporto.

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