Parapetti di sommità per la protezione collettiva

OSSERVATORIO INAIL. ll loro utilizzo come Dpc è chiarito nella circolare del ministero del Lavoro. A partire da una corretta valutazione, è possibile impiegarli per questo scopo, ma devono avere determinati requisiti. Una ricerca dell’Istituto mette a fuoco tutto quanto occorre sapere per garantire prevenzione e sicurezza

I lavori in copertura espongono gli operatori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare al rischio di caduta dall’alto. Per permetterne l’esecuzione in sicurezza è indispensabile la determinazione preliminare della natura e della entità dei rischi, la pianificazione delle attività, l’adozione di idonee metodologie di lavoro insieme alla scelta delle attrezzature, delle opere provvisionali e dei dispositivi di protezione collettiva e dei dispositivi di protezione individuale più idonei. I parapetti di sommità dei ponteggi che soddisfano determinati requisiti possono essere utilizzati a questo scopo.

La possibilità di impiegare i ponteggi come protezione collettiva per i lavoratori che svolgono la loro attività sulle coperture e, quindi, in posizione diversa dall’ultimo impalcato del ponteggio è chiarita nella circolare del ministero del Lavoro n. 29/2010. Secondo la circolare, questo utilizzo è possibile a condizione che per ogni singola realizzazione, e a seguito di adeguata valutazione dei rischi, venga eseguito uno specifico progetto.

Da questo progetto, eseguito nel rispetto dell’articolo 133 del D.Lgs. 81/2008 - e quindi firmato da ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione - deve tra l’altro risultare quanto occorre per definire lo specifico schema di ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni, del montaggio e dell’esecuzione, naturalmente tenendo conto della presenza di lavoratori che operano, oltre che sul ponteggio, anche in copertura.

La corretta valutazione dei rischi è la premessa per l’individuazione dei requisiti prestazionali che il ponteggio deve possedere per questo tipo di utilizzo, non previsto nel libretto. Questi requisiti devono essere verificati in sede di progetto 1.

L’articolo 111 del D.Lgs. 81/2008 stabilisce che «Nei lavori che sono eseguiti ad un'altezza superiore ai due metri, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose (…)».

Lo studio dell’Inail

Lo studio «I parapetti di sommità dei ponteggi - Possibile impiego come protezione collettiva per lo svolgimento delle attività in copertura» si propone di individuare quali siano i requisiti prestazionali e geometrici che i parapetti di sommità dei ponteggi debbano possedere per essere utilizzati come «precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose» nei lavori su copertura.

Attualmente, nel libretto del ponteggio è previsto che il parapetto di sommità sia a servizio esclusivo dell’ultimo impalcato praticabile del ponteggio, escludendo il caso di utilizzo a protezione dei posti di lavoro diversi dal predetto piano, come per esempio la copertura degli edifici. Questo pone un problema di verifica della efficacia del ponteggio utilizzato come protezione dei lavoratori che svolgono la loro attività in copertura.

La valutazione dei requisiti prestazionali e geometrici e delle azioni da considerare in sede di progetto del ponteggio utilizzato anche con questo scopo non è cosa semplice ed è a discrezione del progettista in base alle specifiche caratteristiche del cantiere 1. D’altra parte, le norme tecniche riguardanti i ponteggi non forniscono indicazioni in merito, escludendo il caso di impiego degli stessi come protezione per i lavori su coperture (Uni En 12811-1:2004).

La Uni En 13374:2013, norma tecnica che riguarda i sistemi temporanei di protezione dei bordi (parapetti provvisori) è considerata un1 valido riferimento tecnico per il progettista del ponteggio, per quanto riguarda la geometria del parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi, per la valutazione delle azioni in gioco, e soprattutto nel ritenere fondamentali le prove sperimentali per la valutazione dell’efficacia del dispositivo di protezione nei casi di caduta e/o scivolamento da una superficie inclinata. Prove sperimentali da eseguire tenendo in conto anche il sistema di fissaggio e la struttura di supporto (materiale base).

Nello studio dell’Inail [2], prendendo spunto dalla UNI EN 13374 e come osservato in [1], vengono dapprima definiti i requisiti prestazionali del ponteggio utilizzato come dispositivo di protezione collettiva (DPC) per i lavoratori che svolgono la loro attività in copertura; successivamente definiti i requisiti geometrici del parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi sia per quanto riguarda gli elementi costituenti sia le principali distanze fra il ponteggio e l’opera da servire.

Inoltre vengono eseguiti dei test di impatto su campioni di ponteggio ad altezza ridotta per la valutazione della loro efficacia nei confronti dell’arresto di cose e/o persone che cadano o scivolino lungo una superficie inclinata. L’esecuzione di prove sperimentali secondo tale procedura ha avuto anche lo scopo di misurare le azioni sui montanti e sugli ancoraggi del ponteggio durante l’impatto, utili per una successiva valutazione dell’intero ponteggio da realizzare.

Con parapetto di sommità si intende il parapetto di sommità con funzione di sistema di protezione dei bordi.

La Uni En 13374:2013

La Uni En 13374:2013 è la norma tecnica che riguarda i sistemi temporanei di protezione dei bordi, comunemente denominati parapetti provvisori e non si applica ai sistemi di protezione laterale sui ponteggi come esplicitamente espresso al primo paragrafo della stessa.

Questa norma classifica i parapetti provvisori in base ai requisiti prestazionali da soddisfare, che sono quelli di:

  • sostenere una persona che si appoggi alla protezione e fornire un appiglio mentre si cammina di fianco alla protezione;
  • arrestare una persona che stia camminando o cadendo verso la protezione;
  • arrestare una persona che stia scivolando o cadendo lungo una superficie inclinata;
  • arrestare una persona che stia scivolando o cadendo lungo una superficie molto inclinata.

Il parapetto è di classe A se garantisce il soddisfacimento dei primi due requisiti; è di classe B se garantisce anche il terzo; è di classe C se garantisce il quarto.

Inoltre la norma:

  • individua delle classi minime di utilizzo dei parapetti in funzione dell’altezza di caduta e dell’inclinazione della copertura (allegato A della Uni En 13374:2013);
  • stabilisce per ogni classe dei requisiti minimi geometrici per l’altezza del montante e dello spazio libero fra i correnti del parapetto;
  • individua per ogni classe i carichi statici e/o dinamici da considerare nel progetto:
  • le classi A e B, devono fornire resistenza a carichi statici verticali e orizzontali perpendicolari e paralleli al parapetto; la verifica può essere effettuata attraverso calcoli o prove sperimentali di tipo statico;
  • la classe B, deve fornire resistenza anche ad azioni dinamiche moderate;
  • la classe C, deve fornire resistenza ad elevate forze dinamiche.

Per i parapetti provvisori di classe B (moderata azione dinamica) e di classe C (elevata azione dinamica), la Uni En 13374 impone di eseguire test di impatto su prototipi assemblati e fissati alla struttura di supporto secondo le istruzioni del fabbricante, riproducendo nella prova anche il materiale base (muratura, calcestruzzo ecc.) su cui è previsto il fissaggio. In questo modo viene sperimentata l’efficacia dell’intero sistema costituito dal parapetto, dal sistema di fissaggio alla struttura e dal materiale base.

Le prove sperimentali risultano fondamentali per la verifica della capacità di assorbimento dell’energia cinetica dovuta alla caduta e quindi della efficacia del dispositivo nei confronti dell’arresto caduta. Verifica che risulterebbe notevolmente complessa da effettuare solo con il calcolo, a causa dei molti fattori da tenere in conto in un sistema articolato, quali ad esempio rigidezza e resistenza dei componenti, attriti, giochi ecc. 1.

Seppur la norma Uni En 13374 non si applichi ai sistemi di protezione laterale sui ponteggi come esplicitamente espresso al primo paragrafo della stessa, può fornire al progettista riferimenti tecnici per la progettazione del ponteggio utilizzato anche come dispositivo di protezione per lavori su coperture 1.

Infatti, sono gli stessi i requisiti prestazionali del ponteggio utilizzato anche come protezione per i lavori su coperture rispetto a quelli definiti nella Uni En 13374 per i sistemi di protezione dei bordi.

Sulla base di quste osservazione, è ragionevole far riferimento alla Uni En 13374 per:

  • la definizione dei requisiti geometrici minimi riguardo allo spazio fra i correnti e all’altezza della protezione rispetto al bordo della copertura da proteggere;
  • la valutazione dell’entità dei carichi statici e dinamici da considerare nel progetto come azioni aggiuntive per il particolare utilizzo del ponteggio e opportunamente combinate con i carichi già considerati nell’autorizzazione ministeriale;
  • la definizione delle prove sperimentali da eseguire per la verifica della resistenza alle azioni dinamiche dovute al possibile impatto del lavoratore.

Analogamente ai sistemi temporanei di protezione dei bordi Uni En 13374, per i ponteggi utilizzati anche come dispositivi di protezione per i lavoratori che svolgono la loro attivita sulle coperture, la problematica della verifica dell’efficacia nei confronti dell’arresto caduta rimane la stessa e i test di impatto risultano fondamentali 1.

In questo caso, seguendo la corretta logica della Uni En 13374, dovrebbero essere sottoposti a prova dei prototipi di ponteggio assemblati e ancorati alla struttura secondo lo schema previsto dal fabbricante. Per ovviare alla difficoltà di eseguire i test di impatto a quote elevate, è ragionevole utilizzare dei prototipi di ponteggio ad altezza ridotta e misurare le azioni che vengono trasferite alla struttura sottostante (attraverso i montanti) e agli ancoraggi durante l’impatto. In questo modo, si potrebbe ottenere sia la verifica dell’efficacia del parapetto ad arrestare la caduta, sia la stima delle azioni da applicare all’intero ponteggio per le ulteriori verifiche necessarie 1.

Le caratteristiche

Si riportano di seguito i requisiti prestazionali e geometrici per i parapetti di sommità di un ponteggio destinato alla protezione dei lavoratori che lavorino sulla copertura degli edifici.

Questi requisiti vengono definiti prendendo spunto dalla norma tecnica Uni En 13374:2013.

Prestazioni

Un ponteggio utilizzato come sistema di protezione per lavoratori che svolgono la loro attività in copertura deve essere in grado di:

  • resistere alle azioni di progetto dovute al consueto utilizzo come ponteggio;
  • evitare la caduta dal ponteggio di persone e/o cose che cadano o scivolino dalla copertura verso la protezione utilizzata (arresto caduta);
  • assorbire l’energia cinetica di persone e/o cose che cadano o scivolino dalla copertura, all’istante dell’urto contro la protezione;
  • resistere alle combinazioni di azioni che tengano conto del duplice utilizzo.

Per la verifica dei requisiti relativi all’efficacia nei confronti dell’arresto caduta e alla capacità di assorbimento dell’energia cinetica, il sistema deve essere sottoposto a prove di tipo dinamico nelle quali è generata l’energia cinetica attesa, in base alla valutazione dei rischi effettuata per ogni specifica realizzazione.

Requisiti geometrici e limiti di posizionamento

Un ponteggio utilizzato come sistema di protezione per lavoratori che svolgono la loro attività in copertura deve comprendere, all’ultimo piano, almeno i seguenti elementi:

  • un montante di sommità per ogni stilata di ponteggio;
  • un numero di correnti sufficiente a impedire il passaggio di persone e cose; in alternativa ai correnti, una protezione continua;
  • una tavola fermapiede per ogni campo di ponteggio;
  • un impalcato;
  • un ancoraggio all’opera servita per ogni stilata di ponteggio, in corrispondenza dell’ultimo impalcato, raddoppiato in basso lungo il montante.

Il montaggio del ponteggio in relazione all’opera da servire deve avvenire controllando i limiti per i seguenti parametri:

  • posizione del montante interno;
  • posizione dell’ultimo impalcato;
  • larghezza utile dell’ultimo impalcato;
  • posizione del corrente superiore;

Il montante interno del ponteggio deve essere posizionato oltre il filo esterno della copertura verso l’opera servita.

La posizione dell’ultimo impalcato del ponteggio deve essere tale che la distanza dall’intradosso della copertura sia la più piccola possibile, comunque non maggiore di 50 cm.

L’ultimo impalcato deve avere una larghezza utile almeno pari a 60 cm.

Il bordo superiore della tavola fermapiede deve avere una distanza di almeno 150 mm rispetto all’ultimo impalcato e installata in modo da evitare aperture tra la stessa e l’impalcato.

La quota del corrente superiore misurata a partire dal filo esterno della copertura, deve avere componente lungo la normale alla copertura almeno pari ad 1 m. Ad esempio, per coperture con inclinazione uguale a 45°, la quota del corrente superiore rispetto al filo esterno della copertura, misurata verticalmente dovrà risultare almeno pari a 1,41 m.

Inoltre, le distanze fra i correnti o fra il corrente più in basso e la tavola fermapiede devono essere stabilite sulla base della valutazione dei rischi eseguita per ogni specifica attività e in relazione alle caratteristiche della copertura. In ogni caso, queste distanze non devono essere superiori a 250 mm.

Box 1

La legislazione e la normativa tecnica di riferimento

Legislazione

D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81.

Circolare del Ministero del lavoro e della previdenza sociale n. 85/1978.

Circolare del ministero del Lavoro n. 44/1990 «Aggiornamento delle istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a telai prefabbricati».

Circolare del ministero del Lavoro n. 132/91 «Istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a montanti e traversi prefabbricati».

Circolare del ministero del Lavoro n. 29/2010 «Quesiti concernenti le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota».

Norme tecniche

Uni En 12811-1:2004 «Attrezzature provvisionali di lavoro. Parte 1: Ponteggi: Requisiti prestazionali e progettazione generale».

Uni En 13374:2013 «Sistemi temporanei di protezione dei bordi – Specifica di prodotto – Metodi di prova».

 

Box 2

Le definizioni

Altezza di caduta, hF: distanza verticale fra il punto in cui una persona sta in piedi e il punto più basso della protezione utilizzata per arrestare la caduta.

Ancoraggio: insieme comprendente la struttura di supporto (materiale base), l’ancorante e l’elemento da fissare a cui può essere collegato il ponteggio.

Corrente: elemento strutturale prefabbricato di ponteggio utilizzato per la realizzazione dei collegamenti orizzontali tra le stilate del ponteggio

Corrente intermedio: corrente collocato fra il corrente principale l’impalcato.

Corrente principale o corrente superiore: corrente che forma la parte superiore di un parapetto.

Elemento di impalcato: elemento (prefabbricato o di altro tipo) che sostiene il carico per conto proprio e che forma l’impalcato o parte dell’impalcato e può costituire una parte strutturale del ponteggio di servizio (Uni En 12811-1)

Energia cinetica, Ec: energia cinetica del dispositivo d’impatto utilizzato nelle prove sperimentali all’istante dell’urto contro il sistema di protezione dei bordi.

Filo esterno della copertura: limite esterno della copertura che costituisce il riferimento per il posizionamento del ponteggio, del corrente superiore e per l’altezza del montante di sommità, nel caso di utilizzo come sistema di protezione dei bordi.

Impalcato: uno o più elementi di impalcato su un livello all’interno di un campo (UNI EN 12811-1).

Montante: elemento verticale di un ponteggio (Uni En 12811-1).

Montante di sommità: montante di un ponteggio disposto oltre l’ultimo impalcato dello stesso, in corrispondenza di ogni stilata.

Parapetto: protezione laterale del ponteggio costituita da un corrente superiore, da un corrente intermedio e da una tavola fermapiede.

Parapetto di sommità: parapetto dell’ultimo impalcato del ponteggio e fissato a due montanti di sommità. Può avere anche funzione di sistema di protezione dei bordi di una copertura se possiede i requisiti prestazionali e geometrici idonei.

Piano di lavoro: superficie della copertura sulla quale il lavoratore esegue l’attività.

Protezione continua: barriera (per esempio rete di sicurezza) posta fra il corrente superiore e l’impalcato del ponteggio.

Sistema di protezione dei bordi: serie di componenti destinati a proteggere gli operatori dalla caduta ad un livello sottostante e per trattenere materiali.

Sistema temporaneo di protezione dei bordi Uni En 13374 o parapetto provvisorio: Sistema di protezione dei bordi costituito da almeno due montanti, un corrente superiore, un corrente intermedio o protezione continua e una tavola fermapiede. Viene fissato alla struttura.

Tavola fermapiede: fascia continua poggiante sull’impalcato ed alta almeno 15 centimetri.

Telaio: elemento strutturale prefabbricato costituito da due montanti stabilmente collegati da uno o più traversi, utilizzato per la realizzazione delle stilate di ponteggio.

 

1 F. M. Fabiani «I ponteggi come protezione collettiva in relazione ai lavori su coperture» in «La sicurezza nei lavori sulle coperture. Sistemi di prevenzione e protezione contro la caduta dall’alto. Atti del seminario Lavori su coperture: problematiche, approfondimenti, soluzioni ed indirizzi», Bologna, 18 Ottobre 2013, Inail, 2014, pp. 61-70.

 

2 F. M. Fabiani, L. Cortis, L. Rossi, D.G. Svampa «I parapetti di sommità dei ponteggi . Possibile impiego come protezione collettiva per lo svolgimento delle attività in copertura», Inail, novembre 2017.

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