Rischio idrogeologico: al via il piano nazionale

Destinatari diretti del D.P.C.M. 20 febbraio 2019 sono il dipartimento della Protezione civile e 3 ministeri (Ambiente, Politiche agricole e Infrastrutture e trasporti). Disponibilità complessiva pari a 3 miliardi di euro

In Gazzetta Ufficiale il piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, pubblicato con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019.

Destinatari diretti del provvedimento sono:

  • il dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri;
  • il ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare;
  • il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali;
  • il ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Queste amministrazioni, entro sessanta giorni dall'emanazione del decreto, fatte salve  le
separate procedure di maggiore urgenza demandate alla competenza della protezione  civile,  devono predisporre e sottoporre alla presidenza del Consiglio dei ministri - cabina di  regia stratega Italia e al CIPE, un piano  stralcio 2019 recante  elenchi settoriali di progetti e interventi infrastrutturali immediatamente eseguibili già nel 2019, fino al raggiungimento complessivo di un ammontare complessivo di 3 miliardi di euro.

Gli elenchi degli interventi sono definiti, per liste regionali, dai competenti ministeri, mediante apposite conferenze di servizi, sulla base dei fabbisogni e  delle  proposte delle  regioni interessate e delle province autonome, con il contributo e la partecipazione dei commissari per l'emergenza, dei commissari straordinari per il dissesto, e delle autorità di bacino distrettuale. Sono fatte salve le diverse e  più urgenti procedure e modalità.

Negli allegati al D.P.C.M. 20 febbraio 2019:

  • il dettaglio delle misure per ognuna delle quattro amministrazioni destinatarie (allegato A);
  • il prospetto ricognitivo analitico delle risorse finanziarie complessive concernenti la materia, recante il quadro composito delle risorse allocate e complessivamente disponibili (allegato B);
  • le linee guida in materia di semplificazione dei processi, rafforzamento  organizzativo e della governance (allegato C).

In allegato il testo integrale del D.P.C.M. 20 febbraio 2019 (l'allegato B è riportato in allegato in formato pdf).

Attività di vigilanza per il 2019

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Decreto del presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2019 

Approvazione del Piano  nazionale  per  la  mitigazione  del  rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela  della  risorsa  ambientale

in Gazzetta Ufficiale del 13 aprile 2019, n. 88

                            IL PRESIDENTE

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400,  concernente  la  disciplina

dell'attivita'  di  Governo  e  ordinamento  della   Presidenza   del

Consiglio dei ministri;

Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999,  n.  303,  concernente

l'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei  ministri,  a  norma

dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59;

Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante  «Norme

in materia ambientale»;

Visto il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito in  legge,

con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014,  n.  116,  concernente

«Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e

l'efficientamento    energetico    dell'edilizia     scolastica     e

universitaria,  il  rilancio  e  lo  sviluppo   delle   imprese,   il

contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonche' per

la definizione immediata di  adempimenti  derivanti  dalla  normativa

europea»;

Visto il decreto-legge 12 settembre 2014,  n.  133,  convertito  in

legge, con modificazioni, dalla  legge  11  novembre  2014,  n.  164,

concernente  «Misure  urgenti  per  l'apertura   dei   cantieri,   la

realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione  del  Paese,

la   semplificazione   burocratica,    l'emergenza    del    dissesto

idrogeologico e per la ripresa delle  attivita'  produttive»,  e,  in

particolare l'art. 7, comma 2;

Visto il decreto-legge 28 settembre 2018,  n.  109,  convertito  in

legge, con modificazioni, dalla  legge  16  novembre  2018,  n.  130,

recante «Disposizioni urgenti per la citta' di Genova,  la  sicurezza

della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi

sismici del 2016 e 2017, il lavoro  e  le  altre  emergenze»,  e,  in

particolare l'art. 40, che  prevede  l'istituzione  di  una  apposita

cabina di regia interministeriale;

Vista la legge 30 dicembre 2018, n. 145, concernente  «Bilancio  di

previsione  dello  Stato  per  l'anno  finanziario  2019  e  bilancio

pluriennale per il triennio 2019-2021», e, in particolare, l'art.  1,

commi 107, 108, 109, 156, 171, 1028, 1029, 1030;

Visto il decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito in  legge,

con  modificazioni,  dalla  legge  21  giugno  2017,  n.  96,  e,  in

particolare l'art. 41-bis, concernente il Fondo per la  progettazione

definitiva ed esecutiva nelle zone a rischio sismico e per  la  messa

in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico;

Vista la legge 23 dicembre 2014, n. 190, concernente  «Disposizioni

per la formazione del bilancio  annuale  e  pluriennale  dello  Stato

(legge di stabilita' 2015)», e, in particolare l'art. 1, comma 703;

Visto il decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1,  concernente  il

«Codice della protezione civile»;

Visto  il  decreto  legislativo  29  dicembre  2011,  n.  229,   di

«Attuazione dell'art. 30, comma 9, lettere e), f) e g),  della  legge

31 dicembre 2009, n. 196, in materia  di  procedure  di  monitoraggio

sullo  stato  di  attuazione  delle  opere  pubbliche,  di   verifica

dell'utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti e costituzione del

Fondo opere e del Fondo progetti»;

Vista l'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile

del 15 novembre 2018, n. 558 «Primi interventi urgenti di  protezione

civile in conseguenza  degli  eccezionali  eventi  meteorologici  che

hanno interessato Calabria,  Emilia-Romagna,  Friuli-Venezia  Giulia,

Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana,  Sardegna,  Siciliana,  Veneto  e

delle  Province  autonome  di  Trento  e   Bolzano,   colpito   dagli

eccezionali eventi meteo a partire da ottobre 2018»;

Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  29

ottobre  2018,  concernente   la   dichiarazione   dello   stato   di

mobilitazione del Servizio nazionale della protezione civile a  causa

degli eccezionali  eventi  meteorologici  che  hanno  interessato  il

territorio della Regione Veneto a partire dal giorno 28 ottobre 2018;

Vista la delibera del Consiglio dei ministri dell'8 novembre  2018,

con la quale e' stato  dichiarato,  per  dodici  mesi,  lo  stato  di

emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi  meteorologici  che

hanno   interessato   il   territorio   delle    Regioni    Calabria,

Emilia-Romagna, Friuli-Venezia  Giulia,  Lazio,  Liguria,  Lombardia,

Toscana,  Sardegna,  Regione  Siciliana,  Veneto  e  delle   Province

autonome di  Trento  e  Bolzano,  colpito  dagli  eccezionali  eventi

meteorologici verificatisi a partire dal giorno 2 ottobre 2018;

Vista la delibera CIPE del 1° dicembre 2016, n. 55, di approvazione

del Piano operativo «Ambiente» FSC 2014-2020, e, in particolare,  del

sotto-piano «Interventi per la tutela del territorio e delle acque»;

Vista la delibera CIPE del 20 febbraio 2015, n. 32, di assegnazione

di risorse ad un piano stralcio  di  interventi  relativi  alle  aree

metropolitane e alle aree urbane con un alto livello  di  popolazione

esposta a rischio alluvione;

Viste le delibere CIPE del 10 agosto 2016, n. 26, e del 1° dicembre

2016, n. 56, che hanno destinato risorse FSC 2014-20, ai patti per lo

sviluppo,  stipulati  dal  Governo  con  le  regioni  e   le   citta'

metropolitane, per finanziare interventi di mitigazione  del  rischio

idrogeologico;

Visto il decreto-legge 23  ottobre  2018,  n.  119,  convertito  in

legge, con modificazioni, dalla  legge  17  dicembre  2018,  n.  136,

recante «Disposizioni urgenti in materia fiscale e  finanziaria»,  e,

in particolare l'art. 24-quater;

Visto l'art. 1, comma 995, della legge 28  dicembre  2015,  n.  208

(legge di stabilita'  2016),  che  ha  istituito,  nel  bilancio  del

Ministero dell'ambiente, un Fondo destinato  al  finanziamento  degli

investimenti di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico;

Visto l'art. 1, comma 140, della legge 11  dicembre  2016,  n.  232

(bilancio di previsione dello Stato per  l'anno  finanziario  2017  e

bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019), che ha istituito  un

Fondo presso il  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  per  il

finanziamento degli investimenti e  dello  sviluppo  infrastrutturale

nel Paese;

Visto l'art. 1 della legge 27 dicembre 2017, n.  205  (bilancio  di

previsione  dello  Stato  per  l'anno  finanziario  2018  e  bilancio

pluriennale per  il  triennio  2018-2020),  che  ha  rifinanziato  il

predetto Fondo, e, in particolare  i  commi  549,  853,  1072,  1073,

lettera b) e 1074;

Vista la legge 28 dicembre 2015, n. 221, e, in  particolare  l'art.

55, che ha istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela

del territorio e del  mare,  il  Fondo  per  la  progettazione  degli

interventi contro il dissesto idrogeologico;

Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  28

maggio  2015,  concernente  «l'individuazione  dei  criteri  e  delle

modalita' per stabilire le priorita' di  attribuzione  delle  risorse

agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico»;

Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  14

luglio 2016, concernente le modalita' di funzionamento del Fondo  per

la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico;

Vista la legge 11 gennaio 2018, n. 7, concernente  «Misure  per  il

coordinamento della politica spaziale e aerospaziale  e  disposizioni

concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale

italiana»;

Vista la legge 28 giugno 2016, n.  132,  recante  «Istituzione  del

Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina

dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale»;

Vista la direttiva  del  Parlamento  europeo  e  del  Consiglio  n.

2007/2/CE,  che  istituisce  un'infrastruttura   per   l'informazione

territoriale nella Comunita' europea (INSPIRE);

Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  15

febbraio 2019, recante  l'istituzione  della  struttura  di  missione

denominata «InvestItalia», di cui all'art. 1, comma 179, della  legge

30 dicembre 2018, n. 145;

Visto il decreto del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  15

febbraio 2019, recante l'istituzione della cabina di regia  strategia

Italia, di cui all'art. 40 del decreto-legge 28  settembre  2018,  n.

109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018,  n.

130;

Considerata  la  necessita'  di  migliorare  la   funzionalita'   e

l'efficacia della governance ambientale,  in  termini  di  selezione,

programmazione e attuazione degli interventi;

Tenuto conto della presenza di diversi soggetti  attuatori,  tra  i

quali regioni, enti locali,  commissari  straordinari,  autorita'  di

bacino;

Tenuto conto dei  rilevanti  quadri  e  consistenze  di  fabbisogni

accertati dalle competenti amministrazioni e strutture;

Tenuto conto  delle  difficolta'  nella  gestione  delle  procedure

tecnico-amministrative   di   realizzazione   degli   interventi    e

dell'insufficiente coordinamento con i piani di assetto idrogeologico

e l'azione delle autorita' di bacino distrettuale;

Ritenuto pertanto necessario poter contare su un'elevata  capacita'

e  qualita'  della  progettazione   tecnica   degli   interventi   di

infrastrutture, opere e servizi ambientali in generale, di  effettiva

specializzazione nell'esercizio delle funzioni di stazione appaltante

degli  interventi  programmati,  di  mezzi  e  risorse  professionali

adeguati e proporzionati alla dimensione qualitativa  e  quantitativa

degli interventi da attuare;

 

Decreta:

                               Art. 1 

1. E' adottato il Piano nazionale per la  mitigazione  del  rischio

idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, in

allegato A) al presente decreto, che ne costituisce parte  integrante

e sostanziale.

2. Il suddetto Piano e' strutturato nei seguenti ambiti e misure di

intervento:

misure di emergenza;

misure di prevenzione;

misure di manutenzione e ripristino;

misure di semplificazione;

misure di rafforzamento della governance e organizzative.

3. Il Piano persegue la formazione di un quadro unitario,  ordinato

e  tassonomico,   concernente   l'assunzione   dei   fabbisogni,   la

ripartizione relativa ai suddetti ambiti e misure di  intervento;  la

sintesi delle risorse finanziarie disponibili;  la  ripartizione  dei

carichi operativi e il piano delle azioni; il sistema di governance e

delle   collaborazioni   istituzionali;   il   cronoprogramma   delle

attivita'; i risultati attesi, anche in termini di impatti e benefici

sociali ed economici, una criteriologia piu' referenziata, conosciuta

e maggiormente trasparente di selezione degli interventi; un  sistema

di reporting, monitoraggio e controllo  di  gestione,  opportunamente

potenziato, anche mediante alimentazione e integrazione delle  banche

dati esistenti.

4. Lo stesso Piano e' articolato in  una  pluralita'  di  programmi

obiettivo facenti capo a ciascuna delle  amministrazioni  competenti,

che  dovranno  trovare  sintesi  preventiva  e   periodica   verifica

successiva nel livello piu' alto di  coordinamento  della  Presidenza

del Consiglio dei ministri.

5. In allegato B) si  espone  il  prospetto  ricognitivo  analitico

delle risorse finanziarie complessive concernenti la materia, recante

il  quadro  composito  delle  risorse  allocate  e   complessivamente

disponibili.

6. In allegato C) si prevede un documento recante  linee  guida  in

materia di semplificazione dei processi, rafforzamento  organizzativo

e della governance.

                               Art. 2 

1. Ai fini di un  tempestivo  avvio  e  elevazione  di  livello  di

operativita', entro  sessanta  giorni  dall'emanazione  del  presente

decreto di approvazione  del  Piano,  le  competenti  amministrazioni

(Dipartimento della protezione civile della Presidenza del  Consiglio

dei ministri, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e

del mare, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali,

Ministero delle infrastrutture  e  dei  trasporti),  fatte  salve  le

separate procedure di  maggiore  urgenza  demandate  alla  competenza

della  protezione  civile,  predisporranno   e   sottoporranno   alla

Presidenza del Consiglio dei ministri -  Cabina  di  regia  Strategia

Italia,  anche  in  coordinamento  con  la  struttura   di   missione

«InvestItalia», e al CIPE, un Piano  stralcio  2019  recante  elenchi

settoriali di progetti e interventi  infrastrutturali  immediatamente

eseguibili  gia'  nel   2019,   aventi   carattere   di   urgenza   e

indifferibilita', fino alla concorrenza di un  ammontare  complessivo

di 3 miliardi di euro.

2. Ai fini della predisposizione del suddetto Piano stralcio  2019,

in deroga al decreto del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  28

maggio  2015  (concernente  l'individuazione  dei  criteri  e   delle

modalita' per stabilire le priorita' di  attribuzione  delle  risorse

agli interventi di mitigazione del rischio  idrogeologico),  e  nelle

more della riorganizzazione a scopo di efficientamento  del  relativo

sistema ordinario di selezione e individuazione degli  interventi,  i

suddetti elenchi sono definiti, per liste regionali,  dai  competenti

Ministeri, mediante apposite conferenze di servizi,  sulla  base  dei

fabbisogni  e  delle  proposte  delle  regioni  interessate  e  delle

province  autonome,  con  il  contributo  e  la  partecipazione   dei

commissari  per  l'emergenza,  dei  commissari  straordinari  per  il

dissesto, e delle autorita' di bacino distrettuale. Sono fatte  salve

le diverse e  piu'  urgenti  procedure  e  modalita'  previste  dalla

vigente  normativa  per  le  emergenze  demandate   e   gestite   dal

Dipartimento di protezione civile.

3. Una componente del Piano stralcio 2019 sara' costituita  da  una

azione di sistema di supporto alla governance unitaria.

Il presente decreto e' trasmesso ai competenti organi di  controllo

e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

 

                                                          Allegato A 

PIANO NAZIONALE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO IL RIPRISTINO E LA TUTELA DELLA RISORSA AMBIENTALE 

 

Il presente Piano individua azioni immediatamente attuabili con  le

risorse e con la normativa prevista a legislazione vigente ed  azioni

a carattere programmatico che necessitano di interventi normativi  ed

eventuali ulteriori coperture finanziarie.

 

Azione 1 - Interventi infrastrutturali ad immediata cantierabilita' 

Ai  fini  di  un  tempestivo  avvio  e  elevazione  di  livello  di

operativita', entro sessanta giorni dall'approvazione del  Piano,  le

competenti    Amministrazioni    (Protezione    civile,     Ministero

dell'ambiente, Ministero delle politiche agricole e  Ministero  delle

infrastrutture),  fatte  salve  le  separate  procedure  di  maggiore

urgenza  demandate   alla   competenza   della   Protezione   civile,

predisporranno e sottoporranno  alla  Presidenza  del  Consiglio  dei

Ministri- Cabina di  regia  Strategia  Italia  e  al  CIPE  un  Piano

Stralcio 2019 recante elenchi settoriali  di  progetti  e  interventi

infrastrutturali  immediatamente  eseguibili,  aventi  carattere   di

urgenza e indifferibilita', fino alla  concorrenza  di  un  ammontare

complessivo di 3 miliardi di euro. Con le medesime modalita'  saranno

sottoposte le eventuali esigenze  di  modifica  o  rimodulazione  del

presente Piano di  azioni  o  degli  interventi,  che  si  renderanno

necessarie  a  seguito  delle  previste   verifiche   periodiche   di

andamento, di stato delle procedure, nonche' di esecuzione  fisica  e

finanziaria delle attivita' e degli interventi.

Il  Piano  Stralcio  2019  e'  immediatamente  esecutivo.  Ai  fini

dell'inserimento nel suddetto Piano Stralcio 2019, i progetti  e  gli

interventi infrastrutturali devono  essere  identificati  dal  Codice

Unico di Progetto (CUP).

Ai fini della predisposizione del suddetto Piano Stralcio 2019,  in

deroga al DPCM  28  maggio  2015  (concernente  l'individuazione  dei

criteri e delle modalita' per stabilire le priorita' di  attribuzione

delle  risorse   agli   interventi   di   mitigazione   del   rischio

idrogeologico), e nelle  more  della  riorganizzazione,  a  scopo  di

efficientamento  del  relativo  sistema  ordinario  di  selezione   e

individuazione degli interventi, i suddetti  elenchi  sono  definiti,

per liste regionali,  dai  competenti  Ministeri,  mediante  apposite

Conferenze di Servizi, sulla base dei  fabbisogni  e  delle  proposte

delle  Regioni  interessate  e  delle  Province  autonome,   con   il

contributo e la partecipazione dei Commissari  per  l'emergenza,  dei

Commissari straordinari per il dissesto, e delle Autorita' di  Bacino

distrettuale. Sono fatte salve le diverse e piu' urgenti procedure  e

modalita' previste dalla vigente normativa per le emergenze demandate

e gestite dal Dipartimento della Protezione civile.

Una componente del Piano Stralcio  2019  sara'  costituita  da  una

Azione di Sistema di supporto alla governance unitaria nei limiti  di

quanto consentito dalla legislazione vigente.

 

                        Ambito d'intervento 1 
                         MISURE DI EMERGENZA 

 

  MISSIONE DEL  DIPARTIMENTO  DELLA  PROTEZIONE  CIVILE  E  RUOLO  DI

COORDINAMENTO 

 

  Azione 2 - Piano Emergenza Dissesto 

Il  Dipartimento  della  Protezione  civile  predispone,  coordina,

gestisce ed attua per il  tramite  dei  Commissari  delegati,  ovvero

delle Province  autonome  e  dei  relativi  Soggetti  attuatori,  con

autonoma  responsabilita'  e  pronta  e  parallela  operativita',  il

Sotto-Piano  di  Azione  di  Contrasto   al   Rischio   Idrogeologico

determinato  da  Calamita'  Naturali  (Piano   Emergenza   Dissesto),

concernente interventi emergenziali connessi ad eventi calamitosi  di

rilievo nazionale o che in ragione della loro intensita' o estensione

debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiati con mezzi

e poteri straordinari da impiegare  durante  limitati  e  predefiniti

periodi di tempo.

Tale  strumento  e'   prontamente   adottato   sulla   base   della

ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle

infrastrutture danneggiate, gia' posta in  essere  con  le  procedure

definite con le Ordinanze adottate dal Capo  del  Dipartimento  della

Protezione civile.

Per il coordinamento e l'attuazione degli  interventi  si  provvede

mediante ordinanze di protezione civile, adottate in deroga  ad  ogni

disposizione vigente, nei limiti e con le  modalita'  indicati  nella

deliberazione dello stato di emergenza e nel  rispetto  dei  principi

generali  dell'ordinamento  giuridico  e  delle   norme   dell'Unione

europea. Le ordinanze sono emanate acquisita l'intesa delle Regioni e

delle Province autonome territorialmente interessate e,  ove  rechino

deroghe alle leggi vigenti, contengono l'indicazione delle principali

norme a cui  si  intende  derogare  e  devono  essere  specificamente

motivate.

Il suddetto Sotto-Piano si articola  nelle  seguenti  tipologie  di

interventi, nei limiti delle seguenti risorse disponibili:

 

  Azione 3 -interventi urgenti di messa in sicurezza dei territori  e

delle infrastrutture di trasporto e di  rete  danneggiate  da  eventi

emergenziali, finalizzati alla riduzione degli effetti  degli  eventi

calamitosi di tipo idraulico e idrogeologico. 

Interventi di messa in sicurezza e  ripristino  delle  strutture  e

delle infrastrutture volti a ridurre gli effetti del  rischio  idrico

ed idrogeologico:

° euro 347.382.242,89  per  gli  interventi  di  somma  urgenza  su

strutture  ed  infrastrutture  pubbliche,  a  valere  sulle   risorse

stanziate per il 2019 dall'articolo 24 quater  del  decreto-legge  n.

119 del 2018.

Referenti:  Dipartimento  della   Protezione   civile,   Commissari

delegati ovvero Province autonome e Soggetti attuatori.

Tempistica: entro il 7 marzo 2019 adozione del DPCM, 30 giorni  per

l'adozione e approvazione dei piani,  90  giorni  per  l'avvio  degli

interventi da parte dei soggetti attuatori.

Riferimento normativo: articolo 24-quater del decreto-legge n.  119

del 2018.

Misure attuative: decreto del Presidente del Consiglio dei ministri

su proposta del Dipartimento della protezione civile, di concerto con

il Ministro dell'economia e delle finanze e con i Ministri competenti

(Ministero dell'ambiente, Ministero delle politiche agricole),  Piani

dei Commissari delegati ovvero delle Province autonome.  Approvazione

dei Piani da parte del Dipartimento della  protezione  civile,  avvio

degli interventi da parte dei Commissari delegati  o  delle  Province

autonome e dei Soggetti attuatori.

 

  Azione 4 - interventi per la mitigazione del rischio  idraulico  ed

idrogeologico e riduzione  del  rischio  residuo,  connesso  con  gli

eventi emergenziali, nonche' di ripristino delle  strutture  e  delle

infrastrutture danneggiate, finalizzati all'aumento  del  livello  di

resilienza delle stesse 

Realizzazione  di  interventi,   strutturali   e   infrastrutturali

urgenti, per la riduzione del  rischio  residuo  nelle  aree  colpite

dagli  eventi  calamitosi,   strettamente   connesso   all'evento   e

finalizzati prioritariamente alla tutela  della  pubblica  e  privata

incolumita', in  coerenza  con  gli  strumenti  di  programmazione  e

pianificazione esistenti e  sulla  base  di  procedure  definite  con

ordinanze del Capo del Dipartimento della protezione civile,  cui  si

destinano:

• euro 177.217.757,11 ( euro 127.217.757,11  per  il  2019  e  euro

50.000.000,00 per il  2020  )  per  gli  investimenti  strutturali  e

infrastrutturali urgenti finalizzati esclusivamente alla  mitigazione

del  rischio  idraulico  e  idrogeologico,  nonche'  all'aumento  del

livello di resilienza delle  strutture  e  infrastrutture,  a  valere

sulle risorse stanziate dall'articolo 24 quater del decreto-legge  n.

119 del 2018;

• euro 2.600.000.000,00 (euro 800.000.000,00 per  il  2019  e  euro

900.000.000,00 per il 2020  e  per  il  2021)  per  gli  investimenti

strutturali e  infrastrutturali  urgenti  finalizzati  esclusivamente

alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, il ripristino

delle strutture e infrastrutture danneggiate, nonche' all'aumento del

livello di resilienza delle medesime strutture  e  infrastrutture,  a

valere sulle risorse stanziate dall'articolo 1, commi  1028  e  1029,

della legge n. 145/2018 - legge di bilancio 2019.

Referenti:  Dipartimento  della   protezione   civile,   Commissari

delegati ovvero Province autonome e Soggetti attuatori.

Tempistica: entro il 7 marzo 2019 adozione del DPCM, 30 giorni  per

l'adozione e approvazione dei piani,  90  giorni  per  l'avvio  degli

interventi da parte dei soggetti  attuatori  per  interventi  di  cui

all'articolo 25, lettera d), del decreto legislativo n. 1 del 2018; e

30 giorni per l'effettiva liquidazione.

Riferimento normativo: articolo 1, commi 1028 e 1029,  della  legge

n. 145 del 2018.

Misure  attuative:  decreto  del  Presidente  del   Consiglio   dei

ministri, ordinanze di protezione civile.

 

                        Ambito d'intervento 2 
                        MISURE DI PREVENZIONE 
  MISSIONE DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E  DEL
MARE E RUOLO DI COORDINAMENTO 

 

  Azione 5 - Piano operativo dissesto idrogeologico 

Il Ministero dell'ambiente e della  tutela  del  territorio  e  del

mare, in coerenza con  il  Piano  Stralcio  di  cui  alla  Azione  1,

provvede a elaborare il Piano operativo  sul  dissesto  idrogeologico

per l'anno 2019 a  valere  sulle  risorse  iscritte  nello  stato  di

previsione del proprio  bilancio  nonche',  nel  rispetto  di  quanto

previsto dalla normativa vigente, delle risorse deliberate dal  CIPE,

proponendo  eventualmente  anche  la  modifica  e  rimodulazione   di

precedenti disposizioni e deliberazioni.

Nelle  more  della  revisione  del  quadro  regolatorio   e   delle

iniziative attuative delle Linee guida di cui al seguente Allegato  C

e delle azioni di semplificazione di cui all'ambito di  intervento  4

del presente DPCM, il Piano operativo per il  2019  e'  adottato  con

Decreto del Presidente del Consiglio dei  ministri  su  proposta  del

Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sulla

base degli interventi  individuati  come  prioritari  dai  Commissari

straordinari per il dissesto, in coerenza con i Piani distrettuali di

bacino, non rientranti nei finanziamenti di cui all'articolo 1  comma

1028 della legge 145 del 2018.

Con riferimento alle risorse iscritte nello stato di previsione del

proprio Bilancio, il  Ministro  dell'ambiente  provvede  con  proprio

decreto ad assegnare alle Regioni, sulla  base  degli  indicatori  di

riparto di cui al DPCM 5 dicembre 2016, nonche'  della  procedura  di

cui all'articolo 2, comma 2 del presente decreto, almeno il 30% delle

risorse disponibili a legislazione vigente per  il  rapido  avvio  di

interventi e di attivita' di progettazione.

Possono avere corso erogazioni di ulteriori  finanziamenti  per  le

annualita'  successive  solo  a  seguito  della   comunicazione   dei

Commissari  straordinari  della  conclusione  delle  progettazioni  e

dell'avvio degli  interventi  urgenti  finanziati  in  linea  con  le

risultanze del monitoraggio, ai sensi del decreto legislativo n.  229

del 2011.

Il piano operativo sul dissesto idrogeologico per il 2019 include:

- il quadro  composito  e  la  sintesi  delle  risorse  finanziarie

disponibili;

-  l'elenco  complessivo,   riepilogativo   o   propositivo   degli

interventi   selezionati,   ovvero   confermativo,   modificativo   o

rimodulativo di quelli gia' previsti in precedenti Piani o Patti  per

lo sviluppo con le Regioni, finanziati con risorse a valere su  leggi

pluriennali di spesa, sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione  e  sul

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);

- la ripartizione dei carichi operativi;

-  il  sistema  di  governance  operativa  e  delle  collaborazioni

istituzionali;

- il cronoprogramma delle attivita';

- i risultati attesi,  anche  in  termini  di  impatti  e  benefici

sociali ed economici;

- una criteriologia piu' referenziata,  conosciuta  e  maggiormente

trasparente di selezione degli interventi;

- un sistema di monitoraggio, reporting e  controllo  di  gestione,

opportunamente   potenziato,   anche   mediante    alimentazione    e

integrazione delle banche dati esistenti.

Per la  copertura  finanziaria  di  tale  piano  ed  interventi  si

provvede con le seguenti risorse previste dalle  sottoelencate  leggi

pluriennali e con risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, esposte  per

riassunto nel quadro finanziario di cui all'Allegato B  del  presente

decreto approvativo, nonche', per piu' analitica  completezza,  nella

seguente ricostruzione:

- per quanto concerne le Leggi Pluriennali:

• Fondi di bilancio del Ministero dell'ambiente:  l'art.  1,  comma

995, della legge n. 208 del 2015 (Legge di Stabilita' 2016 -  Tabella

E), ha istituito, nel bilancio del Ministero dell'ambiente, un  Fondo

destinato alla spesa a carattere pluriennale in conto  capitale  che,

dall'anno 2018 all'anno 2030, prevede uno stanziamento complessivo di

1.796,4 milioni euro, per  il  finanziamento  degli  investimenti  di

messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico;

• Fondo Investimenti: l'art. 1, comma 140, della legge n.  232  del

2016 (Bilancio 2017) prevede l'istituzione  di  un  Fondo  presso  il

Ministero dell'economia e delle finanze da ripartire  per  assicurare

il finanziamento degli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale

nel  Paese.  Gli  interventi  devono   rispondere   a   esigenze   di

strategicita' e cantierabilita'.

Ne e' stato realizzato  un  Programma  di  interventi  condiviso  e

integralmente recepito nel DPCM del 21.7.2017 che  ha  attribuito  al

Ministero dell'ambiente l'importo di 224,34 milioni  euro,  anch'essi

destinati al completamento della

sezione programmatica  individuata  dal  DPCM  del  15.9.2015  (per

interventi ricadenti nelle regioni del centro-nord).

L'articolo 1, comma 1072, della legge n.  205  del  2017  (Bilancio

2018), ha rifinanziato il citato Fondo.

Con il DPCM 28.11.2018 e'  stata  disposta  la  ripartizione  della

nuova dotazione del Fondo il quale, per il settore di  spesa  "difesa

del suolo, dissesto idrogeologico", stanzia (nel  periodo  2018-2033)

un totale di 2.111,89 milioni euro (di cui 1.492,09 milioni  di  euro

per  il  Ministero  dell'ambiente,  389,8  milioni  di  euro  per  il

Ministero della difesa e 230 milioni di euro per  la  Presidenza  del

Consiglio dei ministri);

• La quota di 1.492,09 milioni di euro comprende anche l'importo di

1.120,5 milioni di euro di cui all'articolo 1,  comma  1073,  lettera

b), della legge n. 205 del 2017 che ha  previsto  di  destinare  tale

stanziamento  al  finanziamento  di  interventi  di  mitigazione  del

rischio idrogeologico nelle regioni del centronord. Con  l'emanazione

del decreto-legge n. 86  del  2018,  il  Ministero  dell'ambiente  e'

diventato  l'amministrazione  beneficiaria  delle  citate   ulteriori

risorse  in  materia  di  mitigazione  del   rischio   idrogeologico,

anch'esse articolate  nel  citato  DPCM  28.11.2018.  Il  comma  1074

stabilisce che gli interventi di cui al comma 1073, lettera b),  sono

individuati nell'ambito di un programma nazionale approvato dal  CIPE

su proposta del Ministro dell'ambiente sulla base di  un  Accordo  di

Programma sottoscritto dal Ministro e dal Presidente della Regione  o

della Provincia Autonoma interessata.

Per la suddetta copertura finanziaria di tale piano  ed  interventi

si provvede, in aggiunta, con le seguenti risorse a valere sul  Fondo

per lo Sviluppo e la Coesione:

• Piano stralcio aree metropolitane e aree urbane con alto  livello

di popolazione esposta a rischio alluvione, per la  realizzazione  di

interventi, per un importo complessivo di oltre 654 milioni  di  euro

(a cui si aggiunge un cofinanziamento regionale stimato di oltre  146

milioni di euro, comunque da verificare in sede attuativa);

• Piano Operativo Ambiente - sotto-piano "Interventi per la  tutela

del territorio e delle acque". Con delibera CIPE n. 55 del  1.12.2016

e' stato approvato il Piano Operativo "Ambiente" FSC  2014-2020,  del

valore complessivo di 1900 milioni di euro. Per  la  parte  dissesto,

nell'ambito del Piano e' stato individuato un programma "Piano  frane

ed erosione costiera" finanziato con oltre 280 milioni  di  euro.  Il

POA e' stato successivamente integrato con delibera CIPE  n.  99  del

2017 e con delibera CIPE n. 11 del 2018, nella quale e'  previsto  il

sotto-piano "Interventi per la tutela del territorio e  delle  acque"

che hanno ad esso destinato ulteriori risorse (oltre 320  milioni  di

euro)  per  il  finanziamento  di  ulteriori   interventi   contenuti

nell'area programmatica del Piano stralcio aree metropolitane nonche'

interventi selezionati in base alla loro priorita' su RENDIS;

• Patti per  lo  Sviluppo  (risorse  FSC  2014-20):  il  CIPE,  con

delibere n. 26/2016, n. 56/2016 e successive, ha destinato  l'importo

complessivo di 1.748 milioni di euro (la maggior parte a Regioni  del

Mezzogiorno) ai Patti per lo Sviluppo, stipulati dal Governo  con  le

Regioni e le  Citta'  metropolitane,  per  finanziare  interventi  di

mitigazione del rischio idrogeologico.

 

  Azione  6  -  Servizi   specializzati   di   ingegneria   e   fondo

progettazione 

Al   fine   di    potenziare    rapidamente    la    disponibilita'

quali-quantitativa  di  servizi  specializzati  di   ingegneria,   il

Ministero  dell'ambiente  provvede  ad  assicurare  una  speditiva  e

efficace assegnazione e rendicontazione delle risorse del cd.  "Fondo

progettazione", istituito dall'art. 55 della legge n. 221,  del  2015

(cd. "Collegato ambientale"), presso il Ministero dell'ambiente,  per

favorire l'avanzamento delle attivita'  progettuali  delle  opere  di

mitigazione del rischio  idrogeologico  e  provvedere  a  rendere  le

stesse speditamente cantierabili.

Nel Fondo, come previsto dal  DPCM  14.7.2016,  sono  affluiti  100

milioni di euro assegnati dal CIPE con delibera n. 32  del  2015.  Le

risorse    del    Fondo     vengono     assegnate     ai     soggetti

beneficiari-Presidenti delle Regioni in  qualita'  di  Commissari  di

Governo contro il dissesto idrogeologico, ex art.  7,  comma  2,  del

D.L. 12.9.2014, n. 133 (c.d. "Sblocca Italia").

  RUOLO DI COORDINAMENTO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA 
  TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 

Il Ministero dell'ambiente, in collaborazione con le  Autorita'  di

bacino  distrettuale,  l'Istituto   Superiore   per   la   Protezione

Ambientale (ISPRA) e il  relativo  Sistema  Nazionale  di  Protezione

Ambientale, con il Dipartimento della Protezione civile e il relativo

Sistema Nazionale di Protezione civile (relativamente al  sistema  di

allertamento), il  Ministero  delle  politiche  agricole  alimentari,

forestali e del turismo e l'Agenzia Spaziale Italiana, provvede:

 

  Azione 7 - Programma di manutenzione del territorio 

-  a  mettere  a  punto  e  attuare  un  Programma   ordinario   di

manutenzione  del  territorio  nazionale,  che   preveda   anche   il

coinvolgimento dei Consorzi  di  bonifica  e  enti  irrigui,  la  cui

attivita',  a  carattere   multifunzionale,   e'   finalizzata   alla

prevenzione del dissesto e alla messa in sicurezza del territorio;

Referenti:  Ministero  dell'ambiente,   Autorita'   di   distretto,

Ministero delle  politiche  agricole,  alimentari,  forestali  e  del

turismo

Tempistica: 6 mesi

Misure attuative:

A) Istruttoria abbreviata sugli  elenchi  di  interventi  trasmessi

dalle  Autorita'  di  distretto  e  dal  Ministero  delle   politiche

agricole, alimentari, forestali e del turismo per il 2019;

B) Approvazione di  ciascun  programma  stralcio  nelle  rispettive

Conferenze istituzionali permanenti e  predisposizione  dei  relativi

decreti ministeriali per il trasferimento delle risorse;

- Misura 3.2: del decreto legislativo n. 152  del  2006,  art.  69:

Programmi interventi di manutenzione, in attuazione  degli  obiettivi

della pianificazione di bacino dei distretti idrografici.

 

  Azione 8 - Piani di gestione del rischio alluvione 

- ad un aggiornamento dei Piani di gestione del rischio  alluvione,

nei termini previsti dalla Direttiva comunitaria 2007/60;

Referenti: Ministero  dell'ambiente,  Autorita'  di  bacino,  ISPRA

(tempo differito), Dipartimento di Protezione  civile  (tempo  reale,

relativamente al sistema di allertamento)

Riferimento normativo: direttiva 2007/60/UE e  decreto  legislativo

n. 49 del 2010

Tempistica: 12 mesi

 

Azione 9 - Piani per l'Assetto Idrogeologico (o PAI) 

- a mettere a sistema i Piani per l'Assetto Idrogeologico (o  PAI),

sulla base di linee guida o di metodologie per  sistematizzare  tutti

gli elementi ad oggi a disposizione relativi alla stima  del  rischio

frane e coste al fine di configurare  uno  scenario  complessivo  del

rischio  quale  riferimento  necessario  per  la  predisposizione   e

attuazione del percorso di valutazione e gestione del rischio secondo

gli indirizzi di livello comunitario ed internazionale;

 

  Azione 10 - linee guida valutazione rischio e cartografie 

- all'affinamento di linee guida e/o metodologie per la valutazione

del rischio quantitativo e redazione di cartografie;

 

  Azione 11 - coerenza piani 

- alla omogeneizzazione dei suddetti piani;

Referenti: Ministero dell'ambiente, Autorita' di distretto,  ISPRA,

Dipartimento della protezione civile per la definizione degli scenari

a supporto della pianificazione

Riferimento normativo: decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Tempistica: 12 mesi

 

  Azione  12  -  verifica  operativita'  delle  Autorita'  di  bacino

distrettuale 

-  a  verificare  lo  stato  di  effettiva  funzionalita'  e  piena

operativita' delle Autorita' di bacino distrettuale (istituite con DM

25 ottobre 2016 ai sensi dell'articolo 64 del decreto  legislativo  3

aprile 2006, n.152), e della completezza, aggiornamento,  adeguatezza

e messa a sistema dei Piani di gestione del rischio alluvioni  (PGRA)

e dei Contratti di Fiume;

 

Azione  13  -  supporto  della  Comunita'  Scientifica,  Centri  di

competenza   e   di   forme   di   collaborazione    con    Organismi

tecnico-scientifici 

- all'aggiornamento,  potenziamento  e  consolidamento  delle  basi

scientifiche di informazione e conoscenza dei rischi dei  cambiamenti

climatici e idrogeologici ai fini di una piu' efficace programmazione

e governo dell'ambiente e del territorio mediante:

• acquisizione del Rapporto scientifico aggiornato sulla situazione

e sui rischi dei cambiamenti climatici e dissesto;

• predisposizione di un Executive Summary;

• predisposizione di una mappatura e modellizzazione delle  aree  a

rischio, con georeferenziazione degli interventi  programmati  e  dei

loro effetti;

con  il  contributo  del  Ministero   delle   politiche   agricole,

alimentari,  forestali  e  del  turismo,  del  sistema  nazionale  di

protezione ambientale e di protezione civile, anche ai  fini  di  una

verifica attualizzata di coerenza e funzionalita'.

 

 

                        Ambito d'intervento 3 
                       MISURE DI MANUTENZIONE 
  MISSIONE DEL MINISTERO DELL'INTERNO E RUOLO DI COORDINAMENTO 

 

  Azione 14 - Piano Dissesto Piccoli Comuni 

Il Ministero dell'Interno provvede a predisporre un Piano  Dissesto

Piccoli Comuni, di contributi per interventi di messa in sicurezza di

scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, concernenti i

Comuni fino a 20.000  abitanti;  nonche'  nei  Comuni  delle  zone  a

rischio sismico 1 e  2  per  opere  di  progettazione  definitiva  ed

esecutiva relativa  ad  interventi  di  miglioramento  e  adeguamento

antisismico di immobili pubblici e messa in sicurezza del  territorio

dal dissesto idrogeologico, al fine di garantire un pieno, coordinato

e efficace utilizzo degli stanziamenti disponibili. A  tali  fini  si

potra' valutare anche un  intervento  normativo  di  omogeneizzazione

delle diverse procedure attualmente previste.

La copertura di tali contributi e' prevista a valere sulle seguenti

risorse:

• del Fondo piccoli comuni ex  art.  1,  commi  107-108-109,  della

legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019);

• ex comma 853 e seguenti legge n.  205  del  2017,  da  utilizzare

anche ai fini della messa in sicurezza del territorio  delle  risorse

stanziate dalla legge di bilancio 2018, pari a 150  milioni  di  euro

per il 2018, 300 milioni di euro per il 2019 e 400  milioni  di  euro

per il 2020, destinate a opere di messa in  sicurezza  di  edifici  e

territorio;

• ex articolo 41-bis del decreto-legge n.50  del  2017,  pari  a  5

milioni di euro per l'anno 2017, 25 milioni  per  l'anno  2018  e  30

milioni per l'anno 2019.

Al fabbisogno di contributi per interventi per i  quali  sono  gia'

disponibili  progetti  esecutivi,  si  provvedera'  d'intesa  con  il

Dipartimento per le politiche di coesione a  redigere  una  specifica

proposta  per  il  finanziamento  con  ulteriori  risorse  del  Fondo

Sviluppo e Coesione.

  MISSIONE  DEL  MINISTERO  DELLE  POLITICHE  AGRICOLE,   ALIMENTARI,
FORESTALI E DEL TURISMO E RUOLO DI COORDINAMENTO 

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e  del

turismo, con  il  supporto  del  Dipartimento  per  le  politiche  di

coesione, provvede a sottoporre un Piano settoriale urgente di:

 

  Azione 15 - Piano difesa idrogeologica  aree  montane,  agricole  e

forestali 

- interventi di difesa del  suolo  e  difesa  idrogeologica  (quali

potrebbero essere gli interventi di  manutenzione  straordinaria  che

comportino il rifacimento o  l'ampliamento  di  opere  idrauliche  ed

idrogeologiche, nuove opere di  difesa  idrogeologica  dei  canali  e

corsi d'acqua, interventi di difesa dei versanti da frane e slavine e

sistemazione delle aree  in  frana,  con  relativi  drenaggi,  ecc.),

ovvero di progetti con tipologia prevalente di  difesa  del  suolo  a

precipua  salvaguardia  del  potenziale   produttivo   agricolo,   di

infrastrutture legate all'agricoltura e/o integrazione di  interventi

di difesa del suolo per renderli utili anche da  un  punto  di  vista

agricolo.

Allo  stato  l'importo  totale  dei  progetti  presentati  a  scopi

ambientali e' pari a euro 1.585.754.216,56.

 

  Azione 16 - schemi irrigui 

- miglioramento dell'efficienza degli schemi irrigui esistenti  sul

territorio nazionale.

Ad oggi diverse fonti sono  disponibili  per  il  finanziamento  di

interventi infrastrutturali per fini irrigui e plurimi.

- Programma di sviluppo rurale nazionale  2014-2020  -  Sottomisura

4.3 - operazione 4.3.1- Investimenti in infrastrutture  irrigue,  per

una dotazione di euro 291.000.000.

- Piano operativo agricoltura - Sottopiano 2 Interventi  nel  campo

delle  infrastrutture  irrigue,  bonifica  idraulica,  difesa   dalle

esondazioni, bacini di accumulo e programmi collegati  di  assistenza

tecnica e consulenza, per una dotazione di 257.000.000 euro.

- Fondo infrastrutture: attraverso l'articolo  1  comma  140  della

legge n. 232/2016, che ha stanziato risorse per  gli  anni  dal  2017

fino al 2032, il  Ministero  delle  politiche  agricole,  alimentari,

forestali e del turismo ha finanziato  investimenti  infrastrutturali

con  finalita'  prevalenti  legate  alla  prevenzione  del   dissesto

idrogeologico  e  risanamento  ambientale,  in  particolare  in  aree

caratterizzate da problematiche diffuse e con rischio di procedure di

infrazione. Con l'articolo 1, comma 1072, della legge n. 205 del 2017

(Bilancio 2018), e' stato rifinanziato il citato Fondo. Con  il  DPCM

28.11.2018 e' stata disposta  la  ripartizione  del  fondo  medesimo,

assegnando al Ministero delle politiche

agricole, alimentari, forestale e del turismo 107.875.361  di  euro

per il settore di spesa "infrastrutture,  anche  relative  alla  rete

idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione".

- Piano straordinario invasi di cui alla legge  205/2017,  art.  1,

comma 523: con DM 526 del 6 dicembre 2018 sono stati  individuati  30

progetti in stato di progettazione definitiva ed  esecutiva  relativi

ad invasi multiobiettivo e il risparmio di acqua negli usi agricoli e

civili per un  importo  complessivo  di  249.882.932,40  di  euro  di

competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti  e  del

Ministero delle  politiche  agricole,  alimentari,  forestali  e  del

turismo.

 

  Azione 17 - Gestione forestale sostenibile 

Il Ministero per le politiche agricole, alimentari, forestali e del

turismo, d'intesa con le Regioni e le Province autonome, promuove:

- la gestione forestale sostenibile e  la  diffusione  di  pratiche

silvoambientali virtuose, sostenendo la redazione  e  l'aggiornamento

Piani forestali di  indirizzo  territoriale  (art.  6  comma  3,  del

decreto legislativo 3 aprile 2018 n. 34) e la redazione dei Piani  di

gestione forestale o  di  strumenti  equivalenti  per  le  proprieta'

singole e associate, pubbliche e private (art. 6 comma 3, del decreto

legislativo 3 aprile 2018,  n.  34),  con  priorita'  per  estensioni

forestali accorpate superiori ai 10  ettari  localizzati  in  aree  a

rischio dissesto idrogeologico individuate  dai  Piani  di  bacino  e

distretto;

-   interventi   di   gestione    forestale    sostenibile    volti

prioritariamente alla gestione attiva per  fini  di  prevenzione  dal

dissesto idrogeologico e  del  rischio  incendio  per  le  proprieta'

pubbliche, private  e  collettive  del  bacino  o  distretto  su  cui

ricadono, secondo quanto previsto dai Piani di gestione  forestale  o

strumenti equivalenti gia' approvati dalla Regione o redatti  con  il

sostegno delle misure di questa azione o dalle  misure  promosse  dai

Programmi di Sviluppo rurale regionali (PSR);

- per le aree individuate  a  rischio  dissesto  idrogeologico  dai

Piani di bacino e distretto, l'attuazione degli  interventi  e  delle

misure agrosilvopastorali dei Programmi di Sviluppo Rurale regionale,

specificatamente  volte   al   perseguimento   degli   obiettivi   di

contenimento del dissesto idrogeologico;

- il presidio attivo e la vigilanza impegnata  del  territorio  con

particolare attenzione alle aree collinari  e  montane,  mediante  la

valorizzazione a fini attuativi dei  diversi  soggetti  presenti  sul

territorio (pubblici e privati, singoli o associati).

Ad oggi diverse fonti sono  disponibili  per  il  finanziamento  di

interventi forestali per fini plurimi:

 

Programmi di sviluppo rurale 2014-2020

- Misura 8 (Sottomisura 8.1 - sostegno  per  l'imboschimento  e  la

creazione di boschi, (costi di impianto  e  manutenzione,  premio  ad

ettaro per i mancati redditi); 8.2  -  sostegno  all'allestimento  di

sistemi agroforestali (costi  di  impianto  e  manutenzione);  8.3  -

sostegno per la prevenzione delle  foreste  danneggiate  da  incendi,

calamita' naturali ed eventi catastrofici; sostegno per  il  restauro

delle foreste danneggiate da incendi, calamita'  naturali  ed  eventi

catastrofici; 8.5 - sostegno per investimenti diretti  ad  accrescere

la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali;  8.6

-  sostegno  per  investimenti  in  tecnologie  forestali   e   nella

trasformazione,  mobilitazione  e  commercializzazione  dei  prodotti

forestali   e   Misura   15   Servizi   silvoclimaticiambientali    e

conservazione delle foreste per una dotazione di  1.352.142.432  euro

per il periodo 2014-2020.

 

Piano operativo agricoltura (FSC)

-  Sotto-piano  3  Interventi  nel  campo  della  pianificazione  e

gestione forestale di proprieta'  pubbliche  e  private  associate  o

consorziate, per una dotazione di 5.000.000 di euro.

 

Azione 18 - Progetto riforestazione 

- Il Ministero delle politiche agricole,  alimentari,  forestali  e

del  turismo,  d'intesa  con  le  Regioni  e  le  Province  autonome,

predispone un Piano straordinario di recupero dei terreni abbandonati

e di difesa dei boschi («Progetto-Bandiera») con:

- misure di incentivazione per  i  titolari  della  gestione  delle

proprieta' forestali pubbliche, private e collettive, anche associate

o consorziate tra loro, con  priorita'  per  le  superfici  accorpate

superiori ai 10  ettari,  che  attivino  azioni  volte  a  promuovere

sistemi  di  pagamento  anche  volontari,  dei  servizi  ecosistemici

generati  dalle  attivita'  di  gestione  forestale   sostenibile   e

dall'assunzione  di  specifici  impegni  silvo-ambientali  ai   sensi

dell'articolo 8, comma 8, del decreto legislativo 3 aprile  2018,  n.

34,  con  particolare  riferimento  alla  prevenzione  del   dissesto

idrogeologico, alla riduzione  dei  coefficienti  di  deflusso,  alla

prevenzione selvicolturale degli incendi boschivi;

- misure di incentivazione  per  proprietari  pubblici  e  privati,

anche   associati   o   consorziati,   che   avvino    progetti    di

rinaturalizzazione  dei  rimboschimenti  artificiali  realizzati  con

specie alloctone, o realizzino  nuovi  rimboschimenti  permanenti  di

aree a rischio idrogeologico e di versanti in dissesto, ricorrendo  a

specie autoctone, nonche' al ripristino di aree dove  recenti  eventi

di disturbo hanno creato estesi fenomeni di  sofferenza  o  moria  di

piante, anche in deroga alle vigenti norme di limitazione  temporanea

dei rimboschimenti per le aree percorse da incendio.

 

Azione 19 - Trasformazione del danno forestale in risorsa 

- Recupero, stagionatura e valorizzazione del legname  dei  tronchi

abbattuti dalle intemperie.

Le tempeste ed i forti venti dello scorso mese  di  novembre  hanno

arrecato gravissimi danni al  manto  forestale  delle  Alpi  e  degli

altipiani veneti. Si calcola che in  pochissimi  giorni  il  maltempo

abbia abbattuto piu' di 13 milioni di alberi, in particolare conifere

d'alto fusto, per un totale complessivo di 14 milioni di metri cubi.

Oltre all'incalcolabile danno all'ecosistema,  risulta  compromessa

un'economia   montana   basata   in   maniera   significativa   sullo

sfruttamento razionale delle foreste, mentre insufficiente appare  la

potenzialita' delle locali segherie e luoghi di stoccaggio.

Com'e' noto, il fabbisogno italiano  di  legno  utilizzato  per  la

carpenteria  e  per  l'importante  industria  dell'arredamento  viene

soddisfatto solo parzialmente dalla produzione  nazionale.  Nel  2015

l'importazione di legname, tondo  e  segato,  ha  raggiunto  i  10,34

milioni di metri cubi annui a fronte di  una  produzione  interna  di

6,46 milioni di metri cubi, per una spesa totale  per  l'importazione

di circa 1.200 milioni di Euro.

I tronchi abbattuti dalle intemperie rappresentano  quindi  da  una

parte un danno alla coltura  razionale  dei  boschi,  dall'altra  una

risorsa resasi purtroppo  tutta  insieme  disponibile  e  che  dovra'

essere  comunque  rapidamente   recuperata,   messa   al   sicuro   e

gradualmente commercializzata.

Il presupposto di questa complessa operazione e'  sottrarre  quanto

prima il legno al degrado atmosferico ed agli attacchi  di  funghi  e

parassiti. Si tratta cioe' anche di individuare grandi spazi asciutti

di stoccaggio per questi milioni di tronchi, in modo da garantirne la

conservazione e l'eventuale stagionatura.

In molte aree interessate e' presente una  significativa  quantita'

di capannoni, gia' ad uso industriale o commerciale,  inutilizzati  a

causa della crisi economica o degli eventi. Su tali  edifici  gravano

tasse come l'IMU, che l'attuale Governo si accinge a  ridimensionare.

Questi capannoni sembrano il posto ideale  per  lo  stoccaggio  delle

enormi quantita' di legname da recuperare.

Il  Governo  potrebbe  agevolare   la   messa   in   sicurezza   di

un'importante  risorsa  quale  il  legname  abbattuto  delle   nostre

montagne,  verificando  la  possibilita'  di  proporre   una   misura

legislativa di esonero dall'IMU dei capannoni cosi' riutilizzati, pur

lasciando ai privati la libera contrattazione, salvo  comprova  degli

eventuali rapporti di locazione e di adeguamento dei siti.

Una prima concreta e significativa risposta  alla  problematica  e'

gia' prevista dalla Ordinanza del Capo Dipartimento della  Protezione

civile n. 558 del 15 novembre 2018.

Nelle aree colpite da estesi danni ai  boschi  in  conseguenza  del

ciclone VAIA e censiti dalle Regioni e  Province  autonome  ai  sensi

dell'Ordinanza di protezione civile n. 558 del  15  novembre  2018  e

successive  modificazioni  ed  integrazioni,   il   Ministero   delle

politiche agricole, alimentari, forestale e del turismo, d'intesa con

le Regioni e le Province autonome, individua le aree e le metodologie

piu' idonee, per ogni area, per l'esbosco delle piante abbattute e la

loro custodia, predispone all'uopo adeguate forme di incentivazione o

rimborso delle spese sostenute, consentendone la messa in vendita  in

tempi scalari, al fine di mantenere adeguati i prezzi  di  mercato  e

valorizzarne gli  usi  a  cascata  ed  evitando  qualsiasi  forma  di

sovracompensazione.

Nelle  aree  private  della  copertura  forestale,  di   proprieta'

pubblica e privata, con priorita' per i boschi di protezione  diretta

di cui all'articolo 3, comma 2, lettera r), del decreto legislativo 3

aprile 2018, n. 34, incentiva interventi  di  idraulica  forestale  e

ingegneria naturalistica per la prevenzione dei fenomeni di dissesto.

Ruolo della Comunita' Scientifica, Centri di competenza e di  forme

di collaborazione con Organismi tecnico-scientifici

 

  Azione  20  -  sistema  tecnologico  nazionale  di  gestione  della

informazione geografica e ambientale 

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con il  Dipartimento  per

la programmazione e il coordinamento della politica economica, con il

Dipartimento  della  Protezione  civile,  in  collaborazione  con  il

Ministero  dell'ambiente,  con  l'Agenzia  Spaziale  Italiana  e  con

l'Ispra,  perseguono,  con  le  risorse  disponibili  a  legislazione

vigente, la realizzazione di  un  sistema  tecnologico  nazionale  di

gestione  della  informazione  geografica  e   ambientale,   mediante

l'impiego delle capacita' satellitari nazionali e strumenti operativi

di  osservazione  della  terra  dallo  spazio,  con  monitoraggio  in

continuo del territorio.

Ai suddetti fini si avvalgono anche dei servizi  individuati  dalle

diverse comunita' di utenti  nell'ambito  del  Programma  Europeo  di

osservazione della terra COPERNICUS. Ulteriori informazioni  di  tipo

geografico,  potranno   essere   reperite   attraverso   il   Sistema

informativo agricolo nazionale (SIAN), gia' utilizzato da Agea per la

gestione di tutte le misure relative alla Politica agricola comune e,

relativamente alla localizzazione delle infrastrutture irrigue  e  di

bonifica, dal Sistema Informativo Nazionale  per  la  gestione  delle

Risorse Idriche in Agricoltura (SIGRIAN) gestito dal CREA Politiche e

Bio-economia,  che  raccoglie  informazioni  di  natura   gestionale,

infrastrutturale e agronomica nelle aree  di  irrigazione  collettiva

(Consorzi di Bonifica, di Miglioramento fondiario ecc.)  e  che  puo'

consentire la localizzazione delle aree degli interventi  programmati

e realizzati dagli enti irrigui al fine di collegarle  ai  fabbisogni

di intervento legati al contrasto al dissesto.

In funzione di quanto precede l'Agenzia Spaziale Italiana e l'Ispra

adeguano i rispettivi piani e programmi di attivita', a supporto  del

Ministero dell'ambiente e del Dipartimento della  Protezione  civile,

anche al fine:

ϒ dello sfruttamento delle capacita' e delle tecnologie spaziali di

osservazione della  terra  per  lo  sviluppo  di  una  infrastruttura

tecnologica ambientale (ITA), basata su una piu' ampia e  performante

utilizzazione  delle  capacita'  del  sistema  satellitare  nazionale

COSMO-SKYMed, in grado di garantire prestazioni di osservazione radar

ad  alta  risoluzione  in  ogni  condizione  di  tempo,  ed   elevate

possibilita' di analisi e stime, mediante la ricerca e  utilizzazione

di  avanzati  modelli  previsionali,  nonche'  del  suddetto  sistema

europeo COPERNICUS;

ϒ della realizzazione di un innovativo sistema di metadati  per  la

gestione della informazione geografica e  ambientale,  in  attuazione

della direttiva europea INSPIRE, da  rendere  disponibile  agli  enti

locali, ai  responsabili  ai  diversi  livelli  della  pianificazione

urbanistica, paesaggistica e territoriale, alle strutture di  ricerca

universitarie e degli enti ed organismi di ricerca, al sistema  delle

imprese, agli ordini professionali tecnici, e alla

cittadinanza attiva, per migliorare la completezza  e  la  qualita'

dei dati a beneficio di una piu' accurata conoscenza e programmazione

dell'ambiente e del territorio, in  una  prospettiva  non  piu'  solo

emergenziale, ma di politiche attive di  piu'  incisiva  prevenzione,

governo e controllo;

ϒ  dell'attuazione  di  un  progetto   iniziale   di   integrazione

dell'archivio MAPItaly (immagini CosmoSkyMed) dell'ASI nel Geoportale

Nazionale del Ministero dell'ambiente, includendo le acquisizioni  in

tempo reale e le elaborazioni on demand su aree ad elevata criticita'

per  emergenza  e/o  monitoraggio  idrogeologico,  anche  tramite  il

supporto della catena di  processamento  dati  militare  (Pratica  di

Mare).  La  piena  disponibilita'   per   il   Geoportale   Nazionale

dell'archivio MAPItaly puo' garantire la continuita' di  osservazione

interferometrica (frane,  deformazioni  del  suolo  e  di  manufatti)

iniziata con il Piano Straordinario di Telerilevamento  per  aree  ad

elevata vulnerabilita' o esposizione e ferma al 2013, consentendo  di

valutare eventuale estensione a tutto il territorio nazionale,  cosi'

come  richiesto  da  vari  livelli  della  pubblica  amministrazione.

L'eventuale capacita'  di  acquisizione  diretta  di  dati  a  valore

aggiunto (post-processati) dalla costellazione nazionale  satellitare

CSK  consentirebbe  rapida  ed  autonoma  capacita'   del   Ministero

dell'ambiente   e   delle   pubbliche    amministrazioni    coinvolte

nell'osservazione diurna e notturna del territorio nazionale anche in

condizioni atmosferiche sfavorevoli. La completezza  del  dato  radar

proveniente da CSK consente analisi  ed  osservazioni  utili  per  le

problematiche  relative   a   frane   (Monitoraggio)   ed   alluvioni

(Valutazione dello scenario e Stima del danno). Le informazioni cosi'

acquisite  saranno  ulteriormente  integrate  con   il   sistema   di

monitoraggio e  gestione  dei  procedimenti  dell'Amministrazione  in

corso di sviluppo  presso  il  Ministero  dell'ambiente,  consentendo

cosi' di poter compiutamente svolgere attivita' di geoanalisi per  la

corretta valutazione pre (conoscitiva) e post (monitoraggio  effetti)

degli interventi posti in essere;

ϒ della realizzazione di un centro di competenza per lo sviluppo  e

la gestione di una specifica  applicazione  innovativa  di  carattere

scientifico, satellitare e digitale, focalizzata sulla  conoscenza  e

analisi situazionale e predittiva, a fini della verifica di coerenza,

adeguata programmazione e controllo degli  interventi  connessi  alle

necessita' ed urgenze del dissesto idrogeologico.

 

  Azione  21  -  Attuazione  dell'Agenzia  Meteorologica   Nazionale,

attestata sul Dipartimento di Protezione civile 

Istituzione e impegno  di  sostegno  dell'Agenzia  ItaliaMeteo,  ex

commi 549 e ss., della legge 205 del 2017, la nuova Agenzia Nazionale

per la Meteorologia e la Climatologia, e la sua migliore integrazione

e messa a sistema con il nuovo Data Centre del Centro Europeo per  le

previsioni Meteorologiche a  medio  termine  (ECMWF),  dedicati  alla

gestione dei metadati ambientali, basata su una capacita' di  calcolo

ad altissime prestazioni e sulla ricerca  e  utilizzazione  dei  piu'

avanzati modelli predittivi. Il Centro, che ha sede  a  Reading,  nel

Regno Unito, ha deciso di trasferire la sua struttura di supercalcolo

a Bologna, dove sara' operativa entro la fine del 2020.

Tale sistema contribuira' a meglio  razionalizzare,  organizzare  e

aggregare il settore meteo italiano oggi caratterizzato da competenze

altamente frammentate in capo ad una moltitudine di attori pubblici a

vari livelli territoriali, nonche' a garantire adeguati  investimenti

per qualita' ed omogeneita' dei dati anche ai fini della  prevenzione

e  del  contrasto  degli  effetti  del   dissesto   idrogeologico   e

dell'attivazione di misure di mitigazione/adattamento ai  cambiamenti

climatici.

Tra i compiti, pertanto, quello di sovrintendere al  Sistema  Meteo

Unitario Nazionale quale misura di coordinamento degli enti  italiani

attualmente competenti in meteorologia per consentire  di  uniformare

la qualita' dei dati.

Saranno cosi' massimizzate le capacita' di  previsioni  del  tempo,

per riuscire ad anticipare al massimo possibile gli  eventi  ad  alto

impatto come tempeste di vento, inondazioni e  ondate  di  calore,  e

consentire cosi' ai servizi meteorologici e di emergenza nazionali di

proteggere al meglio vite umane e proprieta' in un clima sempre  piu'

mutevole.

In particolare sara' garantita la fornitura di dati omogenei  e  di

elevata qualita' alle "Autorita' statali e  regionali  preposte  alle

funzioni  di  protezione  civile,  alla   tutela   della   salute   e

dell'ambiente, alle scelte di politica agricola, nelle  decisioni  di

rispettiva  competenza,  ivi  comprese,  in  particolare,  quelle  da

adottarsi nell'ambito del Sistema di allerta nazionale per il rischio

meteo-idrogeologico e idraulico, nonche' per l'attuazione  del  piano

sull'agricoltura  di  precisione  e  di  misure  di   mitigazione   e

adattamento ai cambiamenti climatici".

Allo stesso tempo si rende  possibile  rappresentare  unitariamente

l'Italia  all'estero  anche  ai  fini  di  attrarre  i  finanziamenti

internazionali in materia, anche con l'obiettivo di razionalizzare il

settore nazionale  mettendo  in  rete  le  risorse  gia'  previste  a

legislazione vigente.

Referenti: PCM, Regioni, Comitato di Indirizzo per la  Meteorologia

e Climatologia

Misure attuative:

A)  Approvazione  dello  Statuto  e  del  regolamento  dell'Agenzia

ItaliaMeteo, attivazione della sede centrale dell'Agenzia.

 

  Azione 22 - Programma di manutenzione delle  reti  di  monitoraggio

idro-meteo-clima 

Individuazione delle risorse  che  permettano  livelli  omogenei  e

adeguati al servizio richiesto delle reti regionali e di monitoraggio

nazionale idrometeoclima, sia a supporto del  sistema  di  protezione

civile che di quello ambientale, governati rispettivamente da SNPC  e

da SNPA.

Nel contesto si prevede, altresi', di  attuare  l'integrazione  dei

dati  della  Rete  Agrometeorologica  Nazionale,   costituita   dalle

centraline automatiche localizzate in  zone  a  principale  vocazione

agricola. Le grandezze agrometeorologiche rilevate  dalle  centraline

RAN sono utilizzate per la ricostruzione degli  eventi  meteorologici

(temperatura,  precipitazione,  umidita'   relativa,   ecc.)   e   il

monitoraggio della stagione agraria. I dati rilevati sono  sottoposti

a  sistematici  controlli  di  correttezza  e  consistenza  fisica  e

meteoclimatica  prima  di  essere   archiviati   nella   Banca   Dati

Agrometeorologica Nazionale del SIAN e utilizzati per il monitoraggio

agrometeorologico.

Referenti: Dipartimento della Protezione  civile,  SNPC,  Ministero

dell'ambiente, SNPA

Tempistica: Immediata

 

  Azione 23 - Ottimizzazione dei sistemi di allertamento 

Finanziamento, previa individuazione delle risorse finalizzate agli

scopi, delle azioni  finalizzate  alla  "crescita  della  resilienza"

delle  popolazioni,  attraverso  l'organizzazione  di  attivita'   di

formazione sui temi del rischio idrogeologico/idraulico e  della  sua

gestione da attivare nelle Scuole e in tutti gli  ambiti  e  ai  vari

livelli territoriali; promozione e realizzazione di nuove  tecnologie

per il miglioramento delle comunicazioni di allerta  all'interno  del

sistema di protezione civile e che comprenda anche i cittadini.

Referenti: Dipartimento della Protezione civile  (relativamente  al

sistema di allertamento), SNPC

Riferimento  normativo:  Codice  di  protezione   civile   (decreto

legislativo n. 1 del 2018 e DPCM 27 febbraio 2004)

Tempistica: Immediata

 

  Azione 24 - Rafforzamento sorveglianza ambientale  con  le  risorse

disponibili finalizzate agli scopi a legislazione vigente 

Coinvolgimento  Arma  dei  Carabinieri  (CUFAA)  -  Sentinelle  del

Territorio

Referenti:  Ministero  della   difesa,   Ministero   dell'ambiente,

Ministero   dell'interno,   Ministero   delle   politiche   agricole,

alimentari, forestali e del turismo, Protezione civile, Regioni.

Tempistica: Immediato

Misure attuative:

A) prevedere che i Carabinieri del Comando  unita'  per  la  tutela

forestale,  ambientale  e  agroalimentare,  specializzati  in  tutela

dell'ambiente  e  degli  ambienti  ecosistemici,   siano   coinvolti,

mediante appositi accordi regione per regione, in azioni di  presidio

del  territorio,  di  sorveglianza  delle  aree  a  maggiore  rischio

idrogeologico e di verifica degli interventi finanziati. Cio'  potra'

avvenire tramite Accordo quadro  Stato-Regioni-Comando  Generale  dei

Carabinieri per definire le finalita', i meccanismi di attivazione, i

costi e le relative coperture (per le Regioni a statuto speciale e le

Province  autonome  di  Trento  e  Bolzano,  l'opportunita'   di   un

coinvolgimento dei rispettivi Corpi Forestali);

B)  promuovere  un  sistema   nazionale   volontario   di   guardia

ambientale, anche mediante  l'individuazione  -  sulla  base  di  una

rigorosa   procedura   di   evidenza   pubblica,   e   di   requisiti

particolarmente elevati - di una o piu' Associazioni, in

primis ambientaliste o del personale in congedo o pensionato  delle

Forze Armate o di Polizia, ufficialmente riconosciute e di  carattere

nazionale,  da  convenzionare  con  il  Ministero  dell'Ambiente,  in

Ministero delle  politiche  agricole,  alimentari,  forestali  e  del

turismo, con l'Arma dei Carabinieri  (CUFA)  e  con  il  Dipartimento

della Protezione civile - per strutturare una funzione  di  interesse

pubblico ed ausiliaria  dei  pubblici  poteri  nel  settore,  percio'

sussidiaria e di prossimita', ma  il  piu'  possibile  qualificata  e

professionale,  preordinata  alla   vigilanza   e   presidio   attivi

dell'ambiente, del territorio e del mare.

 

 

                        Ambito d'intervento 4 
     MISURE DI SEMPLIFICAZIONE DA REALIZZARE ANCHE CON APPOSITI  INTERVENTI NORMATIVI 
           RAFFORZAMENTO ORGANIZZATIVO E DELLA GOVERNANCE 

 

Le competenti Amministrazioni e Dicasteri assicurano ogni opportuna

misura,  sul  piano  della  iniziativa  legislativa,   istituzionale,

amministrativa e tecnica, finalizzate a  realizzare  una  consistente

razionalizzazione organizzativa, con rafforzamento della  governance,

potenziamento del sistema di gestione ordinaria,  e  una  sostanziale

semplificazione  dei  processi,   volte   a   favorire   la   massima

effettivita'  e  efficacia  delle  azioni,  informata  ai  criteri  e

requisiti, che  troveranno  corpo  in  un  organico  separato  plesso

normativo, identificati nell'apposito Allegato C), da intendersi come

specifiche Linee Guida.

In  via  immediata,  in  funzione  delle   predette   esigenze   di

semplificazione e in attuazione dei suddetti principi e prescrizioni,

si procede in parallelo alle seguenti ulteriori Azioni:

 

  Azione 25 - Sistema RENDIS 

Rendere  piu'  efficace  ed  efficiente  il  sistema  RENDIS  e  il

meccanismo di rendicontazione dei progetti, integrandolo con la Banca

dati delle Pubbliche amministrazioni (BDAP)  del  MEF  ai  sensi  del

decreto legislativo n. 229/2011.

Referenti: Ministero dell'ambiente,  Protezione  civile,  Ministero

dell'economia e delle  finanze,  Dipartimento  per  le  politiche  di

coesione, Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e

del turismo, Regioni, ISPRA

Tempistica: Entro 6 mesi

Misure attuative:

A) Semplificare i contenuti del D.P.C.M. del 28.05.2015 (Criteri di

attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio

idrogeologico), prevedendo, in particolare di:

1. semplificare e velocizzare il  sistema  RENDIS  e  la  procedura

istruttoria;

2. coinvolgere le Autorita' di Distretto fin dall'inserimento degli

interventi  in  RENDIS  per  la   verifica   di   coerenza   con   la

pianificazione di distretto;

3. individuare le opere accessorie ammissibili;

4. adottare criteri di premialita' nell'assegnazione delle risorse;

5. definire modalita' affinche' le Regioni possano individuare  una

percentuale di interventi (ad esempio il 30%) al di fuori dell'ordine

di priorita' delle graduatorie di RENDIS;

6. costituire un gruppo di lavoro (tra Presidenza del Consiglio dei

ministri, Ministero dell'ambiente, Ministero  dell'economia  e  delle

finanze, ISPRA) che individui modalita' e tempi per l'interazione tra

RENDIS e le altre banche  dati  pubbliche  nelle  quali  confluiscono

informazioni identiche e/o tra esse correlate, allo scopo di disporre

di uno strumento unico e onnicomprensivo e di semplificare /  ridurre

gli adempimenti richiesti alle Regioni.

B)  Sotto  l'aspetto  informatico,  e'  necessario   applicare   il

principio  di  unicita'  dell'invio,  a  vantaggio   delle   stazioni

appaltanti facendo si' che RENDIS:

1. acceda automaticamente ai dati trasmessi alla BDAP (che fanno da

base dati univoca delle informazioni  finanziarie  e  di  avanzamento

lavori);

2. continui a rilevare le informazioni tecniche  non  previste  dal

tracciato BDAP ai sensi del decreto legislativo n. 229/2011.

 

  Azione 26 - Incremento fondi per la progettazione 

Referenti: Ministero dell'ambiente

Tempistica: Entro 3 mesi

Misure attuative:

A) prevedere che una quota parte  delle  risorse  sia  destinata  a

coprire  le  spese  di  progettazione,  a   prescindere   dal   fondo

progettazione, anche attraverso una revisione delle spese ammissibili

e dei lavori ammissibili nell'ambito degli interventi  da  parte  del

Commissario che potra' condurre a possibili economie;

B) il Dipartimento per la Coesione Territoriale, in  collaborazione

con l'Agenzia per la Coesione, si impegna  a  istituire  un  autonomo

Fondo per la progettazione per supportare  le  Amministrazioni  nella

progettazione   e   realizzazione   degli   interventi,    finanziato

prioritariamente attraverso  le  risorse  del  Fondo  di  sviluppo  e

coesione, al fine di sostenere, possibilmente a fondo perduto e senza

vincolo di destinazione territoriale,  i  costi  della  progettazione

tecnica di beni ed edifici pubblici dei progetti infrastrutturali che

abbiano avuto la valutazione positiva da parte  delle  strutture  del

DPCOE, in collaborazione con i Ministeri competenti.  In  particolare

il Fondo potrebbe finanziare progetti esecutivi relativi a interventi

sul   rischio   idrogeologico   anche   in   funzione   della   nuova

programmazione  2021.2027  e/o  con  riprogrammazioni  delle  risorse

attualmente assegnate ai vari Programmi e Piani finanziati con l'FSC.

 

  Azione 27 - Snellimento  delle  procedure  per  l'attuazione  degli

interventi e la realizzazione delle opere 

Referenti: Ministero dell'ambiente

Tempistica: Entro 3 mesi

Misure attuative:

A) Al fine di garantire maggiore disponibilita'  finanziaria  sulle

Contabilita' speciali (trattandosi di contabilita' di cassa e non  di

competenza), si rende  necessario  impostare  le  delibere  CIPE  che

disciplinano le modalita'  di  trasferimento  delle  risorse  FSC  ai

Commissari di Governo prevedendo una maggiore anticipazione  iniziale

(superiore all'attuale 10%) e concentrare i successivi  trasferimenti

in un minor numero di tranche (attualmente fino  a  18),  di  importo

maggiore, tenendo conto dello stato di avanzamento dei lavori;

B) Si prevede di riconoscere, automaticamente, a  ciascuna  Regione

una  quota  fissa  (il  20%)  dei  fondi  per  il  dissesto  definiti

dall'Accordo  di  Programma   Stato-Regioni   a   prescindere   dalla

progettazione e dalle attivita',  per  sostenere  spese  connesse  ad

opere di manutenzione ordinaria di semplice  realizzazione  e  scarso

valore individuale (esempio: pulitura  argini  dei  fiumi;  rimozione

materiali edili etc.). Tale quota verra' rendicontata dalla Regione a

opere realizzate entro tempi certi: allo scadere  del  tempo  fissato

dalla legge, i fondi ritorneranno allo Stato che li potra'  destinare

alle Regioni piu' virtuose con un meccanismo di premialita'.

 

  Azione 28 - Revisione dei poteri dei Commissari straordinari per il

dissesto idrogeologico anche con appositi interventi normativi 

Referenti: Ministero dell'ambiente, ministero dell'economia e delle

Finanza

Tempistica: Entro 3 mesi

Misure attuative:

A) Razionalizzare i poteri dei commissari previsti dalla  normativa

vigente (dal decretolegge n. 91 del 2014 al decreto-legge n. 133  del

2014, fino alle recenti  innovazioni  normative)  e  anticipare  ogni

forma di partecipazione di altre Autorita' nella fase  iniziale,  con

tempi certi e precise responsabilita' attuative;

B)  prevedere  l'obbligatorieta'  della  nomina  di   un   soggetto

attuatore, limitandone la scelta  in  un  dirigente  di  ruolo  della

Regione, cosi' da assicurare una relazione costante tra  quest'ultimo

e il Presidente-Commissario;

C)  prevedere  che  il  Commissario  possa  assumere   obbligazioni

giuridicamente vincolanti prescindendo dall'effettiva  disponibilita'

di cassa, quando la copertura della spesa sia garantita  da  afflussi

in contabilita' speciale distribuiti su piu' esercizi.

 

  Azione 29 - Coordinamento tecnico per l'utilizzo dei fondi  per  la

prevenzione 

Referenti: Ministero dell'ambiente

Tempistica: Entro 3 mesi

Misure attuative:

A) proposta di istituzione, con apposita disposizione  normativa  e

relativa autorizzazione di spesa, di una specifica segreteria tecnica

presso il Ministero dell'ambiente, che abbia il compito di coordinare

specifiche task force regionali e vigilare sull'utilizzo  dei  fondi,

supportando  le  amministrazioni  regionali  anche  nella   fase   di

caricamento dei progetti nel sistema RENDIS.

 

Azione 30 - Task force per accelerazione interventi 

Referenti: Ministero dell'ambiente

Tempistica: Entro settembre 2019

Misure attuative:

A) Il Ministero dell'ambiente, a  valere  sulle  risorse  destinate

all'Assistenza tecnica nell'ambito del Piano Operativo Ambiente  FSC,

di cui alle delibere CIPE n. 55 del 2016 e n. 11 del 2018, istituisce

apposite task force, sul modello di  quelle  in  procinto  di  essere

costituite  assieme  alla   Commissione   europea,   volte   ad   una

cooperazione  rafforzata   per   l'accelerazione   degli   interventi

finanziati con il FESR, che potranno affiancare, ciascuna Regione che

lo  richieda  nelle  fasi  di  progettazione  e  realizzazione  degli

interventi, al fine di superare criticita' tecnicoamministrative  che

dovessero eventualmente ritardare o impedire la  realizzazione  degli

interventi,  operando  per  il  tempo  strettamente   necessario   al

superamento delle criticita';

B) Sottoscrizione di una specifica Convenzione  gia'  definita  nei

contenuti con  la  Sogesid  S.p.A.  ovvero  l'Agenzia  Nazionale  per

l'attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo  d'impresa  (INVITALIA)

per  l'assistenza  tecnica   e   specialistica   a   supporto   della

programmazione, della  gestione  e  dell'attuazione  del  sotto-piano

"Interventi per  la  tutela  del  territorio  e  delle  acque"  della

competente  Direzione  Generale  del  Ministero  dell'ambiente,   con

particolare riferimento all'attuazione degli interventi strategici di

cui al settore "Mitigazione del Rischio idrogeologico e  di  erosione

costiera";

C) Disponibilita' dell'Agenzia per la Coesione a supportare le task

force regionali su attuazione degli interventi finanziati  attraverso

FSC e FESR.

 

  Azione 31 - Interventi Finanziati con il Fondo europeo di  sviluppo

regionale (FESR) 

Referenti: Dipartimento Politiche per le politiche  di  coesione  -

Agenzia per la Coesione - Ministero dell'ambiente

Tempistica:  attivazione  entro  il  primo   semestre   del   2019,

esecuzione dell'azione almeno fino al 2020

Misure attuative: Accordo di cooperazione  rafforzato  con  Regioni

del Sud (Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata,  Puglia,  Campania,

Molise, Abruzzo) e Lazio, Liguria, Veneto, Marche

A) Definizione a  breve  di  un  accordo  di  cooperazione  con  la

Commissione europea per accelerare la realizzazione degli  interventi

previsti nei Piani. Al riguardo sono previste una Task force centrale

composta da Commissione europea,  DPCOE/Agenzia  per  la  coesione  e

Ministero dell'ambiente per il  coordinamento  e  la  risoluzione  di

criticita' che coinvolgono altre  amministrazioni  centrali,  nonche'

delle Unita' operative coordinate dall'Agenzia per  la  coesione  per

l'assistenza in loco ai singoli Programmi, consentendo di  migliorare

il  coordinamento  e  l'accelerazione  degli   interventi   regionali

finanziati attraverso l'FSC.

B) Con giusta tempestivita' l'Italia ha indicato  alla  Commissione

europea come gli interventi per il contrasto al rischio idrogeologico

debbano rappresentare una delle priorita' da finanziare con  i  Fondi

della  nuova  programmazione  2021-2027.  Tale  priorita'  e'   stata

condivisa dalla Commissione europea e ribadita nel Country report che

verra' presentato  a  marzo.  E'  pertanto  fondamentale  iniziare  a

lavorare da subito sulla nuova programmazione al fine di  individuare

le priorita' di intervento da inserire nell'Accordo  di  partenariato

e,  soprattutto,  un  carnet  di  interventi  finanziabili,  gia'  in

avanzato stato di progettazione e quindi in grado di  produrre  spesa

gia' dal 2021.

 

  Azione  32  -  Razionalizzazione  della  normativa  in  materia  di

dissesto idrogeologico 

Referenti: Ministero  dell'ambiente  e  Ministero  delle  politiche

agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Tempistica: Entro 3 mesi

Misure attuative:

A) Analisi degli interventi del legislatore in materia  di  rischio

idrogeologico  al  fine  della  semplificazione,   attraverso   anche

abrogazioni esplicite, di norme inattuate o di scarsa efficacia;

B) Revisione del  Codice  dell'ambiente,  e  in  particolare  delle

disposizioni contenute nella Terza Parte "Difesa del suolo  e  tutela

delle acque", anche al fine di semplificare le procedure relative  al

finanziamento   degli   interventi   di   prevenzione   del   rischio

idrogeologico;

C) Revisione delle disposizioni di cui al decreto-legge n. 109  del

2018, e in particolare all'articolo 40.

 

  Azione 33 - Istituzione del "Green manager"

Referenti:  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze,  Ministero

dell'ambiente

Misure attuative:

Istituire negli enti pubblici territoriali la figura  professionale

del "Green  Manager"  ovvero  di  una  professionalita'  preposta  ad

assicurare la tutela  dell'ambiente  e  dell'ecosistema,  scelta  tra

laureati nei settori ambientali (da ingegneria e  scienze  ambientali

ad  economia  ambientale,  agrarie  e  forestali),  definiti  da  uno

specifico DPCM. Tali soggetti, che  assorbono  anche  la  figura  del

"Mobility Manager", hanno il compito, sul territorio,  di  presidiare

le azioni per la tutela ambientale;

L'istituzione in via  sperimentale  del  "Green  Manager"  potrebbe

avvenire attraverso l'utilizzo dei fondi del Ministero  dell'ambiente

sui cambiamenti climatici. A tali figure potra' essere richiesta  una

rendicontazione annuale sul risparmio ambientale posto in essere.

 

Azione 34 - Assicurazione contro le calamita' naturali 

Referenti: Ministero  dell'economia  e  delle  finanze,  Protezione

civile,  Dipartimento  della  Coesione,  Ministero  delle   politiche

agricole, alimentari, forestali e del turismo

Misure attuative con appositi interventi di studio e normativi:

Si dovra' verificare la fattibilita', in interlocuzione con ANIA  e

con altri stakeholders ed esperti di settore, sulla base di un quadro

aggiornato di dati  scientifici  sul  rischio  specifico  e  sul  suo

profiling, di una assicurazione facoltativa incentivata a tutela  dei

rischi di danno derivanti da calamita' naturali.

L'ipotesi prevede la possibilita' di recuperare l'onere del  premio

assicurativo mediante forme di agevolazione fiscale,  verificando  la

possibilita' di ammissione a  forme  compatibili  di  cofinanziamento

comunitario, eventualmente verificando la possibilita' di  utilizzare

a copertura della misura una parte dei  proventi  delle  aste  per  i

permessi di emissione di anidride carbonica, che la legge destina per

almeno il 50% ad azioni contro i cambiamenti del clima.

Analogo esercizio di verifica potrebbe estendersi alla possibilita'

di  rimodulazione  del  carico  fiscale  su  attivita'  o  produzioni

maggiormente inquinanti.

Un  riferimento  comparativo  puo'  rinvenirsi   nel   modello   di

assicurazione per calamita' in agricoltura basato su una soluzione di

co-finanziamento  europeo,  con  l'ipotesi  di  rendere   lo   stesso

facoltativo per un periodo sperimentale, dove  con  una  spesa  annua

(cofinanziata dal FEASR) di poco superiore ai 200 milioni di euro, si

assicura un  volume  di  produzione  lorda  vendibile  di  circa  7/8

miliardi di euro.

 

                                                           Allegato B 

               Quadro composito delle risorse allocate e complessive disponibili a carattere ricognitivo 

 

                        Vedere il file in pdf alla fine della pagina

                                                           Allegato C 

       Misure di semplificazione, rafforzamento organizzativo 

                         e della governance 

 

I seguenti criteri e requisiti si assumono a  Linee  Guida  per  le

diverse e concorrenti azioni e misure, da attuarsi  sul  piano  della

iniziativa  legislativa,  istituzionale,  amministrativa  e  tecnica,

finalizzate   a   realizzare   una   consistente    razionalizzazione

organizzativa, con rafforzamento della governance,  un  potenziamento

del sistema di gestione ordinaria e una  sostanziale  semplificazione

dei processi:

• una nuova governance rafforzata, incentrata sul raccordo  tra  la

Cabina  di  Regia  Strategia  Italia  (partecipata  dalle  competenti

Amministrazioni  e  dai  Presidenti  di  Regione  volta   per   volta

interessati) e la competenza del Ministero dell'ambiente, in grado di

promuovere una sorta di "finanza unificata", che renda  piu'  agevole

l'allocazione  delle  risorse,  piu'  efficace   l'attuazione   degli

interventi e  il  controllo  dei  flussi,  tenendo  anche  conto  dei

contributi della Cabina di Regia Investitalia;

•  un  modello  di  selezione  degli  interventi  basato   su   una

piattaforma multicriteria e su una valutazione condivisa  nella  sede

della Cabina di Regia, nonche' su graduatorie a base regionale  degli

interventi da eseguire;

• adozione di forme di valorizzazione/penalizzazione nei  confronti

delle regioni, con accentuazione delle funzioni di surroga;

•  rafforzamento  delle   responsabilita'   di   attuazione   degli

interventi,  mediante  l'obbligo  di  individuazione   del   soggetto

attuatore e la massimizzazione dei poteri  derogatori  e  sostitutivi

dei Commissari straordinari del dissesto idrogeologico, anche ai fini

dell'avvalimento del supporto di societa' in  house  delle  pubbliche

amministrazioni  per  l'assistenza  tecnica  e   amministrativa,   la

progettazione e i servizi di stazione appaltante;

• migliore organizzazione dell'ufficio dei commissari  straordinari

presso  i  Presidenti  delle  Regioni  interessate,  per   costituire

effettive condizioni di agibilita' tecnica e procedurale;

• istituzione di apposite task force del Ministero dell'ambiente  e

della tutela del territorio e del mare,  che  potranno  supportare  i

Commissari  di  Governo  e  i  Soggetti  Attuatori  nelle   fasi   di

programmazione,  attuazione  e  monitoraggio  degli   interventi   di

mitigazione del  dissesto  idrogeologico,  su  specifiche  criticita'

tecnico-amministrative  riscontrate,  che  potrebbero   ritardare   o

impedire la realizzazione degli interventi finanziati;

• nuove modalita' di erogazione dei  finanziamenti,  attraverso  le

seguenti azioni:

° garantire maggiore disponibilita' di cassa;

° passaggio  dal  sistema  del  rimborso  a  quello  degli  acconti

garantiti,  con  semplificazione  e  riduzione  delle  tranches   dei

trasferimenti;

• unita' del quadro conoscitivo per quanto riguarda il monitoraggio

procedurale, fisico e finanziario dello  stato  di  attuazione  degli

interventi (Big Data  Room),  anche  a  prioritario  beneficio  della

Cabina di Regia istituita presso  la  Presidenza  del  Consiglio  dei

ministri;

•  maggiore  omogeneizzazione  e  integrazione  delle  banche  dati

esistenti in grado di assicurare una programmazione e monitoraggio in

continuo ex ante, in itinere e ex post, incluse quella del  Ministero

delle politiche agricole, alimentari, forestali  e  del  turismo,  in

particolare della sezione specifica per gli interventi di difesa  del

suolo e difesa idrogeologica (quali potrebbero essere gli  interventi

di  manutenzione  straordinaria  che  comportino  il  rifacimento   o

l'ampliamento di opere idrauliche ed idrogeologiche, nuove  opere  di

difesa idrogeologica dei canali  e  corsi  d'acqua,  e  del  reticolo

idraulico minore, interventi  di  difesa  dei  versanti  da  frane  e

slavine e sistemazione delle aree in frana,  con  relativi  drenaggi,

opere di idraulica forestale, ecc.), ovvero di progetti con tipologia

prevalente di difesa del suolo a precipua salvaguardia del potenziale

produttivo   agricolo   e   forestale,   di   infrastrutture   legate

all'agricoltura, alla selvicoltura e/o integrazione di interventi  di

difesa del suolo per renderli  utili  anche  da  un  punto  di  vista

agrosilvopastorale.

Nell'immediato  la   proposta   organica   di   semplificazione   e

accelerazione punta a:

•  razionalizzare  e  rafforzare   l'efficacia   della   governance

ambientale;

• individuare e classificare i progetti finanziabili con le risorse

previste a legislazione vigente,  in  base  alla  rilevanza  maggiore

(sopra i 5 milioni di euro) o  minore,  da  sviluppare  per  ciascuna

regione con vincolo di cronoprogramma credibile e relativo all'intero

ciclo dell'opera;

• contemperare le necessita' di urgente attuazione degli interventi

di prevenzione  strutturale  di  protezione  civile,  in  particolare

relative alle situazioni di rischio nei territori vulnerati;

• verificare l'adeguatezza e  la  possibilita'  di  semplificazione

delle  disposizioni  del  D.P.C.M.  28   maggio   2015   (concernente

l'individuazione dei criteri  e  delle  modalita'  per  stabilire  le

priorita'  di  attribuzione  delle   risorse   agli   interventi   di

mitigazione del rischio idrogeologico),  tenendo  anche  conto  della

segnalazione  del  Dipartimento  della  Protezione  civile  volta   a

prevedere l'integrazione del criterio relativo al concetto  di  "area

vulnerata".  In  particolare  occorre  migliorare   il   sistema   di

pubblicita',   trasparenza   e   informazione    sui    criteri    di

partecipazione, selezione e risultati delle procedure  di  ammissione

ai finanziamenti, anche tramite il sistema RENDIS;

• massimizzare  i  poteri  derogatori  e  sostitutivi  in  capo  ai

Commissari,  finalizzate  all'accelerazione  e  qualificazione  della

spesa, responsabilizzando maggiormente l'operato, con  previsione  di

perentori casi di decadenza o revoca dei finanziamenti,  intervenendo

per ottenere un ampliamento e precisazione dei poteri  commissariali,

mediante la previsione di una norma a carattere generale  che,  anche

in relazione  al  piano  straordinario,  richiami  la  situazione  di

emergenza e colleghi ad essa  ambito  e  modalita'  delle  necessarie

deroghe, in  modo  tale  da  ridurre  le  riserve  ed  incertezze  di

legalita' e  operativita'  nell'utilizzo  dei  poteri  commissariali.

Sicuramente le norme sono molto datate e pertanto  sarebbe  opportuno

un intervento chiarificatorio e migliorativo delle condizioni;

• rendere piu' integrato, efficace, veloce e efficiente il  sistema

RENDIS e il meccanismo di rendicontazione  dei  progetti,  garantendo

una adeguata informazione  e  pubblicita'  agli  enti  legittimati  o

destinatari e prevedendo inoltre una reportistica  dettagliata  degli

accordi di programma e contratti istituzionali di  sviluppo  anche  a

beneficio della competente Cabina di Regia;

• coinvolgere le Autorita' di Distretto fin dall'inserimento  degli

interventi  in  RENDIS  per  la   verifica   di   coerenza   con   la

pianificazione di distretto;

• individuare le opere accessorie ammissibili;

•   adottare   oculati   criteri   di    premialita'/penalizzazione

nell'assegnazione delle risorse;

• definire modalita' affinche'  le  Regioni  possano  motivatamente

individuare una percentuale di interventi (ad esempio il 30%)  al  di

fuori dell'ordine di  priorita'  delle  graduatorie  di  RENDIS,  per

tenere conto di particolari situazioni di disagio;

• data la  criticita'  evidenziata  di  carenza  di  progettazione,

rendere piu' fruibile l'attuale Fondo rotativo per la  progettazione,

previsto dall'articolo 55 della legge  n.  221  del  2015  (Collegato

Ambientale) con l'obiettivo di stimolare l'efficace  avanzamento,  in

particolare nel Mezzogiorno, delle attivita' progettuali delle  opere

di mitigazione del rischio  idrogeologico,  che  allo  stato  ha  una

dotazione di circa 100  milioni,  con  previsione  di  un  incremento

significativo della quota del finanziamento da destinare  ai  diversi

livelli progettuali, al fine di incidere concretamente sulla qualita'

della documentazione progettuale e sulla oculatezza  della  scelta  e

spesa per l'intervento e la riduzione del rischio varianti  in  corso

d'opera. Nel contesto e' utile prevedere anche forme di finanziamento

in via di anticipazione di progettazioni che potranno realizzarsi con

successivi finanziamenti, anche a valere sulle risorse  FSC  o  della

prossima    programmazione    europea     (2021-2027)     nell'ambito

dell'obiettivo tematico 2 (un'Europa piu' verde e a  basse  emissioni

di carbonio), compatibile con l'obiettivo di contrasto al dissesto;

• prevedere che una quota parte delle opere sia destinata a coprire

le spese di progettazione, a  prescindere  dal  fondo  progettazione.

Cio' implica anche una revisione delle spese ammissibili e dei lavori

ammissibili nell'ambito  degli  interventi  e/o  la  possibilita'  di

prevedere una forma di finanziamento a fondo perduto;

• razionalizzare le funzioni e l'operativita'  di  tutte  le  altre

strutture in house, tra cui INVITALIA e  SOGESID,  societa'  pubblica

del Ministero dell'economia e delle finanze, in house  del  Ministero

dell'ambiente, specializzata in interventi di bonifica, contrasto  al

dissesto, infrastrutture ambientali, al  fine  di  essere  centro  di

progettazione per conto di tutti i soggetti  pubblici  che  ne  hanno

bisogno.  In  via  sperimentale  per  fare  fronte  alla   situazione

emergenziale connessa al dissesto;

• prevedere una migliore definizione del rapporto e supporto  delle

societa' in house, da regolamentarsi anche  sulla  base  di  apposite

Convenzioni Quadro;

• tendere ad una  opportuna  standardizzazione  dei  modelli  degli

Accordi  di  Programma  previsti  dal  Codice  dell'Ambiente  e   dei

Contratti Istituzionali di Sviluppo di cui all'articolo 6 del decreto

legislativo 31 maggio 2011, n. 88, per rafforzare la  governance,  le

responsabilita' di effettiva attuazione, il monitoraggio e  controllo

esecutivo degli interventi di mitigazione del rischio  idrogeologico,

in modo  che  siano  individuati,  chiaramente  e  nel  dettaglio,  i

cronoprogrammi procedurali, il soggetto attuatore,  le  modalita'  di

attuazione, le reciproche responsabilita' e il sistema sanzionatorio.

In  particolare  il  soggetto  responsabile   dell'attuazione   degli

interventi deve essere individuato  di  volta  in  volta,  di  comune

accordo   tra   le   parti   sottoscrittrici,   tra   le    pubbliche

amministrazioni istituzionalmente competenti  ovvero  nei  commissari

straordinari di cui all'articolo 10 del decreto legge 24 giugno 2014,

n. 91, e successive modificazioni, che  potranno  all'uopo  avvalersi

anche di societa' in house della pubblica amministrazione;

• il Ministero dell'ambiente,  a  valere  sulle  risorse  destinate

all'Assistenza tecnica nell'ambito del Piano Operativo Ambiente  FSC,

di cui alle Delibere CIPE n. 55/2016 e 11/2018  e  su  altre  risorse

proprie,  istituisce  apposite  task  force,  incardinate  presso  la

competente Direzione  Generale,  che  potranno  affiancare,  mediante

specifici accordi, ciascuna Regione che lo  richieda  nelle  fasi  di

progettazione e realizzazione degli interventi;

• in tal senso  il  Ministero  dell'ambiente  potra'  sottoscrivere

specifica Convenzione gia' definita  nei  contenuti  con  la  Sogesid

S.p.A./ovvero l'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli Investimenti

e lo  Sviluppo  d'impresa  (INVITALIA)  per  l'assistenza  tecnica  e

specialistica a supporto della programmazione, gestione e  attuazione

del sotto piano "Interventi per la  tutela  del  territorio  e  delle

acque"  del  Ministero  dell'Ambiente,  con  particolare  riferimento

all'attuazione  degli  interventi  strategici,  di  cui  al   settore

"Mitigazione del Rischio idrogeologico e di erosione costiera";

• rafforzare, anche a fini di maggiore  coordinamento  e  verifica,

l'anagrafica  dei  progetti,  prevedendo   tassativamente   che   gli

interventi da finanziare  su  proposta  dei  Commissari  Delegati  di

Protezione civile e quelli per il  dissesto  idrogeologico  riportino

l'indicazione dei singoli interventi tramite Codice Unico di Progetto

(CUP) e classificando l'intervento come "Programma nazionale  per  il

dissesto - prevenzione in  emergenza"  nell'ambito  del  monitoraggio

BDAP. La Protezione civile accede  a  BDAP  per  le  informazioni  di

carattere finanziario  sull'avanzamento  degli  interventi.  Inoltre,

l'elenco dei progetti inseriti nel decreto  deve  essere  riscontrato

dal Ministero dell'ambiente e dalle Autorita' di bacino affinche' non

ci  siano  duplicazioni  di  finanziamento.  Tale   riscontro   sara'

facilitato dall'integrazione tra le banche dati RENDIS - CUP - BDAP;

• migliorare  l'efficienza  dei  programmi  operativi  nazionali  e

regionali cofinanziati dai fondi  strutturali  e  dei  patti  per  lo

sviluppo sostenuti dal FSC, prevedendo una piu' efficace  metodologia

di coinvolgimento delle Autorita' di Gestione che preveda, in caso di

mancata  collaborazione,  forme  di  definanziamento   del   concorso

finanziario nazionale;

• corredare i singoli Sotto-Piani da un allegato  tecnico,  redatto

di concerto tra le Amministrazioni  competenti,  che  circoscriva  le

aree  di  intervento,  rediga  anagrafiche  di  piani   e   progetti,

stabilisca tempistiche di realizzazione attendibili, e  infine  possa

essere oggetto di confronto e negoziato con le  Regioni  e  gli  Enti

Locali;

di modo che, un obiettivo prioritario dell'allegato  tecnico  sara'

costituito dalla rappresentazione omogenea e coordinata  dei  diversi

livelli di intervento concepiti  per  la  "terapia  del  territorio",

adeguatamente georeferenziati. Spesso gli interventi per risolvere le

emergenze  e  quelli   destinati   ad   operazioni   "ordinarie"   di

manutenzione  e  ripristino  intervengono  nella  medesima  area,  ma

vengono realizzati in tempi diversi e non  producono  quegli  effetti

combinati che potrebbero generare impatti piu' significativi, sociali

ed economici. Analogamente, l'allegato dovra' contenere  un  capitolo

dedicato ai sistemi intelligenti di osservazione e  previsione  delle

calamita' naturali e dei fenomeni di degrado e dissesto ambientale.

Allegati

CLICCA QUI PER L’ALLEGATO B

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