Stress lavoro-correlato: un sondaggio dell’EU-OSHA

Secondo un'indagine dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, 9 Italiani su 10 considerano la tutela della sicurezza uno strumento utile a favorire le politiche di innalzamento dell’età pensionabile e l’invecchiamento attivo.

Il 73% degli Italiani prevede un aumento dello stress sul posto di lavoro nei
prossimi cinque anni. Di questi il 39% ritiene che tale aumento sarà di
misura.
Questo il
risultato del secondo sondaggio d'opinione paneuropeo sulla sicurezza e la
salute nei luoghi di lavoro. L'indagine, condotta da Ipsos MORI per conto
dell'Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU-OSHA),
ha raccolto le opinioni di oltre 35 000 cittadini di 36 paesi europei in
relazione alle problematiche attuali sul posto di lavoro, tra cui lo stress
legato all'attività lavorativa e l'importanza della sicurezza e della salute sul
lavoro per la competitività europea, anche nel contesto di un prolungamento
della vita lavorativa.

In Europa su dieci intervistati in età
attiva, otto (80%) pensano che il numero di persone sottoposte a stress
sul lavoro aumenterà nei prossimi cinque anni; di questi, il 52% è convinto
che l'aumento sarà "marcato"
. Tali risultati riflettono quelli del sondaggio
ESENER dell'EU-OSHA sui rischi nuovi ed emergenti sul posto di lavoro, dal quale
era emerso che il 79% dei dirigenti ritiene lo stress un aspetto problematico
per la propria azienda. Lo stress rappresenta quindi per le imprese un
fattore tanto rilevante quanto gli infortuni sul lavoro.

Lo stress
legato all'attività lavorativa è una delle principali sfide con cui l'Europa
deve confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza. Comporta costi
enormi in termini di disagio umano e performance economica. Inoltre, in base al
sondaggio una grande maggioranza degli europei (86%) concorda sul fatto
che, per mantenere la propria competitività economica, un Paese debba
adottare buone prassi di salute e sicurezza sul lavoro, un fattore della cui
necessità il 56% di queste persone è fermamente convinto. I lavoratori e le
persone non occupate hanno espresso opinioni analoghe (rispettivamente, l'86% e
l'85% degli intervistati sono concordi su questo punto).

 “La crisi
finanziaria e i cambiamenti che si susseguono nel mondo del lavoro esercitano
pressioni sempre maggiori sui lavoratori; non deve stupire, quindi, che lo
stress legato all'attività lavorativa sia una delle principali preoccupazioni
della gente”
spiega Christa Sedlatschek, direttore
dell'EU-OSHA
. “Indipendentemente dall'età, dal genere e dalle dimensioni
dell'organizzazione, una grande maggioranza della popolazione è del parere che
lo stress legato all'attività lavorativa andrà aumentando. Nonostante ciò, si
registrano interessanti variazioni a livello nazionale tra coloro che prevedono
un aumento "marcato": per esempio, i norvegesi sono i meno preoccupati (16%),
mentre i greci sono i più preoccupati (83%: "subirà un marcato incremento").
Fare fronte ai rischi psicosociali è uno dei principali aspetti delle attività
dell'EU-OSHA per migliorare la vita dei lavoratori in
Europa
”.

Rispetto al ruolo strategico delle politiche di tutela della
salute e della sicurezza sul lavoro il 72% del campione italiano
ha inoltre affermato di ritenersi correttamente informato, a fronte di
una media europea del 69%. 9 Italiani su 10 infine ritengono la tutela della
salute e della sicurezza uno strumento utile a migliorare la competitività delle
aziende e ad aiutare le persone a lavorare più a lungo
, favorendo le
politiche di innalzamento dell'età pensionabile
. Un dato in linea con quello
europeo che registra un 87% della popolazione convinta che
l'adozione di buone prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro sia
importante per aiutare le persone a lavorare più a lungo prima della pensione
(di questi, il 56% è del parere che si tratti di un intervento "molto
importante").

Un recente sondaggio di Eurobarometro mostra che molti
europei non respingono l'idea dell'invecchiamento attivo, ma che le attuali
condizioni di salute e sicurezza sul lavoro potrebbero non permettere loro di
continuare a lavorare in un'età più avanzata. Rispetto alla possibilità di
lavorare anche oltre l'età pensionabile, solo il 21% degli Italiani si dice
d'accordo, a fronte di una media europea superiore al 30%.
Sebbene in Europa
l'età pensionabile sia in generale di 65 anni, secondo Eurostat nel 2009 l'età
media di abbandono del mercato del lavoro è stata di circa 61,5 anni. In base al
sondaggio di Eurobarometro, quattro europei su dieci (42%) sono convinti di
potere continuare a svolgere la propria attività lavorativa fino all'età di 65
anni e oltre, mentre il 17% prevede di non essere in grado di proseguire oltre i
59 anni. L'EU-OSHA è attivamente impegnata nella promozione dell'Anno europeo
dell'invecchiamento attivo 2012
, al fine di promuovere la necessità di una
buona salute e sicurezza sul lavoro in tutte le fasi della vita
lavorativa.

I risultati completi del sondaggio paneuropeo sono
disponibili al seguente indirizzo:
http://osha.europa.eu/it/safety-health-in-figures

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