Come tutelare i lavoratori all’estero

Duty of care (dovere di diligenza) è un concetto anglosassone per indicare il dovere del datore di lavoro di prendersi cura del proprio personale in patria e all’estero, introdotto gradualmente anche nell’ordinamento italiano e nella cultura aziendale.In Italia è legato a numerose disposizioni di legge relative alla sicurezza sul lavoro, contenute e riorganizzate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, un testo che ha portato una maggiore chiarezza su questo ambito e una maggiore consapevolezza e cultura della sicurezza all’interno della cosiddetta governance delle aziende italiane ed estere.

(Come tutelare i lavoratori all'estero)

L’ordinamento italiano è preciso nelle norme che regolamentano la sicurezza sul lavoro all’interno dei confini nazionali, ma sembra lo sia meno nel tutelare la sicurezza e salute delle persone che viaggiano per lavoro all’estero. In questo caso la formazione e la preparazione offerta dall’azienda ai propri dipendenti sono di fondamentale importanza.

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Tutto si complica se i viaggi di lavoro sono diretti verso luoghi privi degli standard sanitari europei, come capita, ad esempio, per tutti i dipendenti delle principali aziende del settore energia, che possono interessare Africa, Medio Oriente, America Latina o Sud Est Asiatico. Qui, ad esempio, sono frequenti epidemie di dengue (in Brasile e in Argentina la situazione è oggi molto critica), colera, epatite A eccetera, per capire come sia fondamentale formare nel migliore dei modi i dipendenti in viaggi, offrendo loro linee guida e istruzioni chiare e intuitive che li aiutino ad affrontare anche le situazioni più critiche.

Prima della partenza è bene rivolgersi a centri sanitari specializzati per ricevere un adeguato counselling e consulenza su vaccinazioni, profilassi e comportamenti corretti da adottare nel paese ove ci si dovrà recare.

Lo standard

Con l’aumentare dei rischi e delle minacce sanitarie ai danni del personale viaggiante serviva un rapido adeguamento internazionale sulla gestione dei rischi attraverso modelli in grado di garantire flessibilità e adeguamento a situazioni diverse o Paesi diversi. In questo contesto, in cui non esiste una chiara definizione da parte del legislatore in merito alla sicurezza del personale viaggiante, oltre alla differenza tra norme nazionali tra Paesi diversi, i manager e i lavoratori potrebbero trovarsi in seria difficoltà a causa della mancata percezione delle loro responsabilità quando si trovano in un Paese estero. Questa difficoltà potrebbe favorire incidenti di varia natura anche molto gravi. Per cercare di apportare più chiarezza in ambito duty of care sono stati fatti vari tentativi di standardizzazione. Un contributo molto importante è stata la creazione della nuova normativa relativa allo standard Iso 31030 sul travel risk management, riconosciuto da 70 Paesi e applicato a organizzazioni di diversa forma giuridica.

Una linea guida

Questa norma ha l’obiettivo di fornire linee guida universali e precise sulle procedure di travel risk management necessarie per adempiere al duty of care. La nuova regolamentazione ha permesso anche di acquisire da parte delle aziende e del personale importanti informazioni sull’adempimento degli obblighi in merito al dovere di diligenza. In questo senso una standardizzazione potrebbe ridurre drasticamente i rischi relativi alla circolazione transnazionale dei lavoratori. Nello standard sono state identificate e riportate alcune buone pratiche che possono aiutare le aziende a ridurre le situazioni di rischio. Secondo lo standard, prima della partenza bisogna identificare i rischi inerenti al viaggio, formando e informando il personale viaggiante, e dopo la valutazione dei rischi e la formazione è necessario monitorarlo costantemente perché ogni fase della trasferta può presentare rischi. Infine, a seguito del viaggio, è necessario condurre una valutazione della procedura di duty of care adottata dall’azienda e stabilire se è stata conforme o se vi sono aspetti da migliorare.

Conclusioni

In un mondo sempre più globalizzato, dove i lunghi viaggi di lavoro fanno parte della quotidianità, è sempre più importante ricorrere a un modello di duty of care per la sicurezza del personale viaggiante, avvalendosi anche del contributo del proprio medico competente che, attraverso collaborazioni specialistiche, può garantire la tutela della salute prima, durante e dopo il viaggio. La collaborazione tra Aipmel (Associazione italiana di psicologia e medicina del lavoro) e Simvim (Società italiana di medicina dei viaggi e migrazioni) è nata per contribuire alla formazione di tutto il personale sanitario che deve promuovere la salute dei lavoratori che viaggiano. Sul sito www.simvim.org sono riportate informazioni su corsi e workshop, anche per medici competenti, e l’iscrizione a una newsletter sulla di travel medicine.

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