Otoprotettori e comfort: un binomio vincente – Leggi l’articolo e guarda il video

Il dispositivo deve essere innanzitutto comodo per chi lo utilizza, altrimenti difficilmente verrà indossato per tutta la durata dell’esposizione a fonti di rumore

Otoprotettori e comfort: per la misurazione dell’indice del comfort non esistono disposizioni specifiche.

Alcune indicazioni si trovano nella normativa En 352 del 2002. Per otoprotettori a cuffia il diverso livello di comfort può dipendere dal peso del dispositivo, dal materiale e dalla pressione dell’imbottitura, dalla forza dell’archetto e dal suo grado di adattabilità. Per gli inserti auricolari (otoprotettori interni), invece, contano la facilità d’inserimento e la compatibilità generale con il canale uditivo.

Al di là di questi riferimenti di base, tuttavia, la valutazione complessiva sul grado di confortevolezza di un otoprotettore spetta, innanzitutto, all’utilizzatore.

Il D.Lgs. 81/2008 (il cosiddetto Testo unico sulla sicurezza) prevede, infatti, che la scelta degli otoprotettori avvenga previa consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti per la sicurezza (Rls).

Oltre a essere adatti al singolo utilizzatore, gli otoprotettori devono risultare adeguati alle diverse condizioni di lavoro.

In alternativa, si possono utilizzare gli inserti auricolari (otoprotettori interni), solitamente meglio tollerati, ma una maggiore criticità per quanto riguarda il corretto inserimento. E’ fondamentale, allora, valutare la forma del condotto uditivo di ciascun lavoratore, così da poter scegliere l’inserto più adeguato ed evitare un’ulteriore perdita di attenuazione sonora.

Nel caso di esposizione ripetitiva a rumori di breve durata, sono preferibili invece le cuffie o gli inserti auricolari con archetto, perché molto più semplici da mettere e togliere.

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Un otoprotettore deve essere innanzitutto comodo per chi lo utilizza, altrimenti difficilmente verrà indossato per tutta la durata dell’esposizione a fonti di rumore intenso. Quando il lavoratore non si sente a proprio agio e decide di toglierlo - anche solo per tempi brevi - la protezione effettiva si riduce sensibilmente.

Garantire un buon livello di comfort significa assicurare l’adeguata copertura, dando però al lavoratore la possibilità di rimanere in contatto con l’esterno. L’attenuazione deve essere tale, cioè, da non generare una protezione insufficiente, ma neanche una iperprotezione.

Non sempre, quindi, gli otoprotettori con valori di attenuazione più alti risultano essere i migliori.

Il problema è che spesso i comuni otoprotettori, pur fornendo una buona protezione acustica, possono isolare completamente l’utilizzatore dal contesto ambientale, aumentando i rischi sul lavoro di natura infortunistica, legati alla mancata percezione di segnali acustici, e impedendo una comunicazione efficace e confortevole con i colleghi di lavoro. Inoltre, i dispositivi tradizionali sono a volte mal sopportati, in quanto la sensazione di occlusione fisica e di surriscaldamento dei padiglioni auricolari provoca ulteriori fastidi.

Perciò è fondamentale, nella scelta degli otoprotettori, eseguire la valutazione del rumore in modo da proteggere il lavoratore con dispositivi adeguati al livello del rischio. L’aumento dell’attenuazione si ottiene a spese del comfort, con maggiori probabilità che si verifichi un uso errato del dispositivo e una conseguente perdita di efficacia.

Attualmente, gli otoprotettori migliori sono quelli che proteggono l'orecchio dalle alte frequenze lasciando inalterate quelle tra i 250-500 Hz della voce parlata.

Otoprotettori: l'evoluzione tecnologica

Esistono oggi in commercio otoprotettori molto evoluti: cuffie elettroniche ad attenuazione controllata, con amplificazione delle frequenze del parlato regolabile dall’utilizzatore e con un sistema di limitazione elettronica dei rumori impulsivi a 82 dB(A). Strumenti che consentono agli utilizzatori di relazionarsi con l’ambiente esterno, pur mantenendo un protezione acustica continua.

In questo modo, non è più necessario togliere gli otoprotettori per poter comunicare agevolmente, rischiando di esporsi a pericoli. L’ultima generazione di otoprotettori permette di svolgere il proprio lavoro senza interruzioni, continuando a rimanere in contatto con quanto accade intorno.

 

(di Costanza Peretti)

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