Il testo è stato pubblicato sul sito del ministero della Transizione ecologica

Consumi di gas naturale: al via il piano di contenimento. Il testo è stato pubblicato sul sito del ministero della Transizione ecologica unitamente a una nota di accompagnamento: «Il Governo conferma gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica. L’insieme delle misure di diversificazione illustrate nel Piano consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo e comunque di ridurre l’uso del gas in generale. Ferme restando tali iniziative, nel breve termine, al fine di risparmiare gas e evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali anche in previsione della stagione 2023-2024, è comunque opportuno attuare un Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, in linea con le indicazioni della Commissione europea, così come recentemente definite nel Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022».

Tra i vantaggi individuati:

  • la riduzione della pressione sugli stoccaggi, consentendo di valorizzare al meglio durante la fase invernale i volumi di gas immessi dagli operatori economici;
  • la possibilità di mantenere più a lungo, riducendo la velocità di erogazione del gas in stoccaggio, le portate massime erogabili in caso di punte di freddo invernale;
  • un effetto, seppur limitato, di ridurre i prezzi al consumo, aiutando il bilancio domanda/offerta giornaliera;
  • l'introduzione di un consumo più consapevole dell’energia, da perseguire in ottica di decarbonizzazione.

Tra le misure individuate:

  • la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas;
  • disposizioni di contenimento nel settore riscaldamento;
  • un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia;
  • il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, su cui è aperto un confronto con le categorie produttive in modo da valorizzare tutte le opportunità a basso impatto sulla produzione e comunque salvaguardando i settori strategici.

Previste anche misure comportamentali a costo zero e con investimento iniziale (ad esempio con la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti).

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Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale

1.    Misure adottate per la sicurezza degli approvvigionamenti gas

Il conflitto tra Russia e Ucraina, tenuto conto dell’importante ruolo svolto dal gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale (circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas consumati), ha posto la necessità di adottare misure d’urgenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali. Tali misure, adottate immediatamente a ridosso dello scoppio del conflitto, sono state volte prioritariamente a:

a) assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento;

b) diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente  la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.

Per quanto riguarda la prima misura relativa agli stoccaggi, il Governo ha fissato (DL 1° marzo 2022, n. 17) un obiettivo nazionale di riempimento degli stoccaggi di almeno il 90%, valore confermato in sede di conversione parlamentare della disposizione, definendo le principali misure attuative.

Già in precedenza, il MiTE aveva adottato l’atto di indirizzo del 24 febbraio 2022 nei confronti dei principali importatori di gas e dei principali operatori di trasporto e stoccaggio, chiedendo di avviare rapidamente la campagna di iniezione e contestualmente segnalando ad ARERA la necessità di agevolare il processo di iniezione, anche prevedendo la sospensione temporanea delle tariffe di stoccaggio e altre misure che ARERA ha tempestivamente messo in atto.

In considerazione dell’obiettivo di riempimento fissato dalla legge, sono stati adottati i conseguenti provvedimenti amministrativi (DM n. 110 del 14 marzo 2022 e DM n.138 del 1° aprile 2022) per favorire la campagna di iniezione, anche introducendo modalità incentivanti tramite interventi regolati dall’ARERA. Per venire incontro alle difficoltà segnalate dagli operatori economici, con il DL n. 21 del 21 marzo 2022 sono state estese alle operazioni le garanzie SACE utili a sostenere la liquidità del sistema.

Il MiTE ha nel frattempo avviato un monitoraggio quotidiano del riempimento progressivo delle capacità allocate nonché delle giacenze mensili minime da raggiungere, così da rispettare la curva tecnica ottimale di riempimento mensile e intervenire su eventuali scostamenti. Infatti, in relazione alle modalità tecniche e ai vincoli con cui avviene l’iniezione in stoccaggio, ogni mese deve essere raggiunto un livello di giacenza coerente con l’obiettivo del 90%, ferma restando la massima capacità iniettiva giornaliera.

La registrazione in fase di monitoraggio di alcuni scostamenti a partire da maggio, determinati dalla eccessiva volatilità dei prezzi, ha reso necessario intervenire nuovamente, con il decreto 22 giugno n. 253, dando mandato a Snam di offrire un servizio di riempimento di ultima istanza per coprire il “delta” mancante rispetto al livello medio necessario a raggiungere il target mensile, nonché successivamente, in considerazione delle previsioni del decreto-legge 30 giugno 2022, n. 80, affidando tale servizio di ultima istanza alla società GSE.

L’insieme di questi interventi, normativi e regolatori, e la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno.

Per quanto riguarda le misure per diversificare la provenienza del gas importato, è stato siglato un accordo per il graduale aumento delle forniture di gas dall'Algeria, che consentirà di sfruttare al massimo le attuali capacità disponibili di trasporto del gasdotto che approda in Sicilia, fornendo volumi crescenti di gas già a partire dal 2022.

Sono state anche incrementate nel breve termine le importazioni dal gasdotto TAP, la cui società ha inoltre avviato le interlocuzioni per realizzare il raddoppio della capacità di trasporto, che non necessita di interventi tecnici sul tratto italiano del gasdotto.

Inoltre, il Governo, in coordinamento con ENI e con SNAM, si è attivato per garantire approvvigionamenti di GNL da nuove rotte, in particolare: sino a 3,5 miliardi di Smc dall’Egitto, sino a 1,4 miliardi di Smc dal Qatar, sino a 4,6 miliardi di Smc progressivamente dal Congo, e circa 3,0-3,5 miliardi di Smc da forniture in fase di negoziazione da atri Paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia.

Per poter sostituire le forniture di gas provenienti dalla Russia, oltre alle iniziative che interessano le importazioni via gasdotto e gli stoccaggi nazionali, è necessario incrementare la dotazione di infrastrutture del gas. Considerato che i rigassificatori esistenti sono già utilizzati al massimo, occorrono in particolare nuovi terminali di rigassificazione di GNL, in tempi coerenti con le quantità negoziate da nuove rotte.

La scelta del Governo si è indirizzata su strutture galleggianti, più flessibili e con minori tempi di realizzazione rispetto alle strutture fisse, oltre che più coerenti con la politica di decarbonizzazione del sistema energetico, che rimane la priorità generale della politica di diversificazione. È stato quindi adottato dal MiTE un atto di indirizzo (22 marzo 2022) chiedendo a SNAM di procedere all’acquisizione di due FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) di capacità di circa 5 miliardi di Smc ciascuna, segnalando al contempo ad ARERA la necessità di definire il quadro regolatorio di tali infrastrutture, fermo restando il possibile impiego di altri canali di finanziamento e fondi europei.

Sono state introdotte procedure di autorizzazione accelerate e semplificate, mediante la nomina di Commissari straordinari coincidenti con i Presidenti delle due Regioni interessate, la Toscana e l’Emilia-Romagna, finalizzate a installare le nuove unità di rigassificazione e stoccaggio galleggianti.

L’obiettivo del Governo è quello di arrivare ad avere in esercizio al più presto, entro i primi mesi del 2023, il primo rigassificatore galleggiante e, successivamente e comunque entro il 2024, anche il secondo impianto.

Ciò, si sottolinea, è fondamentale soprattutto per poter affrontare l’inverno 2023 – 2024, considerato che con molta probabilità gli stoccaggi saranno pienamente utilizzati nella stagione invernale 2022-2023 e dunque occorrerà ricostituire adeguatamente le riserve. L’insieme delle iniziative messe in campo consente di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.

Sintesi del piano di diversificazione geografica delle forniture di gas

 

Per completezza, un maggior contributo alla copertura del fabbisogno in termini di riduzione delle importazioni può derivare dal gas di provenienza nazionale, la cui produzione è stata più che dimezzata nell’ultimo decennio a causa del calo naturale di produzione dei giacimenti e alla carenza di nuovi investimenti, anche a causa delle difficoltà nell’ottenimento dei permessi. Sono state quindi adottate misure urgenti per aumentare la produzione nazionale di gas, attraverso il DL 17/22 la cui attuazione è ancora in corso, da cui si attende nel medio termine un aumento, fino ad un raddoppio, della capacità di produzione nazionale, oggi intorno a 3 miliardi di Smc.

Le iniziative sopra descritte risultano complementari alle numerose misure già in corso del Governo per aumentare la produzione di energia elettrica rinnovabile e di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) attraverso l’accelerazione delle procedure di installazione e il supporto agli investimenti, anche tramite le riforme e le risorse previste nel PNRR.

Nei piani del Governo lo sviluppo delle fonti rinnovabili rimane infatti un fattore strategico, in quanto consente di ridurre in modo strutturale la domanda di gas (nella misura di circa 2 miliardi di Smc ogni 10 TWh circa installati) oltre che le emissioni di CO2.

Si prevede pertanto lo sviluppo di impianti per la produzione di energia elettrica rinnovabile offshore e onshore, per circa 8 GW l’anno a regime dal 2023. L’andamento risulta in linea con le previsioni, comunque nettamente in crescita rispetto agli ultimi anni. In particolare, secondo gli ultimi dati relativi alla potenza rinnovabile neo autorizzata e/o vincitrice di asta con il GSE, sono attesi in esercizio + 9,3 GW tra 2022 e 2023 di cui 7 GW tra gennaio 2022 e marzo 2023, a fronte di meno di 1 GW/anno degli anni precedenti. E nel frattempo si continueranno ad autorizzare nuovi impianti, per l’autoproduzione o per la vendita dell’energia sul mercato.

Nel settore dei gas rinnovabili, si è dato grande impulso allo sviluppo del biometano, che presenta un potenziale di circa 2,5 miliardi di Smc al 2026 ma in progressivo aumento già dal 2022, nonché agli investimenti a favore della produzione e  dell’impiego di idrogeno.

Pertanto, il Governo continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica.

L’insieme delle misure di diversificazione sopra descritte consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale.

Ferme restando tali iniziative, nel breve termine, al fine di risparmiare gas e evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali anche in previsione della stagione 2023-2024, è comunque opportuno attuare un Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, in linea con le indicazioni della Commissione europea, così come recentemente definite nel Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022.

 

2.    Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022

Il Consiglio energia del 26 luglio 2022 ha approvato la proposta di Regolamento presentata dalla Commissione europea al fine di aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell’UE attraverso la riduzione dei consumi di gas naturale nel periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023. Il Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022 è stato pubblicato nella GUUE in data 8 agosto 2022 (di seguito indicato come Regolamento).

La riduzione della domanda di gas stabilita da questo Regolamento mira a realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia, intesi come maggiore gas a disposizione da iniettare in stoccaggio fino ad ottobre, e a minore erogazione dagli stessi stoccaggi nel successivo periodo invernale. In particolare, gli Stati membri dovranno fare del loro meglio per introdurre misure volontarie di riduzione dei consumi a livello nazionale, che diventerebbero obbligatorie con la dichiarazione di uno nuovo stato di allerta, la c.d. ‘Allerta UE’, che il Consiglio può attivare su iniziativa della Commissione o su richiesta di almeno cinque autorità nazionali che abbiano dichiarato lo stato di allerta.

Le misure volontarie di riduzione della domanda che gli Stati membri sono chiamati ad adottare fra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, devono tendere a ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media dello stesso periodo di 8 mesi nei cinque anni precedenti.

Le misure obbligatorie di riduzione della domanda, da preparare in anticipo e da mettere in funzione all’attivazione dello stato di ‘Allerta UE’, dovranno invece mantenere un tetto ai consumi di ciascuno Stato membro, dal momento in cui viene dichiarato e per tutto il periodo in cui dura lo stato di “Allerta UE”, inferiore del 15% rispetto all'ammontare dei consumi nazionali di gas nel corrispondente periodo all’interno della finestra temporale 1° agosto 2022 - 31 marzo 2023, calcolato con riferimento alla media nei cinque anni precedenti.

Per conseguire tale tetto ai consumi in caso di “Allerta UE” gli Stati membri potranno tenere conto delle riduzioni già conseguite con le misure volontarie nonché di altre azioni già intraprese. Tra le misure di riduzione della domanda, nel Regolamento sono considerate la riduzione del consumo di gas nel settore dell'energia elettrica, campagne di sensibilizzazione nazionali nonché obblighi mirati di riduzione del riscaldamento e del raffrescamento.

Il Regolamento prevede, al tempo stesso, alcune esenzioni e la possibilità di chiedere una deroga all'obiettivo di riduzione obbligatoria, al fine di tenere conto di situazioni particolari degli Stati membri e garantire che le riduzioni di gas siano efficaci per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento nell'UE.

Nel caso dell’Italia, in base ai criteri del Regolamento, considerando i consumi di gas nel periodo 1° agosto - 31 marzo dei 5 anni antecedenti al 2022, sulla base dei dati forniti da SNAM, il volume medio complessivo da considerare come riferimento iniziale su cui parametrare le misure è pari a 55,1 miliardi di Smc.

I consumi previsti nel periodo considerato sono di 54,8 miliardi di Smc, lievemente inferiore alla media degli ultimi 5 anni.

Ciò implica che le misure volontarie di riduzione della domanda ammontano a 8,2 miliardi di Smc di gas naturale.

In caso invece di allerta UE, l’Italia si trova nella condizione di poter far valere il “bonus” che limita gli obblighi di riduzione dei consumi previsti dall’articolo 5, comma 5, del Regolamento, “premiando” gli Stati membri con un grado di riempimento dei propri stoccaggi superiore alla data del 1° agosto 2022 al livello, stabilito dal Regolamento (UE) 2017/1938, in misura pari al 58%.

Come comunicato formalmente in data 1° agosto 2022 alla Commissione, a quella data gli stoccaggi italiani erano stati riempiti al 73% rispetto al target UE del 58%, corrispondenti perciò a un volume iniettato in eccesso rispetto al target di 3,05 miliardi di Smc.

Un ulteriore parametro da introdurre nel calcolo è quello stabilito dall’art. 5.6 del Regolamento, che prevede la possibilità di ridurre il risparmio del volume di gas consumato durante il periodo di riferimento come materia prima.

Secondo i dati Eurostat (https://ec.europa.eu/eurostat/web/energy/data/energy-balances) l’Italia negli anni passati ha avuto un consumo di gas per fini non energetici (principalmente come materia prima per produrre chimicamente fertilizzanti) pari a 644 ktep, corrispondenti a 0,43 miliardi di Smc.

Dal momento che entrambi i valori (volumi di gas derivanti dal superamento del target di riempimento degli stoccaggi al 1° agosto 2022 e volumi di gas consumati come materia prima) vanno sottratti al volume complessivo di gas del periodo di riferimento, dal valore di consumo di riferimento iniziale di 55,1 miliardi di Smc di gas si passa a quello di 51,6 miliardi di Smc.

Nel caso di “Allerta UE”, l’Italia ritiene di avere diritto a usufruire della deroga prevista dall’articolo 5, comma 7, del Regolamento, data la situazione delle sue capacità di trasporto ai punti di interconnessione.

In particolare, l’Italia rientra pienamente nella possibilità di limitare la riduzione obbligatoria della domanda dell’8% rispetto al 15% previsto dall’art. 5.7 del Regolamento. Pertanto, in caso di “Allerta UE”, il sistema italiano del gas ha i requisiti previsti per ottenere una riduzione al 7% del tetto ai consumi storici.

Pertanto, l’obiettivo di riduzione del 7%, in caso di “Allerta UE”, comporta che l’Italia sarebbe chiamata a effettuare una riduzione dei propri consumi di 3,6 miliardi di Smc di gas naturale.

 

3.    Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas

L’avvio di un Piano nazionale di contenimento dei consumi per il prossimo inverno presenta i seguenti vantaggi:

  • riduce la pressione sugli stoccaggi, consentendo di valorizzare al meglio durante la fase invernale i volumi di gas immessi dagli operatori economici, nonché tramite risorse pubbliche da SNAM e dal GSE;
  • consente di mantenere più a lungo, riducendo la velocità di erogazione del gas in stoccaggio, le portate massime erogabili in caso di punte di freddo invernale;
  • origina un effetto, seppur limitato, di ridurre i prezzi al consumo, aiutando il bilancio domanda/offerta giornaliera;
  • introduce un consumo più consapevole dell’energia, da perseguire in ottica di decarbonizzazione.

Come previsto dal Regolamento, il Piano volontario di contenimento dei consumi riguarda il 15% del consumo di riferimento nel periodo considerato. Le misure, che in parte sono già avviate, riguardano segnatamente:

a) la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas (vedi par.3.1), oltre che la citata accelerazione delle energie rinnovabili nel settore elettrico;

b) le misure di contenimento nel settore riscaldamento (vedi par. 3.2), in parte anticipate per quanto riguarda gli edifici pubblici dall’articolo 19-quater del decreto-legge n. 17 del 1° marzo 2022;

c)  un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia (vedi par.3.3 e 3.4), che integrano la politica nazionale in materia di efficienza energetica e che in questo caso hanno anche l’obiettivo di aiutare cittadini e imprese a ridurre i costi della propria bolletta energetica, senza alcun effetto di rilievo sulle modalità del servizio. Queste misure saranno promosse attraverso una apposita campagna informativa istituzionale, saranno – si ribadisce – volontarie e saranno integrate ove necessario da strumenti di sostegno alla scelta del comportamento efficiente. Dal set di misure, non sono state considerate quelle relative al contenimento del raffrescamento estivo per evidenti motivi ed è stata considerata cautelativamente un’efficacia solo molto parziale, nel periodo di tempo considerato, delle misure comportamentali che presuppongono un investimento iniziale;

d)  il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, su cui è aperto un confronto con le categorie produttive in modo da valorizzare tutte le opportunità a basso impatto sulla produzione e comunque salvaguardando i settori strategici, come da Regolamento UE. Tali misure andrebbero a potenziare quanto già oggi comprende il sistema in termini di servizio di “interrompibilità volontaria” nonché gli altri strumenti compresi nel Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale per la gestione attiva della sicurezza nei casi di criticità o di emergenza;

L’insieme del contributo atteso dalle misure sub a), b) e c) (vedi tabella seguente) porta ad una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento UE, pari quindi almeno a 8.2 miliardi di Smc di gas naturale.

Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas – 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023

valori in miliardi di Smc

a) Massimizzazione della produzione termoelettrica con combustibili diversi dal gas Carbone/olio combustibile 1,8
Bioliquidi, anche con combustibili

convenzionali

0,3
b)    Misure    di    contenimento    relative    al riscaldamento invernale
Residenziale  

2,7

uffici e commercio 0,5
Totale a +b 5,3
c1) Misure comportamentali a costo zero Campagna di sensibilizzazione 2,7
c2)         Misure         comportamentali         con

investimento iniziale

Campagna di sensibilizzazione 0,2
Totale a+b+c1+c2 8,2

 

Ulteriori risparmi possono poi derivare dalle riduzioni dei consumi già registrate per il settore industriale, al momento imposte purtroppo dal livello dei prezzi ma da definire anche pensando alla riorganizzazione efficiente di alcune fasi del ciclo produttivo.

Il Piano di contenimento dei consumi in caso di “Allerta UE” si basa soprattutto sulle misure sub a) e b) che da sole permettono anche di superare i 3,6 miliardi di Smc per la riduzione obbligatoria.

Di seguito una descrizione di dettaglio delle misure.

***

3.1  Massimizzazione della produzione di energia elettrica con combustibili diversi dal gas

Al momento, la produzione di energia elettrica da termoelettrico sta consumando più gas naturale rispetto agli analoghi periodi degli anni precedenti, a causa dei consumi elettrici molto elevati e della contestuale scarsa produzione degli impianti idroelettrici. Questo è dimostrato dai dati forniti da SNAM e Terna che mostrano come dall’inizio del 2022 i consumi settimanali di gas del settore termoelettrico siano stati costantemente più alti rispetto alle medie degli ultimi anni.

Per ridurre il consumo di gas rispetto al tendenziale, un contributo di diversificazione ulteriore rispetto all’apporto delle rinnovabili può essere ottenuto dalla massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano combustibili diversi dal gas (carbone, olio combustibile e bioliquidi), già oggi sostenuta dagli alti prezzi dell’energia elettrica sul mercato.

In particolare, è stato stimato che la massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il periodo 1° agosto 2022 - 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 1,8 miliardi di Smc.

Per quanto riguarda i bioliquidi, è stata condotta un’analisi sugli impianti esistenti superiori a 1 MW (circa 60 per una potenza complessiva di 770 MW) e su quelli inferiori a 1 MW (circa 400 per una potenza di 230 MW). In questo caso, l’obiettivo  è di evitare la riduzione delle ore di funzionamento di tali impianti a causa degli elevati costi della materia prima, autorizzando transitoriamente l’esercizio a gasolio.

Sotto l’ipotesi di massimizzazione del potenziale a partire dal mese di ottobre 2022, si eviterebbe il ricorso al consumo di gas per circa 290 milioni m3 di gas, mentre, iniziando dal mese di novembre 2022, sarebbe di poco superiore a 200 milioni m3 di gas (assumendo un rendimento di produzione termoelettrica del 56.4%, come nella analisi ENEA sui potenziali risparmi nel settore residenziale).

Pertanto, da tale misura è stimato un contributo complessivo di risparmio di  gas, nel periodo di riferimento, di 2,1 miliardi di m3 di gas naturale.

Con atto di indirizzo del MiTE del 27 giugno 2022 era stato chiesto a Terna di indicare ai produttori interessati l’esigenza di approvvigionare per tempo il combustibile necessario per la marcia massimizzata, in considerazione delle possibili difficoltà di mercato dovute alle sanzioni europee verso la Russia. Per il settore dei bioliquidi, si è aperto in parallelo un confronto con i produttori interessati da rischi di fermata degli impianti per verificare le misure necessarie alla modifica temporanea dell’alimentazione.

Con atto di indirizzo del MiTE del 1° settembre 2022 è stato chiesto a Terna di dare avvio al Piano di massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas naturale in attuazione dell’articolo 5-bis del decreto- legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022,  n.  28,  oggetto  poi  di  modifiche  tramite  l’articolo  12  del  decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50.

3.2    Misura amministrativa di contenimento del riscaldamento

Questa misura prevede azioni amministrative che riducano il consumo di gas per il riscaldamento mediante l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano.

Tali azioni si aggiungono a quanto già attuato con l’articolo 19-quater del decreto- legge n. 17 del 1° marzo 2022 che è intervenuto sul riscaldamento degli edifici pubblici.

Per questa misura si tiene conto cautelativamente, nel calcolarne gli effetti, di una percentuale di effettiva riduzione, non essendo possibile avere un sistema di controllo puntuale del comportamento da parte dell’utenza diffusa.

Sarà possibile comunque attuare, oltre a controlli a campione su edifici pubblici, grandi locali commerciali, punti a maggiore consumo, una responsabilizzazione dei conduttori degli impianti di riscaldamento centralizzato, monitorando a livello di reti di distribuzione gas cittadine la risposta degli utenti utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati.

La riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione  invernale attraverso un decreto del Ministro della Transizione Ecologica, visto il combinato disposto del “Piano di Emergenza del sistema italiano del gas naturale” (Allegato 2 al decreto ministeriale 18 Dicembre 2019 ), che già prevede che possano essere adottate, in caso di emergenza, misure di riduzione dei consumi gas per il riscaldamento invernale, e dell’art.2 “Disposizioni per l’adozione di misure preventive necessarie alla sicurezza del sistema nazionale del gas naturale” del decreto-legge n.16/2022, che consente, ai fini della sicurezza nazionali, di adottare anche in via preventiva ogni misura prevista dal piano di emergenza gas.

In particolare, il citato DM disporrà che:

1)    i valori indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 sono ridotti di 1°C:

a)           17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;

b)          19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici;

2)     I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione:

a)           Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;

b)          Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;

c)           Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;

d)          Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;

e)           Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;

f)             Zona F: nessuna limitazione.

Si precisa che sono fatte salve le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.) di cui al DPR n.74/2013.

Rispetto ad una prima stima prudenziale di 2,5 miliardi di Smc risparmiabili, sostanzialmente agendo sulla modulazione della temperatura e delle ore giornaliere di accensione, è stata effettuata un’analisi più di dettaglio considerando anche la modulazione del periodo di accensione nel settore residenziale. Pertanto, sulla base delle stime ENEA (Rapporto predisposto e pubblicato da ENEA “Azioni amministrative e comportamentali per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas metano”                     (https://www.enea.it/it/Stampa/comunicati/energia-da-enea-studio-per- risparmiare-2-7-miliardi-di-mc-di-gas-e-180-euro-su-bollette/), i risparmi calcolati considerando il periodo compreso tra il 1° agosto ed il 31 marzo (243 giorni) ammonterebbero a:

MISURA Risparmio di gas metano (Smc)
settore domestico riduzione di 15 giorni del periodo di riscaldamento, con un’ora di accensione in meno e 19° interni  

2.697.249.794*

 

settore uffici e commercio

abbassamento della temperatura interna da 20 a 19°C nella stagione di riscaldamento 425.860.000
diminuire di un'ora al giorno l'orario di accensione dell'impianto di riscaldamento 59.700.000
Totale 3.182.809.794

*Considerando una % di famiglie interessate (rispetto al totale di 25.716.000 famiglie) pari al 79% e un numero di famiglie interessate pari a 20.200.000

3.3    Misure comportamentali (a costo zero)

Le misure comportamentali a costo zero sono implementabili attraverso una campagna di sensibilizzazione, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di ENEA, al fine di suggerire una serie di comportamenti virtuosi che potranno contribuire, anch’essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente.

L’obiettivo è promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda di gas e sugli stessi costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione. Tra i comportamenti da promuovere quelli della riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

Da tali misure a costo zero può aversi un risparmio, da stime ENEA, fino a 2,7 Smc (non si considerano le misure per il raffrescamento, in quanto non si riferiscono al periodo di riduzione).

Potranno inoltre essere implementate anche misure ad hoc per l’amministrazione pubblica.

Saranno attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, punti a maggiore consumo, mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine per valutare la risposta volontaria degli utenti, utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati.

3.4   Misure comportamentali (con investimento iniziale)

Ulteriori risparmi possono conseguirsi con misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led. Enea ha calcolato un risparmio di circa 1 miliardo di Smc. Tali misure ricadono già in buona parte in regime assistito (detrazioni fiscali, conto termico…), ma richiedono un certo periodo di tempo per la determinazione degli effetti ai fini della riduzione della domanda. Si assume cautelativamente un impatto sul risparmio nel periodo considerato di 200 milioni di Smc, a fronte di un potenziale superiore a 1 miliardo di Smc.

4.    Conclusioni

Per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi dalla Russia durante il prossimo inverno nonché rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023, è opportuno attuare sin da subito misure di contenimento dei consumi nazionali di gas. Queste misure integrano il piano di diversificazione già messo in atto dal Governo e servono transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa  che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il GNL).

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.

Si tratta di una prima previsione di misure di contenimento, che potranno essere integrate con quelle di riduzione dei settori industriali, in particolare energivori. Al riguardo è stato aperto un confronto con Confindustria per definire contenuti e modalità di attuazione, nonché è in corso, con la collaborazione di SNAM e Confindustria, un rilevamento mediante questionari delle diverse imprese interessate, al fine di determinare il potenziale di riduzione dei consumi su base volontaria/incentivata e le categorie di imprese che hanno cicli produttivi non interrompibili senza preavviso.

Saranno al contempo organizzate le misure già previste dal Piano di emergenza gas nazionale, quale l’interrompibilità volontaria dei prelievi di gas e il peak shaving con GNL.

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