Coronavirus e rifiuti sanitari: la sfida del Gruppo EcoEridania

La gestione avviene in accordo ai principi dell'economia circolare

Coronavirus e rifiuti sanitari: la sfida del Gruppo EcoEridania

Nell’emergenza attuale il Gruppo EcoEridania, primo operatore europeo, sta intervenendo attraverso la fornitura di kit agli enti pubblici, predisponendo un protocollo per la gestione dei rifiuti sanitari e procedendo al ritiro dei rifiuti pericolosi presso abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria.

"Mai come in questo momento" afferma Andrea Giustini, presidente del Gruppo EcoEridania "diventa fondamentale il settore dello smaltimento dei rifiuti. Se fino a ieri il problema era solo di origine sanitaria oggi diventa molto rilevante per il Paese sapere che in realtà l’Italia ha un settore sicuro ed è quello dei rifiuti".

In alcune realtà come la Liguria, i rifiuti delle persone contagiate e isolate a domicilio sono gestite dal gruppo perché equiparati a quelli a rischio infettivo, in tutto e per tutto e analoghi a quelli degli ospedali. Altre Regioni, al contrario, hanno scelto di declassarli a rifiuti urbani indifferenziati, gestendoli come questi e provocando un rischio enorme per la salute dei cittadini e di chi li raccoglie: gli operatori che abitualmente ritirano i rifiuti urbani, infatti, non sono preparati a gestire i rifiuti pericolosi e infetti. "È un atteggiamento sbagliato" prosegue Andrea Giustini "che andrebbe immediatamente corretto con un percorso sicuro prima che gli effetti diventino irreversibili".

Economia circolare anche in emergenza? Si può

Ma il gruppo non si limita semplicemente a gestire questa particolare tipologia di rifiuto, ma lo fa applicando i principi dell’economia circolare, cioè dalla raccolta del rifiuto alla sua trasformazione fino al riutilizzo. I rifiuti sanitari, “pericolosi” perché potenzialmente infetti per la loro provenienza, vengono trattati con una rigida procedura: "sono riposti in sacchi e successivamente in contenitori" racconta il Presidente del Gruppo Eco Eridania "che vengono raccolti e portati in impianti dedicati e autorizzati a smaltire questo genere di rifiuti. In altre parole, questi rifiuti finiscono nei termovalorizzatori, dove vengono bruciati producendo energia che viene immessa nella rete. Inoltre, i contenitori che utilizziamo per la raccolta, oltre ad essere prodotti nel nostro impianto di fabbricazione, vengono sanificati a ogni utilizzo e alla fine del loro ciclo d’uso o in caso di rottura questi vengono triturati e ristampati per consentirne il recupero".

Alla data odierna, in Italia, gli impianti dedicati in via esclusiva allo smaltimento dei rifiuti sanitari, pericolosi e non pericolosi, agiscono tramite termodistruzione ovvero tramite sterilizzazione - uniche due modalità di smaltimento previste dalla legislazione, per una capacità di conferimento complessiva che, a fronte di una produzione ordinaria di detti rifiuti pari complessivamente a circa 150.000 tonnellate/anno, è pari a 350.000 tonnellate/anno, più che doppia pertanto rispetto al fabbisogno. Per quanto riguarda la situazione contingente, la produzione di rifiuti sanitari è prima sensibilmente diminuita, per poi stabilizzarsi su un più 4% nazionale.

Il Gruppo EcoEridania

Il Gruppo conta ben 11 società controllate con 33 filiali su tutto il territorio nazionale e dispone di impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente ed è grazie a questa capillare diffusione e a questa disponibilità di impianti che è in grado contribuire insieme agli altri operatori della filiera la corretta gestione dell’attuale emergenza in totale sicurezza.

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