Obiettivo: migliorare la tutela della salute e dell’ambiente

Il regolamento Clp.

La disciplina delle sostanze e delle miscele è, dal 2008, organizzata in un corposo testo unico comunitario (il regolamento 1272) che aveva inizialmente abrogato le direttive 67/548/Cee e 1999/45/Ce e recato modifica al regolamento (Ce) n. 1907/2006.

Il regolamento Clp del 2008 suggellava criteri armonizzati di classificazione delle sostanze, delle miscele e di alcuni articoli in classi di pericolo e nelle relative differenziazioni, stabilendo sia come questi criteri dovessero essere applicati sia i corrispondenti obblighi di etichettatura. E ancora, enunciava i criteri relativi ai pericoli per la salute e quelli relativi ai pericoli per l’ambiente.

Da allora il documento è stato modificato e rettificato ventuno volte fino a giungere alla recentissima integrazione rappresentata dal nuovo regolamento Clp 2023/707 con il quale il Green Deal europeo ha inteso migliorare l’obiettivo di una maggiore tutela della salute e dell’ambiente nel quadro di un approccio finalmente ambizioso, teso a combattere l’inquinamento da tutte le fonti, per un ambiente privo di sostanze tossiche.

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Quest’ultimo regolamento Clp rappresenta una pietra miliare: stabilisce un’identificazione giuridicamente vincolante dei pericoli legati agli interferenti endocrini, fissando anche nuovi criteri e classi di pericolo al fine di affrontare appieno i problemi di persistenza, bioaccumulo, tossicità ambientale e mobilità delle sostanze e delle miscele pericolose.

L’interesse per la materia è necessariamente rivolta a tutti istituzioni, industria, servizi, consumatori e, naturalmente, professionisti che si occupano di igiene e di ambiente): notevolissimi e sempre maggiori possono essere infatti, da tanti anni, gli impieghi e la diffusa presenza in ambiente di sostanze chimiche capaci di interferenza endocrina, vuoi naturali – quali fitoestrogeni e funghi – vuoi di sintesi – quali pesticidi, prodotti medicali/farmaceutici/industriali, additivi nelle plastiche alimentari di uso quotidiano (bottiglie d’acqua, lattine di conserve eccetera), prodotti della combustione (diossine), prodotti per la prevenzione incendi. Produzione industriale non controllata, smaltimento e scarichi industriali e ancora domestici non corretti, impianti di smaltimento rifiuti non in regola determinano ulteriori casi di incremento di rischio, con rilascio di interferenti endocrini anche nell'ambiente.

Quest’ultimo insieme alla popolazione alla popolazione è peraltro esposto già per l’uso di antiparassitari e per il rilascio di sostanze chimiche da materiali e prodotti di uso comune. Non solo: gli interferenti endocrini si trovano negli alimenti finiti – coi loro metodi di manipolazione e confezionamento – introducendo così un'ulteriore via di esposizione (talora la principale). Infine, la capacità di queste sostanze di accumularsi e permanere in ambiente incrementa l'esposizione della popolazione (persistenza e bioaccumulo sono caratteristiche specifiche insite negli interferenti endocrini).

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