Radon: il piano nazionale d'azione
D.P.C.M. 11 gennaio 2024

Con il D.P.C.M. 11 gennaio 2024 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024) è stato adottato il nuovo piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032 che dà attuazione all’art. 10 del testo unico in materia di protezione dalle radiazioni ionizzanti (D.Lgs. n. 101/2020) e prevede, per gli ambienti di lavoro, l’integrazione con il documento di valutazione dei rischi del Tusl (D.Lgs. n. 81/2008).

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Si ricorda che il radon è una sostanza radioattiva rilasciata dal terreno sotto forma di gas inerte naturale e inserita fra le sostanze cancerogene certe per l’essere umano poiché può causare cancro al polmone (Iarc, gruppo 1). La protezione dal radon è già da tempo al centro delle tematiche su cui in Italia il «Centro nazionale protezione dalle radiazioni e fisica computazionale» collabora con l’Oms in qualità di centro di collaborazione Oms «Radiazioni e salute».

Questo elemento chimico richiama necessariamente la disciplina delle radiazioni ionizzanti nel merito dei contenuti innovativi del D.Lgs. n. 101/2020 (già integrati con il D.M. 22 aprile e il D.M. 4 maggio 2022) nonché nella correlazione con il disposto del D.Lgs. n. 81/2008.

Di cosa si tratta

Il radon (Rn) è un gas radioattivo, inerte e di origine naturale, rilasciato dalla crosta terrestre. In quanto elemento in forma gassosa, il radon è volatile, fuoriesce dalle porosità del terreno e si disperde in aria o in acqua. Il problema cui il piano nazionale vuole dare una risposta è legato all’evidenza che, mentre all’aperto la concentrazione di radon raggiunge livelli trascurabili, nei luoghi chiusi (sia di vita sia di lavoro quali scuole, ospedali, terme, centrali idroelettriche eccetera) può accumularsi giungendo a concentrazioni che comportano un rischio rilevante per la salute dell’uomo, con aggravio di rischio per i fumatori.
Peraltro, avendo acquisito prove epidemiologiche sufficienti sulla correlazione fra esposizione a radon e tumore al polmone, l’«International agency for research on cancer» (Iarc) per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato il radon quale fattore di rischio appartenente al gruppo 1 (sono le sostanze cancerogene per l’essere umano).
Questo gas è un prodotto del decadimento nucleare del radio all’interno della catena di decadimento dell’uranio. Il suo isotopo più stabile è il radon-222 che decade nel giro di pochi giorni, emettendo radiazioni ionizzanti di tipo alfa e formando i suoi cosiddetti prodotti di decadimento o “figli”, tra cui il polonio-218 e il polonio-214 che emettono anch’essi radiazioni alfa. Il radon è inodore, incolore e insapore, quindi non è percepibile dai nostri sensi. Se inalato, è considerato molto pericoloso per la salute umana poiché le particelle alfa possono danneggiare il Dna delle cellule e causare cancro al polmone.

(Radon: il piano nazionale d'azione)

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