Il tirante d’aria nelle reti di sicurezza

È necessario evitare che il lavoratore, anche se “frenato”, impatti comunque contro ostacoli o tocchi il suolo durante l’eventuale caduta. Questo importante concetto è evidenziato solamente nel settore dei sistemi di protezione individuale (Uni 11158 e Uni 11560); tuttavia, andrebbe esteso anche nell’ambito delle Uni En 1263-1 e 1263-2, facilitando così la divulgazione della conoscenza di questa problematica e l’individuazione di possibili criticità nell’utilizzo

I lavori in quota, attività particolarmente pericolose che devono essere eseguite in condizioni di sicurezza ed ergonomiche adeguate nel rispetto delle misure generali di tutela previste dagli artt. 15 e 95, D.Lgs. n. 81/2008, sono specificatamente trattati al capo II. Per essi il D.Lgs. n. 81/2008 stabilisce l’impiego prioritario dei dispositivi di protezione collettiva (Dpc) rispetto ai dispositivi di protezione individuale (Dpi). Seppur non esplicitamente indicate nel D.Lgs. n. 81/2008, le reti di sicurezza sono un esempio di Dpc che arrestano la caduta libera e limitano la forza d'urto sul corpo del lavoratore durante l'arresto caduta.

Come nel caso di Dpi di arresto caduta, fra gli elementi da considerare per valutare l’efficacia delle reti di sicurezza nell’arrestare la caduta del lavoratore, vi sono:

  • le azioni trasferite dal sistema al corpo del lavoratore, che devono essere le più basse possibili e il più possibile distribuite;
  • la necessità di evitare, durante la caduta, l’impatto del lavoratore contro ostacoli eventualmente presenti.

Per quest’ultimo aspetto è necessario definire il “tirante d’aria”. Le norme Uni 11158 «Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto – Sistemi di protezione individuale dalle cadute - Guida per la selezione e l'uso» e 11560:2014 «Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura - Guida per l'individuazione, la configurazione, l'installazione, l'uso e la manutenzione» contengono tutti gli elementi necessari per comprendere il significato di “tirante d’aria” e fornirne una definizione anche nell’ambito delle reti di sicurezza.

Il datore di lavoro che intende impiegare le reti di sicurezza come protezione dei lavoratori nei lavori in quota, dovrà eseguire la scelta dopo aver effettuato la valutazione dei rischi per la specifica applicazione (rischio di caduta dall’alto, rischio di urto contro ostacoli, rischio di impatto contro il suolo) e aver verificato che le caratteristiche dei prodotti disponibili sul mercato siano adeguate, sulla base delle informazioni e delle norme d'uso fornite dal fabbricante a corredo degli stessi.

Box 1

Legislazione
  • regolamento (Ue) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/Cee del Consiglio;
  • decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;
  • attuazione dell’articolo 1, legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
  • decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206;
  • codice del consumo, a norma dell’articolo 7, legge 29 luglio 2003, n. 229;
  • circolare del ministero del Lavoro e della previdenza sociale del 20 gennaio 1982, n. 13 «Sicurezza nell’edilizia: sistemi e mezzi anticaduta, produzione e montaggio di elementi prefabbricati in c.a. e c.a.p. manutenzione delle gru a torre automontanti».
Norme tecniche
  • Uni En 1263-1:2015 «Attrezzature provvisionali di lavoro – Reti di Sicurezza Parte 1: Requisiti di sicurezza, metodi di prova»;
  • Uni En 1263-2:2015 «Attrezzature provvisionali di lavoro – Reti di Sicurezza Parte 2: Requisiti di sicurezza per i limiti di posizionamento»;
  • Uni 11158:2015 «Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto – Sistemi di protezione individuale dalle cadute – Guida per la selezione e l’uso»;
  • Uni 11560:2014 «Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura – Guida per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso e la manutenzione».

Definizioni

Di seguito alcune definizioni valide nell’ambito delle reti di sicurezza:

  • arresto caduta: il prevenire l’impatto del lavoratore a terra, contro una struttura o qualsiasi altro ostacolo, durante la sua caduta per esempio mediante una rete di sicurezza;
  • sistema di ancoraggio: configurazione di ancoraggi a cui va collegata la rete di sicurezza;
  • ancoraggio: insieme comprendente la struttura di supporto, l’ancorante e l’elemento da fissare. All’elemento da fissare viene collegato l’oggetto da ancorare costituito dalla rete di sicurezza. Esempi di strutture di supporto sono: edifici, ponti, viadotti;
  • caduta libera (hcl): spazio percorso dal lavoratore sotto l’azione della sola gravità, a partire dal punto di inizio caduta, fino al punto in cui il la rete di sicurezza prende il carico;
  • caduta frenata (hcf): spazio percorso dal lavoratore, a partire dal punto in cui la rete di sicurezza prende il carico, fino al punto di massima estensione della rete;
  • freccia massima fmax: massima deformazione (freccia) dovuta al peso proprio della rete di sicurezza e al carico dinamico generato dalla caduta del lavoratore
  • distanza di arresto o caduta totale (da): spazio percorso dal lavoratore a partire dal punto di inizio caduta fino al punto di massima estensione della rete dato dalla somma della caduta libera e della caduta frenata;
  • forza sugli ancoraggi (Fmax): forza massima espressa in kilonewton (kN), misurata su ogni ancoraggio durante la caduta frenata. Essa è esercitata dalla rete di sicurezza che raccoglie la caduta e dipende dal tipo di rete, dal materiale con cui viene costruita, dalle dimensioni della stessa, dalle dimensioni della maglia, dal tipo di ancoraggio (meccanico, chimico, tessile) e dal tipo di struttura di supporto;
  • tirante d’aria (ta): spazio libero in sicurezza, a partire dal punto di caduta del lavoratore, necessario a compensare sia la caduta libera che la caduta frenata, senza che il lavoratore urti contro ostacoli durante la caduta e che comprende anche un eventuale margine di sicurezza.

Classificazione e tipologia

La Uni En 1263-1: 2015 classifica le reti di sicurezza in base a due parametri, la classe e il sistema. La classe definisce le dimensioni della maglia e la capacità di assorbimento di energia della rete mentre il sistema indica la tipologia del supporto della rete e la diversa modalità d’impiego. I sistemi sono quattro e si differenziano per l’impiego:

  • orizzontale (sistema T);
  • verticale (sistema U);
  • diverso da questi (sistemi S e V).

Scelta di una rete di sicurezza

La scelta di una rete di sicurezza dipende dai seguenti fattori:

  • quota della superficie di lavoro;
  • altezza di caduta, cioè distanza verticale fra la superficie di lavoro e la rete di sicurezza;
  • inclinazione della superficie di lavoro;
  • larghezza di raccolta necessaria (per i sistemi S e T);
  • la presenza di ostacoli che possano intralciare la raccolta della rete (per i sistemi S, T e V).

Tutti questi fattori di carattere esclusivamente geometrico influiscono sull’energia di caduta del lavoratore, sulle dimensioni e sulla rigidezza della rete da impiegare, quindi sulla sua deformazione massima (fmax) quando raccoglie il lavoratore.

Proprio a causa della massima deformazione della rete, occorre quindi evidenziare che esiste per il lavoratore che cada da un posto di lavoro in quota su una rete di sicurezza, il rischio di impatto contro il suolo o contro ostacoli posti sotto la rete.

Per questo motivo, la Uni En 1263-2 dispone che il fabbricante nel manuale di istruzioni indichi la «distanza minima da lasciare sotto la rete di sicurezza» (4.1 Uni En 1263-2).

Per facilitare la comprensione di questa problematica e, quindi, per la individuazione di possibili criticità nell’utilizzo delle reti di sicurezza, è utile introdurre in questo ambito il concetto di “tirante d’aria”, utilizzato nelle norme sui Dpi di arresto caduta.

La Uni 11158:2015 riporta alcuni esempi del calcolo del tirante d'aria in situazioni tipo tra cui quella in cui il lavoratore, dotato di imbracatura di sicurezza, cordino anticaduta e assorbitore di energia è collegato ad un ancoraggio puntuale come nella figura seguente. Compatibilmente alla norma UNI 11158 il tirante d’aria può essere così rappresentato (vedere la figura 1).

Figura 1
Tirante d’aria per un sistema di arresto caduta con ancoraggio puntuale sopra il lavoratore e che comprende un cordino anticaduta e un assorbitore di energia

(Uni 11158:2015)

In riferimento alla figura 1:

da - distanza di arresto

hcf - caduta frenata (allungamento dell'assorbitore di energia)

dr - distanza tra l'ancoraggio e il punto di caduta

ip - distanza tra l'attacco dell'imbracatura e i piedi del lavoratore

lc - lunghezza del cordino anticaduta

r - margine di sicurezza

Il tirante d’aria ta è pari a:

ta= da + r = lc +hcf + ip - dr + r

Per la sua determinazione è necessario conoscere hcf , lc, dr, ip e stabilire un opportuno margine di sicurezza r.

Tirante d’aria (sistemi S, T e V)

Per le reti di sicurezza il tirante d’aria può essere definito come lo spazio libero in sicurezza, a partire dal punto di caduta del lavoratore, necessario a compensare sia la caduta libera che tutti gli allungamenti/deformazioni della rete di sicurezza, senza che il lavoratore urti contro ostacoli durante la caduta e che comprende anche un eventuale margine di sicurezza.

La caduta alla quale può essere soggetto un lavoratore è data dalla somma della caduta libera e della caduta frenata.

La caduta libera è lo spazio percorso dal lavoratore sotto l’azione della sola gravità a partire dal punto di inizio caduta fino al punto in cui la rete di sicurezza prende il carico. Il punto di inizio caduta è situato sul piano di lavoro. La caduta libera deve essere la più piccola possibile.

La caduta frenata è lo spazio percorso dal lavoratore, a partire dal punto in cui il lavoratore tocca la rete di sicurezza, fino al punto di massima estensione della rete

L’efficacia delle rete di sicurezza dipende anche dal fatto che, durante la fase di raccolta della caduta del lavoratore la stessa, deformandosi, non vada a impattare altri lavoratori o ostacoli, fissi o in transito sotto la rete.

È necessario, dunque, stabilire quale debba essere lo spazio minimo necessario da lasciare sotto la rete per l’utilizzo in sicurezza. Questo parametro non è contemplato nelle Uni En 1263-1 e 2.

Lo spazio minimo necessario da lasciare sotto la rete di sicurezza dipende dalla altezza di caduta libera e dalla deformazione massima della rete; nella sua valutazione incide anche la posizione del lavoratore rispetto alla rete.

Bisogna distinguere il caso in cui lo stesso si trovi in prossimità del bordo, dove è situato l’ancoraggio, o in corrispondenza del centro della rete. In quest’ultimo caso, la deformazione della rete sarà la massima possibile e nella valutazione dell’altezza di caduta è necessario tener conto anche della deformazione iniziale della rete dovuta al peso proprio (f0).

La deformazione massima può essere valutata indicativamente pari alla metà del lato corto della rete.

Le reti di sicurezza dovrebbero essere sempre installate il più possibile vicine al piano di lavoro per minimizzare l’altezza di caduta.

Il calcolo del tirante d'aria deve dunque tener conto dei seguenti fattori:

  • altezza di caduta;
  • spazio libero disponibile sotto la rete di sicurezza;
  • deformazione della rete dovuta al peso proprio e alla azione dinamica;
  • opportuno coefficiente di sicurezza

Nella figura 2 una rappresentazione del calcolo del tirante d'aria.

Figura 2
Tirante d’aria per le reti di sicurezza (tipo S)

In riferimento alla figura 2:

da - distanza di arresto

s = spazio libero da lasciare sotto la rete

hcl - caduta libera

hcf - caduta frenata (allungamento della rete di sicurezza fmax - f0)

h - distanza tra il punto di caduta e l'ancoraggio

f0 - deformazione iniziale (freccia) della rete dovuta al peso proprio

fmax - massima deformazione (freccia) dovuta al peso proprio della rete di sicurezza e al carico dinamico generato dalla caduta del lavoratore

r - margine di sicurezza

Lo spazio libero da lasciare sotto la rete è pari a:

s = hcf + r = fmax - f0 + r

Per la sua determinazione è necessario conoscere fmax , f0 e stabilire un opportuno margine di sicurezza r.

Il tirante d’aria “ta” è pari a

ta = hcl + s = da + r = hcl + hcf + r = h + f0 + hcf + r = h + fmax +r

Per la sua determinazione è necessario conoscere h, fmax e stabilire un opportuno margine di sicurezza “r”.

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