La strategia energetica nazionale secondo FIRE

Come noto, il mese di ottobre ha visto, dopo un’attesa durata anni, la pubblicazione della “Strategia Energetica Nazionale 2012” (SEN; si veda il link a sinistra), resa disponibile per la discussione e la valutazione dei contenuti.

La FIRE, Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia, ha analizzato il documento, presentando al Ministero dello Sviluppo Economico le sue osservazioni nel corso delle consultazioni.

Innanzitutto la Federazione considera la SEN interessante dal punto di vista degli obiettivi e dei propositi, ma non risolutiva ed esaustiva, specie per ciò che riguarda le lacune nell’individuazione delle soluzioni di dettaglio alle principali problematiche del settore, dei ruoli dei vari organismi per favorire l’operatività dei meccanismi di incentivazione e di promozione, nonché di formazione.

Entrando nel dettaglio e soffermandosi sull'efficienza ed il risparmio energetico, campo di operatività e studio della FIRE, la criticità più evidente della SEN è la sottovalutazione delle problematiche proprie dell’uso dell’energia e delle relative barriere, per quanto citate nel documento, e un divario forte fra gli obiettivi e la realtà del sistema paese.

Di seguito si riportano i principali suggerimenti presentati al MSE:
- si nota In diversi provvedimenti una suddivisione di compiti tra i vari soggetti. Questo è un elemento critico. Sul conto termico, ad esempio, si chiamano in gioco l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), l’ENEA e il GSE. Una tale parcellizzazione di compiti rischia di rendere poco efficiente la gestione e di produrre conflitti fra i soggetti attuatori, invece di stimolarne sinergie;
- sui Certificati bianchi, il ministero potrebbe scegliere di fissare un obiettivo cumulato sul quadriennio 2013-2016 – dai 36 ai 46 Mtep cumulati sui quattro anni –, senza chiedere il rispetto degli obiettivi anno per anno, che rimarrebbero solo indicativi. Questo garantirebbe una maggiore flessibilità ai soggetti obbligati e al mercato. Inoltre, La Federazione è preoccupa per il ritardo nella definizione degli obblighi per i certificati bianchi, obblighi peraltro difficili da determinare per le modifiche intervenute sul mercato dei TEE. Si confida che il Ministero sappia intervenire in modo adeguato per far si che il meccanismo promuova efficacemente l’efficienza energetica in particolare nell’industria e nel terziario;
- FIRE ritiene che debba essere resa d’obbligo almeno un’ispezione durante la vita utile su progetti di rilevanti dimensioni. La soglia di 3.000 titoli/anno per una singola proposta appare ampiamente giustificata per introdurre controlli d’ufficio, in quanto corrisponde a un prelievo sulle tariffe dei consumatori di energia elettrica e gas naturale dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro/anno per erogare l’incentivo;
- è opportuno che vengano predisposte una o più misure economiche destinate ad attività di accompagnamento, quali attività di monitoraggio dei risparmi e degli incentivi (dunque non solo TEE), ricerche di mercato, individuazioni delle migliori tecnologie, realizzazione di un database con costi ed efficienze tipiche. In questo il conto termico segna un passo avanti

La Federazione ha presentato osservazioni ad ampio raggio su tutto lo scenario energetico, comprendendo anche gli aspetti comunicativi e legati all’informazione. Infatti, l’esperienza dimostra che le campagne di comunicazione e informazione, purché portate avanti per alcuni anni, sono estremamente efficaci nel modificare i comportamenti delle persone e nel conseguire i risultati voluti. L’indagine sulle barriere rivolta agli energy manager condotta da FIRE nel 2011 è una testimonianza che l’informazione circolata in questi ultimi anni su tutti i media ha innescato un po’ per volta una sensibilizzazione che, sebbene ancora agli inizi, ha cominciato a dare frutti. L’indagine mostra che laddove il top management risulta sensibilizzato, l’energy manager assume un ruolo importante e diventa molto più facile far passare investimenti in efficientamento, purché rispettino i parametri di costo efficacia stabiliti dall’azienda.

Un’attenzione particolare è stata rivolta ai sistemi gestione energia, che potrebbero essere promossi attraverso un premio del 5-10% in termini di certificati bianchi (o riferito ad altri incentivi) da riconoscere agli interventi effettuati nei primi tre anni seguenti all’ottenimento della certificazione, nonché attraverso uno sconto in bolletta sulle tariffe di distribuzione elettrica e del gas, che potrebbe essere pari a una cifra proporzionale al costo della certificazione, nell’ordine del 20% dello stesso.

La Federazione ha analizzato anche il mercato delle ESCO ed il rapporto con le banche. Per avere un mercato di ESCO forte bisogna puntare su una capitalizzazione delle stesse, con il coinvolgimento di fondi e investitori in grado di assicurarne la crescita, come avvenuto per il fotovoltaico. Le banche, poi, rappresentano il complemento evidente dell’efficienza sul fronte economico. Se è vero, infatti, che i grandi utenti possono prediligere l’utilizzo dell’equity, nel caso delle PMI, degli enti pubblici e del residenziale la disponibilità di pacchetti finanziari dedicati diventa fondamentale per far decollare il mercato. Il primo passo è aiutare gli istituti di credito a capire e credere nell’efficienza, e questo dovrebbe passare per azioni portate avanti dagli stakeholder (ESCO, produttori di tecnologie, etc.). Il Legislatore centrale e regionale o locale può avere un ruolo determinante su due fronti:

- implementare fondi di garanzia e rotativi dedicati all’efficienza energetica e alle ESCO (in teoria il fondo Kyoto esiste da quattro anni, ma solo a fine 2011 sembra che diverrà realmente operativo);

- supportare le azioni informative rivolte alle banche da parte dei portatori di interesse, assicurando una cornice istituzionale con il coinvolgimento dell’ENEA o di altri soggetti e dunque velocizzando il processo.

Infine, ma non per questo meno importante, la FIRE ha messo in evidenza come sia fondamentale la formazione, la qualificazione e la certificazione di operatori e tecnici. Sarebbe utile che le attività di questa natura venissero promosse con un commitment ministeriale.

A tal fine la FIRE ha evidenziato una serie di proposte presenti nelle osservazioni (si veda il link in alto a sinistra).

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