Rifiuti speciali: Ispra presenta il rapporto 2018

Il tasso di riciclo può essere ulteriormente migliorato anche attraverso la definizione di criteri end-of-waste, per esempio per i rifiuti da costruzione e demolizione, in linea con i principi dell’economia circolare

Produzione in aumento, ma tasso di riciclo tra i primi posti in Europa. È uno dei dati emersi dal rapporto 2018 di Ispra sui rifiuti speciali, giunto alla sua diciassettesima edizione e frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del centro nazionale per il ciclo dei rifiuti dell'Istituto, con il contributo delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art.189, D.Lgs. n. 152/2006.

A livello di scenario è emerso come, dopo gli anni della crisi economica, la produzione di rifiuti speciali in Italia sia ormai in costante crescita; in particolare, nel 2016 è aumenta del 2% rispetto all’anno precedente e ha raggiunto i 135 milioni di tonnellate, mentre, rispetto all’anno 2014, il tasso di crescita è stato del 4,5%. Allo stesso tempo, l’Italia del riciclo è molto attiva: siamo tra i primi paesi europei per il riciclaggio dei rifiuti speciali, che nel 2016 è arrivato a quota il 65%; una buona notizia sul fronte dell’economia circolare.

Tuttavia, anche se i dati mostrano un buon lavoro sul fronte del riciclo, resta la necessità investire di più su quello della “prevenzione” dei rifiuti speciali: se ne producono ancora troppi e l’Italia è lontana dall’obiettivo fissato dal programma nazionale di prevenzione del 2013, che prevede, al 2020, una riduzione del 5% nella produzione dei “non pericolosi” e del 10% per i pericolosi, calcolati per unità di Pil al 2010.

I rifiuti speciali, generati da attività produttive, commerciali e di servizio, sono, per quantità, oltre quattro volte superiori a quelli urbani (135 milioni di tonnellate nel 2016 a fronte di oltre 30 milioni di tonnellate degli urbani). A crescere in modo particolare nel 2016 è stata la categoria dei “pericolosi”, che con oltre 9,6 milioni di tonnellate, ha fatto segnare un +5,6% rispetto al 2015; più contenuto l’aumento dei “non pericolosi” che arrivano a 125 milioni di tonnellate (+1,7%). Tra i rifiuti speciali, quelli del settore delle costruzioni e demolizioni costituiscono uno dei flussi più importanti in termini quantitativi: con oltre 54,8 milioni di tonnellate, rappresentano il 40,6% dei rifiuti speciali, seguiti da quelli prodotti dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento (27,2%) e dal settore manifatturiero (20,7%). La Lombardia è la regione che produce più rifiuti speciali: 29,4 milioni di tonnellate, pari al 21,8% del totale nel 2016.

La buona performance italiana sul fronte del riciclo si conferma nei dati di gestione dei rifiuti non pericolosi, dove la principale attività è il recupero di materia (89,4 milioni di tonnellate) nell’ambito del quale la forma prevalente è quello delle sostanze inorganiche (52,2 milioni di tonnellate). La performance può essere ulteriormente migliorata con un incremento quali-quantitativo del riciclaggio, anche attraverso la definizione di criteri end-of-waste, per esempio per i rifiuti da costruzione e demolizione, in linea con i principi dell’economia circolare. Il riciclaggio di qualità consente, infatti, di reimmettere materiali nei cicli produttivi, riducendo, al contempo, il ricorso allo smaltimento, in particolare a quello in discarica. Per quest’ultimo si registra un aumento del 7,9% (887 mila tonnellate) rispetto al 2015, a fronte di una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative, che passano da 392 nel 2014 a 350 nel 2016.

Nel 2016 la quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero, pressoché stabile rispetto al 2015, è stata pari a 3,1 milioni di tonnellate, di cui 2,1 milioni di tonnellate di non pericolosi e 1 milione di tonnellate di pericolosi; in particolare, questi rifiuti provengono da impianti di trattamento e sono inviati principalmente in Germania. I rifiuti speciali importati da altri Paesi, per la maggior parte metallici, sono aumentati dello 0,9% con provenienza soprattutto da Germania, Austria e Ungheria.

Sempre nel 2016 il quantitativo di rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia è stato pari a 352 mila tonnellate, con una netta preponderanza (93,5%) dei materiali da costruzione. La forma di smaltimento prevalente per quest’ultima tipologia di rifiuti pericolosi rimane la discarica (85,5% del totale gestito), anche se n quantitativo rilevante (circa 118 mila tonnellate) è stato esportato in Germania.

Per consultare tutti i dati sulla produzione e gestione (riciclo, recupero e smaltimento) dei rifiuti speciali in Italia, aggiornati al 2016, nelle singole regioni, completi di informazioni sugli impianti di trattamento, divisi per tipologia, e la produzione di rifiuti per attività economica: www.catasto-rifiuti.isprambiente.it

Per scaricare il rapporto rifiuti speciali 2018: http://www.isprambiente.gov.it/it/events/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2018

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