Uni 11763-2: le novità per le casseforme orizzontali

Il settore delle casseforme non disponeva, prima del 2019, di documenti onnicomprensivi attraverso i quali progettare, realizzare e utilizzare questo tipo di attrezzature provvisionali. In quell’anno fu pubblicata la Uni 11763-1 («Attrezzature provvisionali - Casseforme - Parte 1: Casseforme verticali - Requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l’uso») che ha permesso di dare le prime risposte agli operatori che necessitavano di istruzioni tecniche per la loro caratterizzazione strutturale e di sicurezza. L’attività normativa è proseguita e da febbraio 2024 è disponibile la Uni 11763-2 dedicata alle casseforme orizzontali. Le norme tecniche sulle casseforme pongono l’Italia in una posizione più avanzata rispetto a molti altri paesi europei che non dispongono di un quadro normativo organico nell’ambito delle casseforme.

(Uni 11763-2: le novità per le casseforme)

Le casseforme sono attrezzature provvisionali di lavoro oggetto di dimensionamento e analisi funzionale ai fini di assicurare l'idoneità allo scopo che è quella della realizzazione di un’opera di calcestruzzo. La norma individua per la prima volta i compiti e le responsabilità dei differenti attori che intervengono nella realizzazione delle attrezzature provvisionali. Il fabbricante e l’impresa esecutrice, ognuno nei propri distinti ruoli, devono prestare attenzione a rispettare i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro quando effettuano le scelte progettuali e tecniche delle attrezzature più idonee per la realizzazione dell’opera.

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Il fabbricante deve fornire le istruzioni relative montaggio, impiego e smontaggio da parte degli utilizzatori, per le attrezzature fornite e le configurazioni previste nella documentazione tecnica a corredo della fornitura. Riguardano anche l'informazione, la formazione e l’addestramento degli addetti e rappresentano uno strumento tecnico operativo per fornire indicazioni sulle attività documentali e operative che devono essere messe in campo dai fabbricanti, venditori, noleggiatori e dall'impresa esecutrice.

La norma Uni 11763-2, oltre a definire gli adempimenti e le responsabilità per un corretto impiego in sicurezza delle casseforme, fornisce utili informazioni che possono essere facilmente impiegate in tutte le fasi di scelta, verifica e utilizzo, risultando un utile ausilio per tutti i tecnici coinvolti nell’impiego delle casseforme.

Uni 11763-2: le novità per le casseforme orizzontali

La struttura

La Uni 11763-2 ha come scopo e campo di applicazione, quello di fornire i requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l'utilizzo delle casseforme orizzontali componibili e no, destinate alla realizzazione di attrezzature provvisionali atte a sostenere e contenere il calcestruzzo durante il getto e la maturazione, corredate da sistemi e/o puntelli di sostegno, per la costruzione di solai, impalcati o elementi costruttivi similari.

La norma si articola in capitoli in cui sono forniti i requisiti generali che devono possedere le casseforme, la descrizione degli elementi che compongono la cassaforma, i materiali utilizzati nelle casseforme, le azioni, i criteri di calcolo e le prove delle casseforme, i criteri di scelta della cassaforma in funzione dello specifico impiego, le istruzioni per l’impiego e la manutenzione della cassaforma e la descrizione della documentazione che deve accompagnare la cassaforma.

La struttura della norma è la seguente:

Introduzione;

1 «Scopo e campo di applicazione»;

2 «Riferimenti normativi»;

3 «Termini, definizioni, simboli e abbreviazioni»;

4 «Requisiti generali»;

5 «Descrizione della cassaforma»;

6 «Materiali»;

7 «Azioni»;

8 «Criteri di calcolo»;

9 «Prove»;

10 «Criteri di scelta»;

11 «Montaggio, uso, trasformazione, smontaggio, deposito e trasporto».

12 «Documentazione»;

13 «Ispezione e manutenzione».

Completano la normativa otto appendici dedicate alla definizione dei metodi di quantificazione delle prestazioni delle casseforme, tipologie di casseforme e puntallzioni, puntellazioni su più livelli e schede di documentazione per la verifica dell’idoneità all’impiego.

Appendice A (informativa): «Modalità di misurazione e metodi di caratterizzazione delle deformazioni»;

Appendice B (informativa): «Finitura superficiale del calcestruzzo»;

Appendice C (informativa): «Tipologie di casseforme»;

Appendice D (informativa): «Esempio di analisi e combinazione dei carichi»;

Appendice E (informativa): «Tipologie di sistemi e/o puntelli di sostegno»;

Appendice F (informativa): «Puntellazione su più livelli»;

Appendice G (informativa): «Esempio di scheda di idoneità all'impiego»;

Appendice H (informativa): «Ulteriori criteri riguardanti la scelta».

Lo scopo e il campo di applicazione

La Uni 11763-2 fornisce i requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l'utilizzo delle casseforme orizzontali componibili e no, destinate alla realizzazione di attrezzature provvisionali atte a sostenere e contenere il calcestruzzo durante il getto e la maturazione, corredate da sistemi e/o puntelli di sostegno, per la costruzione di solai, impalcati o elementi costruttivi similari.

Nel testo della norma è utilizzato solo il termine "solai" per indicare anche gli "impalcati e gli elementi costruttivi similari".

Box 1

BOX 1 – IN SINTESI

Legislazione

Regolamento (Ue) 2016/425 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/Cee del Consiglio.

Regolamento (Ue) 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti la costruzione e che abroga la direttiva 89/106/Cee del Consiglio.

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, «Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro».

D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206, «Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229».

D.Lgs. 19 febbraio 2019, n. 17, «Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (Ue) n. 2016/425 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/Cee del Consiglio».

D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475, «Attuazione della direttiva 89/686/Cee del Consiglio del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale».

Linee guida della Regione Piemonte, febbraio 2005, «Istruzioni per il montaggio, l’impiego e lo smontaggio delle attrezzature provvisionali: casseforme, impalcature di sostegno ed attrezzature correlate».

D.M. 28 novembre 1987, n. 592, «Attuazione della direttiva n. 84/532/Cee, relativa alle attrezzature e macchine per cantieri edili.

Circolare del ministero del Lavoro 7 luglio 1986, n. 80.

Art. 30 D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164, «Autorizzazione alla costruzione e all’impiego di attrezzature per il getto di conglomerato in calcestruzzo con tecnologia a tunnel e pannelli per setti con relativi orizzontamenti».

Circolare del ministero del Lavoro 20 Gennaio 1982, n. 13, «Sicurezza nell’edilizia: sistemi e mezzi anticaduta, produzione e montaggio di elementi prefabbricati in c.a. e c.a.p. manutenzione delle gru a torre automontanti».

Circolare del ministero del Lavoro 19 marzo 1980, n. 15, «Prevenzione infortunistica: attrezzature per getto di calcestruzzo con tecnologia a tunnel».

Norme tecniche

Uni 11763-2:2024, «Attrezzature provvisionali – Casseforme – Parte 2: Casseforme orizzontali – Requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l’uso».

Uni 11763-1:2019, «Attrezzature provvisionali – Casseforme – Parte 1: Casseforme verticali – Requisiti generali per la progettazione, la costruzione e l’uso».

Cnr 10027/85, «Strutture di acciaio per opere provvisionali».

Le definizioni

La norma distingue le casseforme in tre tipologie:

  • cassaforma prefabbricata;
  • cassaforma di più fabbricanti;
  • cassaforma realizzata in cantiere.

Particolarmente importanti, ai fini della corretta comprensione della norma, le definizioni di cui ai punti 3.1.1, 3.1.2, 3.1.3, 3.1.4 e 3.1.5 di seguito riportate.

  • 3.1.1 «Cassaforma: sistema atto a contenere il calcestruzzo durante il getto e la maturazione, al fine di conferire al calcestruzzo stesso la forma e la qualità desiderata»;
  • 3.1.2 «Cassaforma di più fabbricanti: cassaforma (punto 3.1.1) allestita in cantiere con elementi e componenti prefabbricati, destinati all'impiego come cassaforma, prodotti da fabbricanti diversi»;
  • 3.1.3 «Cassaforma prefabbricata: cassaforma (punto 3.1.1) allestita in cantiere e realizzata con elementi e componenti prefabbricati, assemblata e utilizzata secondo le istruzioni di allestimento, installazione ed uso redatte dal fabbricante»;
  • 3.1.4 «Cassaforma realizzata in cantiere: cassaforma (punto 3.1.1) allestita in cantiere con materiali anche diversi ed elementi non specificatamente destinati all'impiego come cassaforma (per esempio: tavole e travetti di legno, profili e lamiere metalliche), privi di documentazione a corredo»;

Per cassaforma orizzontale la norma intende la cassaforma destinata alla realizzazione di un manufatto atta a sostenere e contenere il calcestruzzo.

I requisiti

La norma distingue sette requisiti generali di cui i primi quattro riferiti alle prestazioni delle casseforme in termini di resistenza, deformabilità, finitura superficiale e stabilità e gli altri tre a caratteristiche prestazionali qualitative delle casseforme quali compatibilità dei componenti e/o degli elementi costitutivi, reimpiego e protezione laterale.

Le azioni

Nelle fasi di montaggio, uso, trasformazione, smontaggio, deposito, trasporto e manutenzione, la norma prevede che devono essere considerate almeno le seguenti azioni:

  • carichi permanenti: peso proprio della cassaforma e dei sistemi e/o puntelli di sostegno; pesi propri non compresi al punto precedente quali quelli degli elementi portati dalla cassaforma;
  • carichi variabili: azioni legate alla classe d’uso (vedere punto 7.3.1);
  • azioni derivanti dal peso del calcestruzzo fresco, acciaio, laterizio, eccetera (vedere punto 7.3.2);
  • azioni derivanti dalla pressione del calcestruzzo fresco (vedere punto 7.3.3);
  • azioni trasmesse dall'ambiente circostante (vedere punto 7.3.4);
  • carichi di servizio previsti sulle superfici praticabili (vedere punto 7.3.5);
  • spinte sui parapetti (vedere punto 7.3.6);
  • neve (vedere punto 7.3.7);
  • vento (vedere punto 7.3.8);
  • sisma (vedere punto 7.3.9);
  • azioni durante le fasi di montaggio/smontaggio;
  • azioni eccezionali, quali quelle dovute agli urti;
  • azioni dovute a particolari situazioni di cantiere.

Per ognuna delle azioni indicate la normativa fornisce i criteri per la quantificazione dell’entità delle azioni da considerare. Di particolare interesse risulta la definizione del carico da considerare come azione del getto di calcestruzzo che comprende un incremento dovuto all’accumulo di calcestruzzo per le modalità di getto. L’entità del carico di accumulo è inversamente proporzionale allo spessore del getto del solaio. FIN QUI

I criteri di calcolo…

La norma stabilisce che le unità e i componenti di cassaforma, compresi i sistemi e/o i puntelli di sostegno, devono essere progettati per i carichi definiti al punto 7, «Azioni». Le unità e i componenti di cassaforma devono essere verificati per resistenza e stabilità sotto l’effetto delle azioni, anche non concomitanti, dovute all’ambiente in cui si trovano collocate e all’azione del calcestruzzo che devono sostenere. Tutte le unità e i componenti di cassaforma devono essere verificati ai fini della sicurezza agli «stati limite ultimi». Devono essere effettuate le verifiche nei confronti degli “stati limite di esercizio”, per verificare che siano garantite le prestazioni di cui al punto 4.2, «Deformabilità».

Le verifiche devono essere condotte sia per i singoli elementi componenti la cassaforma sia per l’insieme, nelle configurazioni di allestimento e installazione.

Il fabbricante deve effettuare le verifiche di corretto dimensionamento delle casseforme e fornire i parametri prestazionali per le configurazioni tipologiche da lui definite e le azioni che le casseforme trasmettono all’ambiente circostante. Il fabbricante, inoltre, deve fornire le prestazioni associate a ciascun componente di cassaforma per consentire le verifiche strutturali nelle configurazioni diverse da quelle tipologiche da lui definite. Devono essere effettuate anche le verifiche nelle configurazioni intermedie di allestimento, installazione, trasformazione e smontaggio quando questo possa comportare situazioni di sollecitazione più gravose di quella finale.

Al punto 12.5 della norma è previsto che nel caso di utilizzo di casseforme realizzate in cantiere o realizzate con elementi di differenti fabbricanti, è onere dell’impresa esecutrice effettuare le verifiche del corretto dimensionamento delle casseforme.

Per ottimizzare il calcolo oppure per ricavare le prestazioni di parti/elementi si possono effettuare prove in conformità al punto 9 della norma. Il dimensionamento delle casseforme deve essere eseguito in conformità ai pertinenti Eurocodici, e in particolare: per i criteri generali la Uni En 1990:2006; per l'acciaio la Uni En 1993; per l'alluminio la Uni En 1999; per il legno la Uni En 1995. Nel caso di impiego delle casseforme per la realizzazione di strutture complesse (ponti, dighe eccetera) o con forme geometriche complesse, le verifiche di sicurezza devono essere effettuate anche per le singole fasi di costruzione dell’opera, tenendo conto dell’evoluzione dello schema statico e dell’influenza degli effetti differiti nel tempo. Devono essere verificate anche le eventuali centine e le altre attrezzature provvisionali previste per la realizzazione dell’opera.

…e quelli di scelta

La norma specifica i criteri di scelta attraverso i quali l'impresa esecutrice decide di adottare una specifica tipologia di cassaforma verticale. Tra i criteri:

  • geometria del solaio;
  • tipologia del solaio;
  • tolleranza e qualità di finitura dell'intradosso e/o dell'estradosso della superficie;
  • modalità di controventamento e stabilizzazione delle casseforme;
  • modalità di getto;
  • modalità di sollevamento e movimentazione.

La documentazione

La cassaforma deve essere utilizzata in cantiere solo in presenza della documentazione tecnica di seguito specificata:

  • manuale di uso e manutenzione, per le casseforme prefabbricate e per le casseforme di più fabbricanti (punto 12.2 della norma);
  • eventuale documentazione integrativa relativa alla specifica configurazione di impiego, per le casseforme prefabbricate (punto 12.3 della norma);
  • documentazione integrativa relativa alla specifica configurazione di impiego, per le casseforme di più fabbricanti (punto 12.4 della norma);
  • documentazione per le casseforme realizzate in cantiere (punto 12.5 della norma).

Il manuale di uso e manutenzione, redatto dal fabbricante e/o dal distributore per le casseforme prefabbricate, contiene informazioni e istruzioni, riguardanti l’impiego in condizioni di sicurezza delle casseforme, che hanno la finalità di trasferire le conoscenze acquisite e le informazioni necessarie all’impresa esecutrice per garantirne le condizioni d’uso previste dal fabbricante in riferimento al punto 12.1 a) e/o dai fabbricanti di cui al punto 12.1 b) della norma.

Il manuale di uso e manutenzione deve indicare gli elementi/componenti caratterizzanti, tra quelli riportati nel prospetto che definisce le tipologie di casseforme (C.1), che devono essere marcati (punto 12.6 della norma).

Per le casseforme prefabbricate, la documentazione relativa alla specifica configurazione di impiego, da redigere a cura del fabbricante/impresa esecutrice, deve fare riferimento al manuale di uso e manutenzione delle casseforme e deve contenere tra le informazioni:

  • informazioni sulle specificità del sito in cui la cassaforma è impiegata, acquisite dall’impresa esecutrice ed eventualmente trasferite al fabbricante;
  • prestazioni di progetto delle casseforme;
  • disegni della specifica configurazione della cassaforma, in cui sono riportati l’individuazione dei carichi, dei vincoli e delle condizioni operative previste dal fabbricante.

Per le casseforme di più fabbricanti, la documentazione relativa alla specifica configurazione di impiego, da redigere a cura dell’impresa esecutrice, deve fare riferimento ai manuali di uso e manutenzione dei fabbricanti delle casseforme e deve contenere tra le informazioni:

  • informazioni sulle specificità del sito in cui la cassaforma è impiegata acquisite dall’impresa esecutrice;
  • prestazioni di progetto della cassaforma;
  • specifiche tecniche costruttive dell’opera da realizzare;
  • disegni della specifica configurazione della cassaforma.

La documentazione per le casseforme realizzate in cantiere, relativa alla specifica configurazione di impiego, deve essere redatta dell’impresa esecutrice e deve contenere:

  • informazioni sulle specificità del sito in cui la cassaforma è impiegata acquisite dall’impresa esecutrice;
  • disegni della specifica configurazione della cassaforma;
  • disegni relativi alla sequenza delle fasi di impiego della cassaforma;
  • relazione tecnica descrittiva e relazione di calcolo della specifica configurazione della cassaforma.

Le appendici

La norma contiene otto appendici informative che forniscono una serie di informazioni utili all’impiego delle casseforme orizzontali.

A «Modalità di misurazione e metodi di caratterizzazione delle deformazioni»;

B «Finitura superficiale del calcestruzzo»;

C «Tipologie di casseforme»;

D «Esempio di analisi e combinazione dei carichi»;

E «Tipologie di sistemi e/o puntelli di sostegno»;

F «Puntellazione su più livelli»;

G «Esempio di scheda di idoneità all'impiego»;

H «Ulteriori criteri riguardanti la scelta».

Le appendici A (»Modalità di misurazione e metodi di caratterizzazione delle deformazioni») e B («Finitura superficiale del calcestruzzo») sono particolarmente utili per poter valutare la qualità del calcestruzzo realizzato, l’appendice D fornisce un esempio di analisi e combinazione dei carichi.

L’appendice C («Tipologie di casseforme») mostra degli esempi non esaustivi di configurazioni di casseforme e mette in relazione queste ultime con le funzioni elencate al punto 5 (superficie dell’impalcato della cassaforma, elementi resistenti, elementi di collegamento, elementi di sostegno, dispositivi di movimentazione, elementi di controventatura, elementi di stabilizzazione, elementi di regolazione, elementi di ripartizione,  accessori di sollevamento, elementi di connessione e attrezzature di servizio e di protezione.

L’appendice D («Esempio di analisi e combinazione dei carichi») approfondisce la definizione e la combinazione dei carichi da utilizzare nel dimensionamento delle casseforme orizzontali.

Nell’appendice E («Tipologie di sistemi e/o puntelli di sostegno») vengono proposti esempi non esaustivi di configurazioni di sistemi (torri di sostegno con componenti a telai prefabbricati, torri di sostegno con componenti a montanti e traversi prefabbricati, torri di sostegno con componenti a tubi e giunti) e/o puntelli di sostegno (puntelli metallici telescopici con dispositivo di regolazione, puntelli metallici regolabili, puntoni metallici, puntelli di legno), nelle quali le funzioni elencate al punto 5 d) sono svolte da specifici elementi.

L’appendice F («Puntellazione su più livelli») è relativa alla puntellazione su più livelli. Per la realizzazione di più piani sovrapposti ove ci sia la necessità di realizzare solai in rapida sequenza, si realizzano delle configurazioni di sostegno su più livelli che generano un incremento delle azioni sui sistemi e/o puntelli di sostegno che deve essere considerato in fase di dimensionamento degli stessi. Le indicazioni previste nell’appendice sono state sviluppate in passato per l’impiego con solette realizzate a getto pieno.

L’appendice G («Esempio di scheda di idoneità all'impiego») mostra un esempio di scheda di idoneità all'impiego; descrive tutte le condizioni e le imperfezioni da controllare relative alle casseforme orizzontali.

L’appendice H («Ulteriori criteri riguardanti la scelta») propone ulteriori criteri di scelta delle casseforme orizzontali oltre a quelli riportati al punto 10 della norma.

Copyright © 2024 Ambiente&Sicurezza

(L’autorizzazione di stralci della norma Uni 11763-2:2024 è stata autorizzata da Unio, Ente italiano di normazione esclusivamente per la preparazione di un articolo per la rivista Ambiente&Sicurezza all’interno della rubrica «Osservatorio Inail». L'unica versione che fa fede è quella originale reperibile in versione integrale presso Uni, Via Sannio, 2 - 20137 Milano - Sito internet www.uni.com)

 

 

 

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