Tra l’aggiornamento del Dvr e disposizioni speciali in materia di Dpi, non mancano decisioni draconiane e vuoti normativi. Nell'articolo, un'analisi delle misure governative, ministeriali e delle altre autorità che definiscono il quadro d’azione organico delle disposizioni

Coronavirus e prevenzione: il diffondersi anche in Italia dell’epidemia da Covid-19, ha portato alla ribalta anche il problema della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
In un quadro così incerto, mentre alcune aziende, giocando di anticipo, sono riuscite a mettere in campo le prime misure di prevenzione a tutela dei propri lavoratori, molte altre, probabilmente la maggioranza, si sono trovate del tutto impreparate e, quindi, più confuse sul da farsi.
Nell’approfondimento di Mario Gallo, professore a contratto di Diritto del Lavoro nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale, sono analizzate le misure governative, ministeriali e delle altre autorità che definiscono il quadro d’azione organico degli adempimenti e delle disposizioni da adottare da parte delle aziende, con particolare riferimento alle figure della prevenzione.

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Le basi del diritto

Il punto di partenza per affrontare questi temi così delicati non può che essere un richiamo ai principi generali che governano attualmente la materia delle salute e della sicurezza, dall’art. 2087 del codice civile fino al D.Lgs. n. 81/2008 (il cosiddetto “testo unico della sicurezza). Non manca uno sguardo alle principali sentenze in materia.

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Massima precauzione e scelta della policy: cosa fare in azienda?

Alla luce delle queste criticità e dei principi e degli orientamenti ministeriali e di altre autorità, il tema della tutela aziendale appare molto complessa, anche per le sue ricadute applicative. La conseguenza è che la strada maestra appare quella di seguire il fondamentale principio di massima precauzione, il che implica l’adozione da parte del datore di lavoro di un comportamento attivo e diligente rispetto al problema Covid-19, e la conseguente adozione di una policy aziendale volta a garantire la tutela dei lavoratori, sulla base delle indicazioni fornite.

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Quali misure adottare: non solo smart working

Al di là del lavoro agile, tema sul quale è intervenuto il consiglio dei ministri e altre autorità, tanti sono i punti da riorganizzare dall’aggiornamento del Dvr alla definizione di un piano d’intervento fino alla messa a punto di un’azione informativa. Disposizioni speciali sono poi previste in materia di Dpi, anche alla luce della ben nota carenza. Non manca il tema del controllo degli accessi, oggetto di un recente intervento del garante per la privacy, e quello della formazione in materia di salute e di sicurezza sul lavoro. Restano fermi, invece, alcuni doveri di collaborazione da parte del lavoratore.

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L'approfondimento di Ambiente&Sicurezza

Se da un lato è vero che sulla gestione dei rischi da Coronavirus in azienda manca, al momento, una normativa specifica per i datori di lavoro, dall’altro è anche vero che il D.Lgs. n. 81/2008 è “tarato” essenzialmente sui rischi specifici legati all’attività e sulle situazioni di emergenza che possono determinarsi nell’ambito aziendale. Un’analisi puntuale come quella riportata nell’articolo di Ambiente&Sicurezza a firma di Mario Gallo può rappresentare sicuramente un primo valido strumento per impostare una policy aziendale improntata alla tutela dei lavoratori nel rispetto delle disposizioni emergenziali.

(Coronavirus e prevenzione)

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