Infortuni sul lavoro e donne: Inail ha pubblicato il report relativo ai dati 2024.
Le finalità
Scopo del dossier, come riporta la prefazione, è «richiamare l’attenzione su quanto sia ancora necessario fare per migliorare la sicurezza sul lavoro delle donne e su quanto sia importante rimarcare le differenze che l’appartenenza a un genere può sviluppare nell’ambito dell’assegnazione a un’identica mansione in una stessa attività lavorativa, nonché le criticità che possono verificarsi in ambienti occupati prevalentemente da uomini o da donne con caratteristiche diverse per età, provenienza e genere. L’obiettivo è risvegliare l’impegno collettivo per il superamento dei principali fattori di discriminazione di genere, degli ostacoli e delle resistenze che la questione richiama in ambito economico, lavorativo, politico».
I dati 2024
La prima novità rilevante, rispetto all'edizione 2023, è l'inserimento delle denunce di infortunio delle studentesse in un’apposita sezione. Questo a seguito dell’estensione della tutela Inail agli studenti delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado in vigore dal settembre 2023, come prevista dal D.L. n. 48/2023 e confermata anche per l’anno scolastico 2024- 2025.
Nell'ambito di un quadro complessivo (uomini e donne) che, rispetto al 2023, ha visto un calo degli infortuni notificati a Inail (-0,7%), seppur con una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro (-1,9%), ma anche un aumento di quelli in itinere (+5,0%), i dati relativi alle lavoratrici hanno fatto registrare:
- un decremento degli infortuni in occasione di lavoro (-1,3%);
- un aumento degli infortuni in itinere (+3,9%).
Stabile il numero degli infortuni mortali (79), mentre in calo sono le denunce di infortunio sul lavoro (- 7%).
A livello territoriale:
- il Mezzogiorno ha fatto registrare il calo più sensibile (-51,2%), passando dai 41 casi del 2022 ai 20 del 2023;
- il Nord ha fatto registrare un -28,8% (da 66 a 47);
- il Centro ha mostrato la variazione minore, pari a -13,8%, passando da 29 a 25 casi.
Le vittime della violenza
Un capitolo a parte è dedicato alle lavoratrici il cui infortunio sia riconducibile ad azioni di aggressioni o violenze (per esempio da parte di pazienti o loro familiari nei confronti di operatori sanitari, di studenti o parenti nei confronti di insegnanti, fino ai rapinatori in banche o uffici postali) e che rappresentano il 5,3% di tutti gli infortuni.
Le professioni più colpite sono quelle sanitarie e assistenziali (oltre il 44%), seguite dalle specialiste dell’educazione e della formazione (6,1%), dalle insegnanti di scuola primaria (5,1%) e dalle impiegate postali (4,7%).
Sei casi di violenza a donne su dieci sono stati denunciati al Nord. Seguono Centro e Mezzogiorno con circa un quinto dei casi per entrambe le ripartizioni geografiche.
I settori maggiormente coinvolti sono stati:
- la sanità e assistenza sociale (con oltre 41mila casi);
- il commercio (più di 16mila);
- l’alloggio e ristorazione (14mila);
- il manifatturiero (14mila);
- il noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (oltre 12mila).
Le principali cause, invece, sono state:
- scivolamento o inciampamento con caduta di persona (26,2%);
- movimenti del corpo sotto sforzo fisico (24,5%);
- movimenti del corpo senza sforzo fisico (17,9%).
Riportati, infine, anche i dati su:
- parti del corpo maggiormente interessate da lesioni;
- classi di età;
- lavoratrici straniere;
- infortuni nel settore della navigazione, in ambito domestico e in itinere.
Come detto, il report dedica poi un'intera sezione, agli infortuni occorsi alle studentesse.
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