La promozione del benessere dei lavoratori

Per raggiungere l’obiettivo occorre uno sforzo congiunto di datori e dipendenti. I punti sensibili sono gli stili di vita e l’alimentazione. Per questo motivo mettere in atto programmi mirati e duraturi

(La promozione del benessere dei lavoratori)

La norma di riferimento

In Italia, la normativa di riferimento per la promozione della salute negli ambienti di lavoro è il D.Lgs. n. 81/2008 (testo unico della sicurezza del lavoro). L’art. 25, comma 1, lettera a) del prevede, infatti, che il medico competente collabori alla «predisposizione ed attuazione di programmi volontari di promozione della salute, secondo i principi della responsabilità sociale».

Clicca qui se non hai rinnovato l'abbonamento

Quali attività

Il network europeo per la promozione della salute nei luoghi di lavoro (Enwhp, European network for workplace health promotion) ha definito la promozione della salute nei luoghi di lavoro come «la combinazione degli sforzi congiunti di datori di lavoro, lavoratori e della società per migliorare le condizioni di salute e di benessere delle persone al lavoro». Secondo L’Inail (che fa parte del network), l’attività di ricerca sulla sorveglianza sanitaria e la promozione della salute dovrebbero concentrarsi su strategie di intervento che sostengano l’adozione di comportamenti e di stili di vita salutari nei luoghi di lavoro. I principali fattori che contribuiscono alla maggior parte del carico di malattie croniche non trasmissibili, infatti, sono il tabacco, le diete non salutari, l’alcol e la mancanza di attività fisica. Questi fattori di rischio, associati a stili di vita poco salutari, potrebbero essere modificati grazie a cambiamenti comportamentali e all’influenza di iniziative di promozione della salute sul luogo di lavoro. L’implementazione di azioni di promozione della salute che accrescano la consapevolezza sui determinanti della salute e l’integrazione della responsabilità sociale nei programmi di prevenzione dei rischi lavorativi può rendere più efficace l’azione delle misure di prevenzione dai rischi lavorativi e può favorire la crescita dei livelli di salute e di benessere psicofisico dei lavoratori.

Per Medicina&Psicologia, clicca qui

Obbligo o no?

I programmi di promozione della salute sono facoltativi. Per poter essere realizzati (ed essere efficaci), questi programmi richiedono il coinvolgimento e la partecipazione effettiva dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti. I programmi devono integrarsi con le misure di prevenzione e protezione predisposte per la salute e la sicurezza dei lavoratori e devono tenere in considerazione i bisogni e le condizioni specifiche dell’organizzazione. Le attività di promozione della salute sono efficaci solo se costituiscono un elemento stabile dell’organizzazione lavorativa. Le aree tematiche che dovrebbero essere affrontate sono le seguenti: 1) educazione e formazione in materia di salute; 2) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (vita sociale, welfare familiare, condizioni di pendolarismo); 3) stress e benessere mentale; 4) stili di vita (nutrizione, attività fisica, tabacco e alcol).

E i benefici?

Secondo l’Eu-Osha (Facts 93), i programmi di promozione della salute, attraverso il miglioramento della salute e del benessere dei lavoratori, sono in grado di ridurre l’assenteismo, aumentare la motivazione, accrescere la produttività, facilitare le assunzioni, ridurre il ricambio di personale, promuovere un’immagine positiva e attenta ai bisogni del personale.

Gli esempi pratici

Alcuni esempi di attività di promozione della salute dei lavoratori sono i programmi di attività fisica (yoga o fitness in ufficio; organizzazione di competizioni interne o attività ricreative  per promuovere l’esercizio fisico e il team building), attività per promuovere l’alimentazione sana e incontri di educazione alimentare; programmi di supporto psicologico per la gestione dello stress; programmi di sviluppo delle competenze con opportunità di formazione e di sviluppo delle competenze individuali; vacanze retribuite e incentivi finanziari per la partecipazione a programmi di promozione della salute; introduzione di soluzioni ergonomiche negli ambienti di lavoro e adozione di pratiche utili a promuovere l’inclusione e la diversità all’interno dell’azienda. Questi sono solo alcuni esempi di programmi di promozione della salute negli ambienti di lavoro. Affinché l’investimento economico effettuato dal datore di lavoro sia vantaggioso dal punto di vista del rapporto costi-benefici, è necessario che il programma sia pianificato e personalizzato in base alle esigenze specifiche delle aziende e dei lavoratori e sia sostenibile a lungo termine.

Cos’è la «Total worker health»

Si tratta di un approccio integrato alla sicurezza e salute sul lavoro che mira a migliorare non solo la prevenzione dei rischi lavorativi, ma anche la promozione della salute e del benessere dei lavoratori. Questo approccio, suggerito fin dal 2003 dal Niosh (organismo statunitense che si occupa di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), considera l'interazione tra vita lavorativa e vita personale e si concentra sulle opportunità per migliorare sia la salute sul lavoro che quella extra lavorativa. Vi sono infatti fattori di rischio lavorativo che contribuiscono a malattie socialmente rilevanti (ad esempio, le malattie cardiovascolari, i disturbi del sonno, la depressione eccetera), mentre, al contempo, il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza determina una riduzione delle malattie cronico-degenerative e un miglioramento della qualità e della produttività del lavoro. La Twh si basa sulla comprensione che i fattori lavorativi e non lavorativi sono interconnessi e che l'impatto sulla salute di un individuo può essere influenzato sia dalle condizioni sul luogo di lavoro che dalle condizioni fuori dal lavoro. Pertanto, l'approccio Twh si concentra sulla creazione di ambienti di lavoro sani e sicuri e sulla promozione di stili di vita sani per i dipendenti.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome