La tutela delle acque tra contaminanti, biota e Sqa

Tra gli scopi prioritari della direttiva 2013/39/UE rientra anche l’eliminazione delle «sostanze pericolose prioritarie» nell’ottica dell’avvicinamento a valori vicini a quelli di fondo naturale. Per conseguire questo obiettivo, il D.Lgs. n. 172/2015, di recepimento della direttiva, ha disposto alcune modifiche al D.Lgs. n. 152/2006. In particolare, le concentrazioni dei contaminati nel biota assumono un ruolo centrale nei criteri di valutazione della qualità delle acque e migliora la definizione del ruolo del monitoraggio dei sedimenti; inoltre, il nuovo decreto stabilisce di non considerare ai fini della valutazione dello stato chimico globale di un corpo idrico le sostanze per le quali le concentrazioni misurate sono inferiori al limite di quantificazione e il limite di quantificazione è superiore allo standard di qualità ambientale (Sqa)

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