Le reti di piccole dimensioni

Dispositivi di protezione collettiva il cui utilizzo si va sempre più diffondendo. L’impiego, però, deve essere valutato con attenzione nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008. Non essendo soggetti a direttiva di prodotto, il perimetro normativo è rappresentato dal “codice del consumo” (D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206), mentre il riferimento tecnico specifico ancora manca

Reti di piccole dimensioni.

La Uni En 1263-1: 2015 classifica le reti di sicurezza in base a due parametri, la classe e il sistema.

La classe definisce le dimensioni della maglia e la capacità di assorbimento di energia della rete, mentre il sistema indica la tipologia del supporto della rete e la diversa modalità d’impiego. I sistemi sono quattro, due per l’impiego orizzontale (sistema S e sistema T) e due per l’impiego verticale (sistema U e sistema V).

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Il sistema S, in particolare, è la rete di sicurezza con fune sul bordo che incornicia e rinforza la zona perimetrale alla quale vengono collegate le corde di sollevamento e ancoraggio; viene messa in opera per proteggere il lavoratore da cadute in una zona ampia generalmente interna alla struttura da proteggere.

Per quel che riguarda il sistema S, la Uni En 1263-1: 2015 esclude dal campo di applicazione la rete di  piccole dimensioni, con superficie minore a di 35 m2 e lato corto inferiore a 5 m.

Questa esclusione deriva da problematiche di sicurezza, rese evidenti da una recente sperimentazione condotta in Italia.

L’utilizzo di reti di sicurezza di piccole dimensioni è comunque diffuso.

La scelta

La scelta di una rete di sicurezza dipende da tanti fattori tra cui:

  • l’altezza da cui può cadere il lavoratore rispetto alla posizione della rete di sicurezza (altezza di caduta), che dovrà essere la minima possibile;
  • la presenza di un adeguato spazio libero sotto la rete di sicurezza, per evitare, in virtù delle possibili deformazioni della rete, in caso di caduta, che il lavoratore possa urtare altri lavoratori, ostacoli fissi o in transito sotto di essa;
  • le caratteristiche della struttura alla quale viene ancorata la rete;
  • le modalità con le quali si effettuano gli ancoraggi e la loro tipologia;
  • il posizionamento della rete di sicurezza, tale da non creare interferenze con il movimento dei lavoratori e delle macchine e tale da permettere lo svolgimento delle attività lavorative senza l’introduzione di rischi aggiuntivi.

Le altezze

La Uni En 1263-2: 2015 afferma che la scelta di una rete di sicurezza, oltre che dall’inclinazione del piano di lavoro, dipende dalla altezza di caduta. La norma definisce tre tipologie di altezza di caduta denominate He, Hi e Hr.

  • altezza di caduta He: distanza verticale fra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato lungo il bordo interno della superficie da proteggere;
  • altezza di caduta Hi: distanza verticale fra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato all’interno della superficie da proteggere,
  • altezza di caduta ridotta Hr: distanza verticale tra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato all’interno della superficie da proteggere a distanza non superiore a 2 m dai punti di ancoraggio.

Le tre altezze di caduta devono essere limitate come segue:

  • Hi e He non maggiori di 6 m;
  • Hr non maggiore di 3 m perché localizzata nella zona strutturalmente più debole della rete.

Le prestazioni della rete, anche in termini di sicurezza, dipendono dunque dall’altezza di caduta e ma anche dall’energia che agisce sulla rete. Il valore di questa energia secondo quanto previsto nel punto 7.9.3 della Uni En 1263-1: 2015 può essere al massimo pari a 7 kJ che corrispondono alla caduta di un operatore del peso di 100 kg da un altezza di 6 m.

Le prestazioni della rete dipendono anche dal punto della rete sul quale cade il lavoratore. Diverso è il caso in cui il lavoratore cada al centro della rete permettendo alla rete di assorbire bene l’energia derivante dalla caduta, da quello in cui la caduta si verifica in prossimità del bordo. In questa zona la rete è più rigida in quanto vicina agli ancoraggi e perde parte delle sue capacità di assorbimento dell’energia. La Uni En 1263-2: 2015 definisce l’altezza di caduta ridotta Hr proprio per tener conto di questo aspetto e limita la possibile caduta nelle zone vicine ai punti di ancoraggio. In altre parole, in questi punti la rete è meno prestazionale e, quindi, deve essere ridotta l’altezza di caduta dell’operatore a differenza della zona centrale.

Problematiche e sperimentazione

Una rete di sicurezza, secondo la Uni En 1263-1: 2015, deve essere sottoposta al test di resistenza dinamica di cui al punto 7.9 e, in particolare, al punto 7.9.3.1 affinché sia rispettato il requisito di cui al punto 6.5 («La massa di prova deve essere sostenuta dalla rete. È consentita la deformazione permanente e la rottura di diverse funi per maglia»).

Prove sperimentali recentemente condotte in Italia su reti di piccole dimensioni hanno dimostrato, a seconda delle dimensioni delle reti, la difficoltà a:

  • trattenere la massa di prova (sfera) che, rimbalzando sulla rete, successivamente impatta al suolo;
  • assorbire l’energia derivante dalla caduta con conseguente sfondamento della rete e impatto al suolo della massa di prova.

La capacità di una rete a trattenere la sfera in una prova di resistenza dinamica dipende dalle dimensioni della rete.

La sperimentazione ha evidenziato che una rete quadrata di dimensioni 2 x 2 m, indipendentemente dall’altezza di caduta, non è in grado di trattenere la sfera di prova che rimbalza sulla rete e viene proiettata all’esterno. Inoltre i test hanno dimostrato che reti di sicurezza con lato pari a 2 m superano il test, a patto che siano rettangolari con lato lungo almeno pari a 4 m e che sia limitata l’altezza di caduta a 1 m. La maggiore superficie garantisce maggiore deformabilità della rete che riesce a trattenere la sfera.

La dimensione minima di una rete quadrata in grado di trattenere la sfera di prova è risultata pari a 3 x 3 m, a patto di avere maglie con dimensione massima pari a 60 mm. L’altezza di caduta deve essere al massimo pari a 3 m.

Quindi, si può affermare che l’utilizzo di reti di sicurezza con dimensioni non previste dalla Uni En 1263 deve essere attentamente valutato, non potendo scegliere dimensioni troppo ridotte della rete e soprattutto limitando notevolmente l’altezza di caduta.

Prospettive future

Le reti di sicurezza di piccole dimensioni sono attrezzature provvisionali di lavoro particolarmente diffuse nel nostro Paese. L’assenza di una standard specifico e la previsione contenuta nel punto 5.1 della Uni En 1263-2: 2015 «Le reti di sicurezza di piccole dimensioni (…) dovrebbero essere determinate da legislazioni nazionali ove applicabili» ha indotto l’Uni ad avviare uno progetto di norma dedicato. Questo consentirà di risolvere problematiche di sicurezza relative all’utilizzo.

IL QUADRO

Box 1

Legislazione

D.Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81

«Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro».

D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206

«Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229».

Norme tecniche

Uni En 1263-1: 2015 «Attrezzature provvisionali di lavoro – Reti di Sicurezza Parte 1: Requisiti di sicurezza, metodi di prova».

«Uni En 1263-2: 2015 – Attrezzature provvisionali di lavoro – Reti di Sicurezza Parte 2: Requisiti di sicurezza per i limiti di posizionamento».

 

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