Materiali polimerici di origine naturale: processi produttivi e applicazioni

Il caso più noto è quello dell’acido polilattico (Pla) che viene prodotto a partire dallo zucchero contenuto nelle colture agricole e utilizzato per la realizzazione di prodotti destinati al packaging alimentare, grazie alle sue soddisfacenti proprietà ottiche e meccaniche. Ma l’elenco comprende altre soluzioni come il Pha (poliidrossialcanoato), il Phb (poli-β-idrossibutirrato) e il Flam (fungus-like adhesive material). Al momento, le maggiori criticità sono legate all’elevato costo e alla mancanza di processi su scala industriale, risolvibili con tramite lo sviluppo di processi industriali sempre più efficienti e a bassa impronta energetica e ambientale, nonché allo sviluppo di materiali più performanti, anche in termini di compostabilità e di biodegradabilità. In ogni caso, il ricorso a biopolimeri è in grado di aprire scenari positivi sia di tipo economico e sociale sul territorio, con riferimento alla creazione di nuove catene di fornitura e filiere, sia in merito alla gestione e alla valorizzazione delle biomasse di origine naturale e dei rifiuti solidi urbani. Vediamo come si producono e i possibili utilizzi

Accesso riservato

Questo contenuto è riservato agli abbonati alla rivista.

Abbonati Sei abbonato ad Ambiente&Sicurezza e hai già effettuato l’accesso al sito?
Fai per accedere a questo articolo e a tutti i contenuti a te riservati.

Sei abbonato ad Ambiente&Sicurezza ma non hai mai effettuato l’accesso al sito?
Registrati qui con la stessa e-mail utilizzata per la sottoscrizione del tuo abbonamento.
Entro 24 ore verrai abilitato automaticamente alla consultazione dell’articolo e di tutti i contenuti della banca dati riservati agli abbonati.

Per qualsiasi problema scrivi a abbonamenti@newbusinessmedia.it

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome