Rischi psicosociali: la valutazione
I cambiamenti della società devono essere adeguatamente monitorati al fine di evitare l’insorgere di impatti negativi sulla qualità delle condizioni lavorative

(Rischi psicosociali: la valutazione per garantire la sicurezza del lavoro)

I cambiamenti della società devono essere adeguatamente monitorati al fine di evitare l’insorgere di impatti negativi sulla qualità delle condizioni lavorative e sui livelli di tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

È pur vero che, in Italia, la premessa per la garanzia di un approccio globale e olistico per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia assicurata dalla previsione nel Tusl come mutuata dall’Oms di un concetto più universalistico di salute quale «stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità».

È in questo scenario che, come sottolinea l’Inail in una pagina web dedicata, risulta inevitabile un’analisi estensiva «delle condizioni di lavoro e della percezione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, con particolare riguardo a quelli di natura psicosociale, che possono determinare l’insorgenza del fenomeno dello stress lavoro-correlato, collocato al secondo posto in Europa tra i problemi di salute dovuti al lavoro, dopo i disturbi muscolo-scheletrici» (https://www.inail.it/portale/ricerca-e-tecnologia/it/ambiti-di-ricerca/area-salute-sul-lavoro/rischi-psicosociali-e-tutela-dei-lavoratori-vulnerabili.html).Gli aspetti di progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, nonché i rispettivi contesti ambientali e sociali, rappresentano quelle caratteristiche dei fattori di rischio psicosociale che hanno il potere di arrecare danno alla salute psicofisica dei lavoratori e di qui devono essere oggetto continuativo sia di un’adeguata valutazione sia di un’attenta e proattiva gestione.

L’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, all’art. 28, ha sancito l’obbligo di valutazione dei rischi da stress lavoro-correlato e, di conseguenza, quelli relativi alla loro gestione in capo e a cura del datore di lavoro e di qui dell’organizzazione. È altrettanto importante un focus sulle differenze socio-demografiche fra i lavoratori, differenze che il Tusl ritiene di fatto fattori psicosociali da valutare ai sensi e per gli effetti dell’art. 28 in vista di una tutela globale della salute e sicurezza sul lavoro che si faccia carico anche delle diverse condizioni di vulnerabilità.

(Rischi psicosociali: la valutazione per garantire la sicurezza del lavoro)

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